Stagione agonistica 1982


Il Campionato Mondiale degli Entrobordo Corsa classe R°° nel 1982 viene assegnato nuovamente all'Italia e organizzato dalla M.A.C. (Motonautica Associazione Cremona) in collaborazione con il C.M.C. (Circolo Motonautico Cremonese).
Ritorna dopo dodci anni, proprio a Cremona sulle acque del Po, un Campionato Mondiale riservato ai grossi racer illimitati (nel 1970 si disputò quello della 7 litri A.P.B.A.).
Se in quella circostanza si schierarono solo piloti italiani, ora possiamo almeno vantare la presenza di due concorrenti svizzeri, gli stessi peraltro già visti nell'edizione 1981 del mondiale Campionese. Anche gli Italiani sono gli stessi con una sola variante costituita da Claudio "Popo" Giovio che sostituisce Eugenio Molinari, ancora convalescente dopo un gravissimo infortunio subito nel suo cantiere.
I pronostici sono praticamente unanimi e prevedono favoriti Tullio Abbate e il campione in carica Giuseppe Todeschini, sottovalutando Carlo Bodega che invece sarà uno dei protagonisti. Giovio, per l'occasione, utilizza in gara l'ex scafo di Abbate che per poco non vinceva il titolo l'anno precedente a Campione d'Italia, mentre Bodega si avvale del suo catamarano Molinari, entrambi motorizzati Chevrolet Biturbo da 11.059 cc
Mostruoso, è proprio il caso di dirlo, il nuovo catamarano di Tullio Abbate che è portato al debutto dallo stesso costruttore. Il complesso è motorizzato con un interessante Holman Moody di 7.982 cc che pare dovesse essere destinato al compianto campione della Ferrari, Gilles Villeneuve, per un suo monocarena di 36 piedi, sempre del cantiere Abbate.
Giuseppe Todeschini ripresenta il vincente catamarano R.Molinari, non più spinto dal Mercruiser ma da un nuovo B.P.M. 8.200 cc che però difetta, rispetto ai Chevrolet, di circa 200 / 250 HP. Anche l'altro Italiano Giovanni Cima, fresco vincitore del Raid Pavia-Venezia, ripropone il suo vecchio tre-punti Timossi-B.P.M. mentre gli elvetici Paul Hoffmann e Joseph Ulrich, con i loro Herzog e Molivio motorizzati B.P.M., recitano un ruolo da comprimari.
Il campionato che si svolge su un tracciato di tre chilometri da percorrere otto volte per ciascuna delle quattro manches, vede Giovio aggiudicarsi la prima frazione con un vantaggio minimo di due secondi e tre decimi su Bodega, terzo è Cima, mentre Todeschini abbandona per noie meccaniche. Tullio Abbate si ritira poco dopo il via per la rottura della puleggia della pompa dell'acqua. Questo inconveniente mette fine al suo ennesimo mondiale della R°°; una gara che per lui sembra rivelarsi "stregata".
Nella seconda manche l'ordine di arrivo è ribaltato con Bodega davanti a Giovio, Todeschini (rientrato in corsa) e Cima.
Avvincente la terza prova che vede al comando per sei giri Bodega davanti a Giovio; nel corso del settimo giro, però, Bodega durante la manovra di doppiaggio degli "inesistenti" piloti svizzeri è costretto ad allargare finendo per avvantaggiare Giovio che, da "vecchia volpe", si porta al comando della corsa.
Bodega, nel tentativo di recuperare la posizione di testa, accelera violentemente, ma, di colpo, si trova a vedere il cielo poiché il suo rosso catamarano si impenna vertiginosamente. Fortunatamente ricade in assetto, ma nell'impatto piuttosto violento sull'acqua il pilota riporta una forte contusione al torace che lo costringe a ritirarsi.
Nel frattempo Giovio che vince la manche, viene squalificato per un taglio di percorso e regala la vittoria a Todeschini. Tra mille polemiche prende il via l'ultima decisiva manche che vede anche il rientro del contuso Carlo Bodega. Sia questi che Giovio però, nella foga, si vedono declassati per partenza anticipata e consegnano su un piatto d'argento il secondo titolo mondiale consecutivo all'incredulo Todeschini.
A gara terminata lo strascico delle polemiche non si placa: Giovio decide di sporgere reclamo in Federazione e in un primo tempo il Giudice Unico sembra dargli ragione assegnandogli il campionato. Successivamente, però, viene accolto il contro reclamo di Todeschini che ricorrendo in appello ritorna definitivamente "padrone" del titolo.


I Titoli Internazionali di Stefano Signoretti
Da Cremona passiamo a Casale Monferrato dove si disputa il Campionato Continentale della classe Entrobordo Corsa R3 2000 cc
Assenti i mattatori della stagione scorsa ovvero, Renato Molinari, campione in carica, Francesco Manfredini e Alcide Ballotta, il "clan" azzurro contrappone alla limitata partecipazione straniera, costituita dal solo svedese Roland Paulsson, i piloti: Stefano Signoretti, Roberto Savioli, Claudio Marsi, Giulio Ricci e Virgilio Molinari.
Signoretti, Savioli e Marsi dispongono di nuovi catamarani del cantiere Renato Molinari, il primo con motorizzazione Evinrude, gli altri con i Mercury, mentre con i tradizionali tre-punti si schierano Ricci e Virgilio Molinari.
Per Savioli e Marsi, piloti che hanno esperienza su classi Entrobordo Sport e TVN (Turismo Veloce Nazionale) si tratta di un debutto nella R3, come pure Signoretti che si avvale di buoni risultati nell'Off-Shore (Campione Europeo e Italiano classe OP.2 a cavallo tra il 1974-1979) è pressoché a digiuno nell'ambito In-shore.
Chi sostiene la tesi che un pilota Off-Shore si trovi male nel condurre un veloce catamarano da circuito, quale appunto l'R3, viene subito smentito. Signoretti dimostra la propria bravura vincendo la manche d'apertura del campionato davanti a Ricci, Virgilio Molinari, Savioli e Marsi e ripetendosi nella seconda con Marsi, Molinari e Ricci a seguire.
Nella terza prova Signoretti vuole controllare la situazione, cercando di immagazzinare quei punti necessari per vincere matematicamente il titolo e non ripresentarsi in acqua nell'ultima frazione. Non rischia, si classifica secondo e lascia la vittoria a Savioli: dietro ai loro catamarani troviamo gli indomiti trepuntisti Molinari e Ricci.
Savioli vince anche la quarta manche, con Molinari, Ricci e Paulsson a chiudere. Grazie a due successi e ad un secondo posto, Stefano Signoretti è il nuovo Campione Europeo della R3 2000 cc. Al secondo posto nella classifica finale troviamo nell'ordine Roberto Savioli, Virgilio Molinari, Giulio Ricci, Claudio Marsi e Roland Paulsson.

Sempre per la classe R3, sulle acque del Mar Piccolo di Taranto, si disputa il Campionato Mondiale. Stefano Signoretti conferma il suo buon momento aggiudicandosi dopo il Continentale anche questo titolo, eguagliando gli stessi risultati ottenuti nel 1981 dal suo "grande maestro" Renato Molinari.
A differenza dell'Europeo è questa per Signoretti una vittoria sofferta in quanto nella sommatoria delle quattro manches disputate si ritrova appaiato in classifica con Alcide Ballotta avendo ottenuto come quest'ultimo due primi e due secondi posti. Vince grazie alla miglior prestazione sul giro.
Ballotta che ritorna alle corse proprio in questa circostanza, non si avvale del suo collaudato catamarano Molinari-B.M.W., ma di quello gentilmente prestatogli da Manfredini.
Il terzo posto finale in classifica di Giulio Ricci sorprende, essendo l'unico concorrente in lizza con un racer, mentre gli altri componenti della squadra italiana, Savioli e Marsi non hanno fortuna, soprattutto Marsi che è protagonista di uno spettacolare looping risoltosi fortunatamente senza alcuna conseguenza fisica.
Interessante anche la presenza del tedesco Michael Werner, Campione Mondiale della Formula 2 fuoribordistica (Trofeo F.O.N.D.A.) che si presenta a Taranto con l'allora nuovissimo catamarano Clerici-Mercury, di proprietà del costruttore stesso, Franco Clerici che con questo mezzo aveva debuttato una settimana prima vincendo a tempo di record la gara di fondo 100 Km del Po a Cremona, pensava (forte anche del Titolo Mondiale R1 appena vinto) di essere convocato nella squadra nazionale. Essendo invece escluso decide di affidare il mezzo ad un campione come Werner (unico straniero in gara) il quale può seriamente aspirare alla vittoria.
Si rivela infatti già velocissimo in prova, ma in gara dopo aver preso la testa della corsa nella prima manche, probabilmente chiede troppo al propulsore che si ammutolisce di colpo. Purtroppo il guasto è irreparabile ed il campionato definitivamente compromesso.

Dopo le gare internazionali della Entrobordo Corsa R3 è doveroso segnalare che in questo 1982 si effettua a Nora in Svezia anche il Campionato Mondiale della Entrobordo Sport S3 2000 cc E' questa una classe da noi totalmente abbandonata, ma che il pilota bergamasco Giulio Crippa si accinge ad affrontare con il tre-punti a guida avanzata della C & B Corse; un complesso motorizzato Mercury, già impiegato nel 1981 dallo stesso pilota nella R3 che in questa circostanza viene stazzato come S3. Nonostante, sulla carta, il mezzo del pilota italiano sia il più veloce dell'intero lotto dei partecipanti, la trasferta svedese non si rivela vincente. Crippa è secondo dietro al catamarano con motore Volvo Penta del pilota locale Roland Paulsson.

Ritornando alle classi corsa e nello specifico alla R1 1000 cc, occorre dire che la supremazia dei piloti che dispongono di catamarani si fa sempre più netta su coloro che continuano a competere con i tre-punti (se ne vedono due nuovi del cantiere Clerici oltre a quello già precedentemente visto del cantiere Gardin ed usato da Maurizio Selva).


L'Alloro Mondiale di Franco Clerici
Franco Clerici domina a Lignano il mondiale di questa categoria suscitando anche l'interesse del quotidiano sportivo per eccellenza ovvero la "rosea" Gazzetta dello Sport che sempre attenta alle vicende motonautiche riporta, il giorno seguente, la notizia in questo modo: "Sul Tagliamento a Lignano, davanti a 40.000 spettatori, l'italiano Franco Clerici, 48 anni di Cremona, si è laureato Campione del Mondo degli Entrobordo Corsa l000 cc".
La squadra italiana che si contrappone a quella britannica (unica selezione straniera presente), vede schierati, oltre a Clerici, Pier Luigi Brigada, pure su un catamarano Clerici motorizzato Selva, Maurizio Selva con il suo già sopraccitato Gardin, mentre sia il Campione Europeo 1981 Franco Cantando che il Campione Italiano Angelo Palazzi ripresentano il loro tre-punti Lucini e Frigerio motorizzati rispettivamente Speed Car e Hillman.
Gli inglesi contrappongono Len Moore (recordman mondiale R1 di velocità con 177.088 Km/h), Andy Chesman (più volte Campione Mondiale R1), il detentore del titolo nazionale Nigel Billon e Gavin Sigmey, tutti in gara su scafi del cantiere Noone motorizzati Hillman.
Il pronostico sembra orientato sui tre catamarani di Clerici, Brigada e Selva ma per quest'ultimo invece il campionato inizia nel peggiore dei modi in quanto si ritira nella prima manche per la rottura di un tubo di scarico e subisce un declassamento per partenza anticipata nella seconda. Giornata negativa anche per Brigada, messo subito K.O. nella prima manche dalla rottura del piede del suo propulsore Selva.
Clerici, unico dei tre a possedere un mezzo affidabile, riesce a mantenere in scia Len Moore e Nigel Bilton e mette una seria ipoteca sul titolo aggiudicandosi con questo identico ordine d'arrivo le prime due manche.
Nella terza prova Maurizio Selva si riscatta e precede Clerici al quale però questo risultato, in virtù del punteggio acquisito, basta per aggiudicarsi, con una prova d'anticipo, l'alloro mondiale. Da segnalare anche il rovesciamento in virata di Moore che fortunatamente se la cava senza alcuna conseguenza fisica.
L'ultima frazione vede Selva scattare in prima posizione e rimanerci fino a poche centinaia di metri dal traguardo, quando Clerici con uno splendido recupero lo affianca e lo supera, conquistando la vittoria anche in questa manche.
La gioia di Clerici per la conquista del Titolo Mondiale che suggella una carriera ultraventennale (a dire il vero più come costruttore che come pilota), si contrappone alla delusione di Selva, al quale resta come unico motivo di soddisfazione, il giro più veloce del campionato, ottenuto durante la prima manche con 138,461 Km/h di media.
Sugli altri italiani in gara (Cantando e Palazzi) c'è purtroppo poco da dire, il gap tecnico tra i loro tre-punti ed i catamarani è troppo evidente.
Rimanendo sulla classe R1 si registra, nel Campionato Italiano, la "rivincita", dopo lo sfortunato mondiale, di Pier Luigi Brigada che si aggiudica il titolo lottando con Clerici e Selva.

Nell'altra classe entrobordistica, ovvero la R3N 2000 cc, la vittoria arride a Virgilio Molinari, il quale ha la meglio sui più quotati Muggiati, Roberto, Ricci e Telaio.


Le gare di fondo
Nel 42° Raid Pavia-Venezia Giovanni Cima, dopo diverse partecipazioni, trova la grande giornata e vince alla guida del suo datato tre-punti Timossi-B.P.M. 8200 cc classe R°° realizzando un tempo dignitoso (2h 30' 54"-152,286 Km/h di media) ma non eccezionale se rapportato al mezzo di cui dispone. Cima completa il successo aggiudicandosi anche la prestigiosa Coppa d'Oro Theo Rossi di Montelera avendo percorso il tratto Pontelagoscuro-Voltagrimana a 157,195 Km/h di media.
Da segnalare anche la buona prestazione di Giulio Ricci che, pilotando un racer del cantiere Lucini e Frigerio con motore Alfa Romeo 2000 cc, arriva secondo a meno di 22 secondi da Cima.

Nella 33° edizione della Centomiglia del Lario si assiste al terzo successo (di cui due consecutivi) di Giuseppe Todeschini che, con il suo collaudato catamarano Molinari-Mercruiser, stabilisce anche il nuovo record della gara con 145,421 Km/h. Sfortunati per contro i due piloti del Team Abbate: Claudio Giovio è costretto ad abbandonare per la rottura di una turbina del suo Chevrolet dopo essere stato anche al comando e Tullio Abbate che deve arrendersi già nella fase di riscaldamento prima del via a causa della rottura di una biella del propulsore americano Ghel Bons.


Il record classe diesel di Carlo Bonomi
Nel 1982, a sorpresa, l'ex Campione Mondiale di Off-Shore Carlo Campanini Bonomi ritorna a far parlare di sé nelle cronache dello sport motonautico dichiarando di voler attaccare il record mondiale di velocità per scafi diesel detenuto dal pilota costruttore Fabio Buzzi.
Bonomi è convinto di riuscire ad oltrepassare i 200 Km/h e diventare, nella storia del diesel, il primo pilota a centrare questo traguardo.
A sorpresa però, per riuscire nell'impresa, decide di contattare, tramite l'amico Cesare Fiorio (Direttore Sportivo Lancia Rally ed ex Direttore Sportivo della scuderia Off-Shore Martini Racing con cui Bonomi, tra il 1973-1975 vinse due Titoli Mondiali classe OP.1), proprio Buzzi tentando di convincerlo a rinunciare ad un nuovo personale tentativo di record (peraltro già in cantiere) e allo stesso tempo di affidargli il suo scafo.
Fiorio ricorda a Buzzi che Bonomi fu vittima di un serio incidente mentre provava un catamarano da circuito riportando lesioni permanenti ad un gamba, tali da precludergli di continuare a gareggiare nell'Off-Shore. All'ingegnere di Annone Brianza, l'idea che un cliente possa battere il suo prestigioso record non lo entusiasma, ma trattandosi nella fattispecie di Bonomi, il problema non si pone.
Nonostante Buzzi fosse legato alla VM, in questo caso opta per un propulsore Isotta Fraschini, dietro stretto consiglio dell'ingegner Brighigna, amministratore delegato di entrambi i marchi. La decisione è presa perché il gruppo industriale vuole abbinare il possibile record con il rilancio di questo glorioso marchio che da un po' di tempo versa in grave difficoltà.
Inizialmente la casa propende per il famoso 6 cilindri in linea ID 32. Buzzi e Romeo Ferraris però ritengono questo propulsore piuttosto datato e non all'altezza della situazione così la scelta cade giustamente sull'ultimo nato, contraddistinto dalla sigla ID 38: un motore 6 cilindri a V di 9800 cc concepito per muovere i carri armati prodotti dalla Oto Melara.
A questo punto è necessaria la mediazione di Bonomi per imporre definitivamente nello staff la presenza del preparatore Romeo Ferraris, il quale in breve tempo elabora completamente i due motori acquistati e li rende ancor più potenti.
Nel suo cantiere Buzzi realizza uno scafo di dimensioni più grandi rispetto al precedente; il nuovo tre-punti è stampato in fibra e resina epossidica e misura 7,30 metri di lunghezza e 2,90 metri di larghezza.
Dopo i primi positivi collaudi, qualche giorno prima di recarsi sulla base cronometrata di Moregallo, arriva la notizia che il record di Buzzi è stato battuto sul Lago di Coniston, in Gran Bretagna, dal pilota Christopher Kaye. Questi alla guida di un idroplano battezzato "Miss Britain IV" motorizzato con un Ford industriale 2720 (un'elaborazione di quello installato sul Ford Largo) che eroga una potenza di 525 HP a 2400 giri, porta il nuovo limite mondiale di velocità a 199,940 Km/h.
La prestazione di Kaye non scompone più di tanto Bonomi e Buzzi, convinti più che mai di poter migliorare anche questo nuovo primato che peraltro ha sì battuto il precedente record, ma non superato il fatidico e tanto agognato muro dei 200 Km/h.
A Moregallo, dopo alcuni giorni di forzata sosta in banchina per le proibitive condizioni atmosferiche, ecco arrivare finalmente la giornata giusta. Il 4 ottobre il maltempo concede una tregua: Bonomi si infila nell'abitacolo del grosso tre-punti Rothmans World Leader e si lancia sulla base misurata "Marco Polo" incurante delle raccomandazioni di Buzzi che gli suggerisce di migliorare il record ma di non esagerare, in modo che ci sia ancora margine per attaccarlo. In realtà Bonomi va molto oltre i 200 Km/h e ottiene una strepitosa media di 215 Km/h.

Oltre al record di Bonomi è doveroso segnalare un altro importante primato, questa volta realizzato da Fabio Buzzi stesso; si tratta del record mondiale di velocità (194,736 Km/h) per la classe Entrobordo Corsa R3 2000 cc stabilito sulla base misurata di Sarnico con un tre-punti FB Design motorizzato Mercury.
Lo stesso scafo, stazzato per la Entrobordo Sport S3 2000 cc, riscende in acqua con Fulvio Bertinetti alla guida e ottiene il nuovo limite mondiale anche di questa categoria con 188,264 Km/h.

Purtroppo il 1982 verrà anche ricordato per la drammatica scomparsa di uno dei più grandi entrobordisti italiani: Guido Caimi.
Caimi che aveva ereditato la passione dal padre Franco, anch'egli eccellente racerista, iniziò la sua carriera motonautica in giovane età mettendosi subito in evidenza per il suo grande temperamento che in brevissimo tempo lo aveva portato a conquistare significativi risultati prima con i fuoribordo e poi con gli entrobordo.
In oltre vent'anni di gare ha collezionato quattro Titoli Mondiali, nove Europei, dieci Italiani e anche una storica vittoria al Raid Pavia-Venezia. Dal 1981 era ritornato a gareggiare a tempo pieno; il suo passaggio alla classe regina, la Formula 1 (OZ), era considerato come un meritato traguardo dopo una carriera lunga e positiva.
Il 25 settembre, sulle acque dell'Idroscalo di Milano, esattamente ventiquattro ore prima del suo 42° compleanno, in una prova del Campionato Mondiale OZ, è vittima di un incidente mortale. Ironia della sorte, a suo dire, quella doveva essere l'ultima gara prima del definitivo ritiro dalle corse. Guido, quindici giorni prima dell'incidente, soffrì anche per l'improvvisa perdita del padre Franco.


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