Stagione agonistica 1983
Giuseppe Todeschini ed il magnifico tris Mondiale
Spesso accade che chi nello sport vince troppo crei noia e invidia. E' probabilmente il caso di Giuseppe Todeschini.
Tullio Abbate e Claudio Giovio, dopo le interminabili polemiche dei precedenti mondiali dove vennero squalificati per urto di boa il primo (nel 1981) e per partenza anticipata il secondo (nel 1982), decidono di disertare la gara di Cariate che assegna il titolo dell'anno in corso.
L'elenco dei partecipanti annovera, oltre al campione in carica, anche Annibale Beltrami con il suo scafo Eugenio Molinari, Giovanni Cima con il classico Timossi e Pietro Cesana con un Lucini molto bello a vedersi che mostra una originale livrea dai colori dell'arcobaleno: è uno scafo di recente costruzione già usato senza molta gloria da Bruno Locatelli.
Questi piloti usufruiscono di propulsori B.P.M. 8 cilindri da 8000 cc, mentre Todeschini adotta, sul suo vincente catamarano R.Molinari leggermente modificato, un B.P.M. 12 cilindri da 12.000 cc Carlo Bodega, sull'altro catamarano sempre costruito da Renato Molinari, ripropone lo Chevrolet biturbo preparato dalla Gale Banks; un complesso in grado di scaricare in acqua una potenza di quasi 900 HP, circa cinquanta in più dell'aspirato di Todeschini.
Sono della partita anche i soliti svizzeri Ulrich e Hoffmann, come sempre unici stranieri presenti nella classe R°° ed entrambi con gli stessi scafi già visti nelle precedenti edizioni del campionato. Lo strapotere di Todeschini è netto; il pilota lecchese fa sue tutte le quattro manches riconfermandosi Campione Mondiale per la terza volta consecutiva e relegando, nella classifica finale, Giovanni Cima in seconda posizione e l'elvetico Joseph Ulrich in terza.
Questa vittoria mette anche fine alle eccessive insinuazioni che lo volevano vincitore nel 1981 e nel 1982 più per l'aiuto della dea bendata che per i propri meriti. Bisogna invece ammettere che questo pilota ha sempre dimostrato grande professionalità nel mettere in acqua mezzi altamente preparati e nel gestire a proprio vantaggio le situazioni di gara.
Per contro questo campionato non è certo stato positivo per Carlo Bodega che ha patito la rottura di due pale dell'elica nella prima manche (e qui si può chiaramente parlare di sfortuna) ed è incappato in un urto di boa nella seconda. Dopo questo episodio non si è più schieralo nelle rimanenti prove. Anche Annibale Beltrami che lamenta problemi d'assetto, decide d'arrendersi definitivamente dopo il poco promettente quinto posto della prima manche.
Deludente ancora una volta lo scafo di Cesana che rivela grossi problemi sia in virata che in rettilineo; è inoltre vittima di una collisione in boa con lo svizzero Paul Hoffmann, il quale in seguito ad uno squarcio rimediato allo scarpone, è costretto ad abbandonare la gara sin dalla prima frazione.
La carriera di Giuseppe Todeschini, oltre ai tre Titoli Mondiali della R°°, annovera altre prestigiose affermazioni: iscrive il proprio nome ben cinque volte, di cui quattro consecutive (1981-1984) nell'albo d'oro della Centomiglia del Lario, gara vinta precedentemente da grandi nomi della motonautica quali Guido e Tullio Abbate, Renato Molinari e Giuseppe Colnaghi.
Il Campionato Mondiale della Entrobordo Corsa R1 1000 cc che si disputa a Taranto, si rivela un "flop"; alla rinuncia dei concorrenti stranieri (evidentemente il mondiale 1982 di Lignano ha lasciato il segno), si aggiunge la ridotta presenza dei piloti italiani: Pier Luigi Brigada, Luciano Racconi e "l'idolo locale" Pasquale Ariante (tutti alla guida di catamarani Clerici motorizzati Selva).
Vince meritatamente Brigada che si aggiudica ben tre manche piegando la coriacea resistenza di Ariante e del sorprendente Racconi. Malgrado l'impegno e la professionalità dei piloti presenti, riesce difficile dare credibilità e legittimare una gara come questa: la U.I.M., difatti visti gli scarsi contenuti, decide di non riassegnare il titolo a partire dal 1984.
Ettore Cagnani iridato classe R3
Sulla stessa lunghezza d'onda si svolge anche il Campionato Mondiale della Entrobordo Corsa R3 2000 cc organizzato, come nel 1981, a Marta sulle acque del Lago di Bolsena. A contendersi il titolo abbiamo cinque italiani, tutti a bordo di catamarani.
Tre di questi, costruiti da Renato Molinari e motorizzati Evinrude con relativo gruppo poppiero, sono portati in gara dai piloti: Claudio Marsi, Roberto Savioli e dall'esordiente Ettore Cagnani (pilota di Formula 1 In-Shore ed ex Campione Italiano delle classi Fuoribordo Corsa OA 250, OB 350, ON 2000) che nella circostanza rileva lo scafo di Stefano Signoretti, impossibilitato a parteciparvi. Completano lo schieramento Franco Clerici che è inserito giustamente in squadra nazionale e che ripresenta il suo catamarano motorizzato Mercury e Francesco Manfredini, al rientro nelle competizioni dopo un anno sabbatico.
Manfredini è anche l'unico concorrente che fedelmente rimane legato alla tradizione ed usufruisce di motori di derivazione automobilistica. Il suo scafo infatti, costruito inizialmente per la Formula 2 ln-Shore cd utilizzato da Pier Luigi Bonvicini nel 1982 in alcune prove del Campionato Mondiale (Trofeo F.O.N.D.A.) è ora trasformato in entrobordo e, a seconda delle competizioni (R3N o R3), viene allestito con propulsori Alfa Romeo e B.M.W.
A Marta, per il mondiale, Manfredini sceglie di utilizzare il B.M.W. e questo fatto, in un ambiente ove ormai si vedono solo motori di derivazione fuoribordistica, il complesso del pilota cremonese suscita molto interesse.
Gli ingegnosi preparatori parmensi Zoni e Speroni, curatori della meccanica dello scafo, hanno, per l'occasione, sperimentato alcune interessanti innovazioni tecniche che sono state notate e così descritte dall'lng. Aldo Martinetto sulla prestigiosa rivista di nautica "Vela e Motore": "... il motore che viene installato è a carter secco e, anziché fissato stabilmente al basamento, è incernierato e basculante. La sua inclinazione viene comandata dal pilota mediante due pistoni oleodinamici. Il motore è accoppiato mediante un giunto al piede poppiero che rimane solidale al motore e non allo scafo. La presenza del piede con gli ingranaggi consente di mantenere il motore con l'identico orientamento che ha sulla vettura di provenienza e quindi il volano verso poppa. Questo sugli entrobordo ad asse rigido e diretto non si può fare, perché per invertire il senso di rotazione (è necessario il senso orario, dovendo curvare solo a sinistra, per sfruttare la coppia dell'elica) si è costretti a girare il motore. Il carter secco si è reso necessario, perché l'assetto del motore è variabile, ma nello stesso tempo ha consentito il suo piazzamento molto in basso, con il risultato di migliorare enormemente la posizione del baricentro e l'aerodinamica della carenatura..."
Purtroppo però, al mondiale di Marta, Manfredini è costretto al ritiro; come spesso accade, anche in questo caso, le innovazioni adottate sullo scafo del pilota cremonese necessitano di "rodaggio". La gara è dominata dagli scafi di Cagnani e Clerici, i quali relegano gli altri concorrenti a lottare per le posizioni di rincalzo. Savioli, Marsi e Manfredini lamentano a turno una serie di problemi meccanici che ne pregiudicano l'affidabilità. Al temine delle quattro manches è il pilota milanese ad aggiudicarsi il titolo precedendo nella classifica finale Clerici, vincitore di una sola manche, Marsi, Savioli e Manfredini che si ritrova senza punteggio essendo vittima sin dalla prima prova di irreparabili guai meccanici.
Cagnani, con il "Mondiale" in tasca e una carriera ventennale, decide di abbandonare lo sport motonautico.
I Titoli Nazionali e le gare di fondo
Nel Campionato Italiano degli Entrobordo Corsa della R3N 2000 cc sono ancora una volta i racers a imporsi nel confronto con i catamarani (tra i quali oltre al già citato scafo di Manfredini si schiera anche Mario Pecci con un nuovo mezzo costruito da Renato Molinari) conquistando, nella classifica finale, le prime tre posizioni con Remigio Telasio, Adriano Muggiati e Virgilio Molinari. Telasio porta al successo l'ex tre-punti Lucini e Frigerio-Alfa Romeo di Guido Caimi.
Nella classe R1 1000 cc il titolo tricolore è conquistato dal comasco Luciano Racconi che riesce a spuntarla dopo un agguerrito duello con il pavese Pier Luigi Brigada. Entrambi portano in gara due catamarani del cantiere Franco Clerici motorizzati Selva.
Da notare purtroppo come sia per la classe R3N che per la R1 il numero dei partecipanti al Campionato Italiano sia piuttosto ridotto.
Per quanto concerne le vittorie di scafi entrobordo nelle principali gare di fondo sono sicuramente degne di nota quelle conseguite da Antonio Petrobelli e del suo Celli-B.P.M. della classe R°° al 15° Trofeo Due Ponti di Boretto e alla prima edizione della 100 Km. del Po di S.Nazzaro d'Ongina. Tali gare hanno in comune la lunghezza del percorso: 20 Km di sviluppo da percorrere cinque volte. Petrobelli si impone in entrambe realizzando sempre ottime medie: nella prova borettese fa registrare oltre 177 Km/h, staccando l'elvetico Joseph Ulrich e Telasio e a San Nazzaro si impone con 178,988 Km/h (e un giro ad oltre 180 Km/h) dominando gli avversari, tra i quali il sempre temibile Annibale Beltrami. Purtroppo questa riuscita 100 Km. viene turbata dal serio incidente occorso al pilota milanese Roberto Savioli il quale effettua un terribile looping con il suo veloce catamarano entrobordo Renato Molinari-Mercury della classe R3 2000 cc e riporta le fratture del femore e della clavicola.
Per chiudere il discorso S.Nazzaro mi preme spendere anche alcune parole per rimarcare la buona prova disputata dal racerista Remigio Telasio che a conferma del suo eccellente stato di forma si classifica terzo assoluto (primo degli entrobordo corsa 2000 cc) ingaggiando con Giulio Ricci un'avvincente sfida. I due piloti, a bordo dei loro tre-punti Lucini e Frigerio-Alla Romeo rimangono incollati l'uno all'altro per tutta la gara e tagliano il traguardo distanziati da pochi metri. Sul finire dell'annata il pavese Franco Migliavacca, conosciuto nell'ambiente sportivo più come preparatore di motori per le classi entrobordo che per le sue rare apparizioni in gara, è vittima di un tragico incidente mentre prova sul fiume Ticino uno scafo dotato del propulsore sperimentale HBM da lui stesso progettato e costruito. Tra le varie notizie che si rincorrono, pare che Migliavacca non indossasse casco e giubbetto salvagente e forse è proprio questo il motivo per cui il suo corpo non è mai riaffiorato in superficie, dando adito nell'ambiente a diverse supposizioni, anche le più assurde. Il Racing Team Corse Franco Migliavacca annoverava diversi piloti di prim'ordine tra i quali anche Ruggeri, Caramelli, Prospero e Muggiati.
La sfida di Renato Molinari portata agli Unlimited americani
Il 1983 deve anche essere ricordato per l'avvincente sfida portata all'entrobordismo statunitense dal nostro campionissimo Renato Molinari.
Egli infatti, fresco vincitore dell'ennesimo Titolo Mondiale di F. 1 In-Shore, prepara un particolare catamarano spinto da due motori fuoribordo Evinrude da 3500 cc cadauno e si reca a Houston per il Campionato Mondiale Unlimited A.P.B.A.
L'intenzione del nostro pilota è quella di confrontare le possibilità del suo leggero scafo contro gli enormi entrobordo degli specialisti americani, spinti da propulsori Rolls-Royce da 16.000 / 18.000 cc e in grado di sfiorare velocità di 250 Km/h.
Molinari grazie alla sua immensa classe riesce a ben figurare, arrivando dopo le diverse batterie eliminatorie a raggiungere le semifinali. Non si qualifica per la finale ma grazie al forfait di un altro concorrente viene ripescato per la finalissima a sei dove con una prestazione di grande livello conquista un eccellente terzo posto assoluto.
Per la cronaca la media del vincitore, l'americano Irwin Miller, è di 240 Km/h.
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Stagione agonistica 1984
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