Stagione agonistica 1972


Con l'avvento della stagione 1972 si manifestano, in campo nazionale, nel settore delle classi degli entrobordo corsa, i primi segnali di un deciso malessere le cui cause sono principalmente imputabili a tre fattori. Per prima cosa il sempre più scarso interesse per i racer va a vantaggio delle classi fuoribordistiche, alcune delle quali molto interessanti e sospinte verso l'Europa da importanti case motoristiche d'oltreoceano. In secondo luogo si ha una riduzione del lotto piloti e la quasi totale assenza di nuove leve per questa specialità. Infine i costi richiesti per la messa a punto dei mezzi, soprattutto in alcune classi come la R4 2500 cc e la 91" A.P.B.A., risultano decisamente troppo ingenti.Tutto questo va ad incidere negativamente sulla stagione di gare 1972, al punte che, in nessuna delle categorie (LV, R2, 91" A.P.B.A.), a causa dell'esiguo numero di partecipanti, viene assegnato il titolo tricolore.

I racer della classe R4 2500 cc, con l'inizio di questo decennio e la sparizione della gloriosa KD 900 kg, hanno ereditato il compito non facile di animare le giornate motonautiche, ma versano, purtroppo, in condizioni di particolare difficoltà. L'introduzione del potente motore Alfa Romeo Montreal 8 cilindri a V da 300 HP che dovrebbe sostituire gli ormai obsoleti 6 cilindri in linea, peraltro ancora in uso, non riesce a dare nuova linfa alla categoria. Inizialmente, infatti, solo due piloti portano in gara questo propulsore: i già citati Antonio Petrobelli e Benito Casinghini, ai quali si aggiunge, in un secondo tempo, anche il campionissimo Leopoldo Casanova. Troppo poco, per una categoria che, non più tardi di tre o quattro anni prima, annoverava tra le sue fila oltre quindici concorrenti.


Le competizioni internazionali
Ad ogni modo il 1972 si riconferma, in campo internazionale, un anno tra i migliori, con importanti vittorie e brillanti prestazioni dei nostri raceristi. Su tutte, da ricordare l'ottima annata di Erino Facchini: il pilota vigevanese, a Sabaudia, si fregia del titolo mondiale per gli entrobordo corsa della classe R2 1500 cc, portando al successo il suo scafo Molivio-Alfa Romeo e precedendo Silver Shark (pseudonimo di un noto pilota italiano), Massimo Funaro ed il francese Renè Casset. Questo campionato mondiale viene organizzato nell'ambito della manifestazione celebrativa del centenario della Canottieri Tevere Remo e vede la partecipazione di sei concorrenti: gli italiani Facchini, Mattioli, Shark e Funaro, ed i francesi Nugue e Casset.
La vittoria finale dell'italiano Facchini, passa attraverso due successi nella prima e terza manche, ed un secondo posto contro l'unico primo posto di Shark nella seconda manche. Alla fine, dopo un'entusiasmante duello, Facchini ha la meglio sul Timossi-Alfa Romeo, per soli 8"e 9/10. Sull'onda di questo titolo, Facchini decide di partecipare, in acque svedesi e più precisamente a Stenungsund, anche al campionato europeo racer della R3 2000 cc, classe internazionale U.I.M. A completare la spedizione, troviamo anche il mantovano Giuseppe Mattioli. In gara, vi è una larga rappresentanza svedese, composta dai seguenti piloti: Lars Göran Jansson, Ulf Sterner, Lars Block, Lars Andersson, Gunnar Björklund; partecipa, inoltre, anche il pilota danese Jörgen Book. Tutti questi partecipanti, usufruiscono di scafi tre punti, evidentemente concepiti per le classi degli entrobordo sport, ma, nella circostanza, stazzati come corsa. Le motorizzazioni poi, variano dai Volvo Penta ai Ford. Erino Facchini, con il suo racer Molivio-Alfa Romeo, aggiudicandosi tre primi posti nelle prime tre manche, vince nettamente il titolo continentale. A completare l'ottima prova del vincitore vi è anche il secondo posto in classifica finale del nostro Giuseppe Mattioli. Lo squadrone dei piloti svedesi, più che mai convinti di riuscire ad interrompere la nostra supremazia in campo entrobordistico, si deve accontentare, almeno per ora, del terzo posto finale di Lars Block.

Rioccupiamoci, nuovamente, della classe R2 1500 cc: ritorna, infatti, agli onori delle cronache, l'intramontabile Leopoldo Casanova che conquista il titolo europeo dopo due stagioni senza alcuna affermazione internazionale. L'asso della motonautica parmense delizia tutti con una grande performance nelle acque francesi di Nevic d'Ussel, un piccolo centro termale piuttosto famoso. Casanova che porta al successo lo scafo Popoli-Alfa Romeo, vince tre delle quattro manche in programma; nella classifica finale precede i francesi Nugue e Casset e il nostro Silver Shark che, pur aggiudicandosi una manche, manifesta diversi problemi meccanici terminando a ridosso del podio, in quarta posizione. La graduatoria finale vede, al settimo posto, il giovane e grintoso pilota milanese Franco Cantando che a breve avrà modo di mettersi in luce fra le diverse classi dell'entrobordismo.

Dai racers della R2 1500 cc, veniamo a quelli della classe 91" A.P.B.A. che, nel 1972, concorrono per l'ultima volta all'assegnazione dei titoli internazionali. Sulle acque del lago di Viverone, nell'omonima località, Silver Shark, unitamente agli altri piloti italiani, domina l'europeo della 91" A.P.B.A., assecondato anche dall'ottimo binomio dello scafo Timossi con motore Alfa Romeo Raineri ad iniezione indiretta, magistralmente curato dai suoi preparatori, i meccanici Zoni e Speroni di Colorno. Silver Shark, ha la meglio sul bravissimo Erino Facchini, grazie ai successi nella seconda e quarta mance, ed al secondo posto nella prova iniziale. Facchini, invece, dopo la vittoria nella prima manche, colleziona due secondi posti. Buona anche la prestazione dei Orfeo Maltinti che si aggiudica una manche, ma, poi lamenta alcuni problemi al propulsore. Nella classifica finale, dietro al vincitore, Shark, ed a Facchini, troviamo la rivelazione Emilio Gerardo; seguono, nell'ordine Orfeo Maltinti, Michel Barone, Lucien Nugue, Renè Casset, Gerard Rousset, Jean Pierre Benozillo e Massimo Funaro. Tutti i concorrenti partecipanti, ad eccezione di Shark, dispongono di scafi Molivio. Per i propulsori, invece, abbiamo nove Alfa Romeo Raineri, ed un Renault montato sullo scafo del francese Rousset.

Al mondiale, sempre della 91" A.P.B.A., corso a Sabaudia, si assiste al primo posto storico conseguito dal Renè Casset; il transalpino, passa agli onori della cronaca in quanto primo motonauta francese ad iscriversi il proprio nome nell'albo d'oro. Nonostante tutti i favori del pronostico fossero per i nostri Casanova, Shark, Cantando, Funaro e Santamaria, Renè Casset, pilotando uno scafo del cantiere italiano Telaroli, con la livrea della carenatura verniciata con i colori verde e giallo come la famosa Lotus di Formula 1 di Jim Clark, riesce, anche grazie ad un pizzico di fortuna, ad avere la meglio in virtù di una prestazione regolare.
Il titolo mondiale è come sempre assegnato per somma di tempo sulla distanza di tre manche. Dopo la prima manche vinta da Casanova, ma con Casset quarto a circa un minuto dal vincitore, nella seconda manche ecco il colpo di scena: Casanova e Funaro sono declassati per partenza anticipata, Facchini e Shark, invece, sono costretti al ritiro. La vittoria di Casset, praticamente, è cosa fatta. Nell'ultima manche, con una condotta di gara accorta e limitando il distacco dai velocissimi Shark e Casanova, un terzo posto è sufficiente a Casset per far suo il titolo. La classifica finale del campionato mondiale della classe 91" A.P.B.A., riporta: primo Casset in 38'51"4/10, secondo il compagno di squadra Barone con 41'31" e, in terza posizione, l'italiano Santamaria. Seguono, nell'ordine: Casanova, Shark, Cantando, Facchini, Funaro, Nugue e Benozillo. Tutti i concorrenti sono scesi in gara utilizzando sui loro scafi motori Alfa Romeo Raineri.

Proseguendo nell'analisi dei campionati internazionali, soffermiamoci sul mondiale dei piccoli racers della classe R1 1000 cc, corso sul lago di Garda, in località Pescate. Per ragioni, a quanto pare, burocratiche, sono assenti i piloti tedeschi; di conseguenza, il lotto dei partecipanti, vede in acqua i rappresentanti della squadra britannica con sei piloti, tutti molto preparati e più che mai decisi a riconfermare il titolo vinto lo scorso anno. Sia il campione in carica, Noone che i suoi compagni di squadra, utilizzano dei tre punti, prevalentemente costruiti da loro stessi, su disegni realizzati da Noone, e motorizzati Hillman e Sunbeam. Per i nostri colori, abbiamo al ia due piloti: Giuseppe Colnaghi e Walter Maltinti, il primo con uno scafo Noone mosso da un motore Helvetia 4 cilindri di 963,19 cc, di derivazione Ford Escort elaborato dal bravo preparatore Branca, il secondo con uno scafo Molivio spinto da un Sunbeam. Della partita troviamo anche lo svizzero Joseph Ulrich, un habituè delle varie categorie entrobordistiche. Il titolo mondiale, dopo le tre manche, irride al britannico Andrew Chesman il cui successo è completato dagli altri compagni si squadra, John Roger Basketfield, secondo classificato, e John Ernst Mousley, terzo classificato. A salvare l'onore degli azzurri ci pensa Walter Maltinti, classificandosi quarto assoluto. Colnaghi, a causa di noie meccaniche, è stato costretto al ritiro fin dalle prime battute.

A distanza di una settimana, per la R1 1000 cc, si assegna anche il titolo continentale, sulle acque del fiume Po, a Boretto. I pronostici, chiaramente, vanno a favore dei piloti britannici, ma, con piacevole sorpresa, il nostro Colnaghi, vendicandosi della iella che a Garlate lo aveva perseguitato, fa suo il titolo ottenendo tre vittorie sulle quattro prove programmate a dimostrazione della sua netta superiorità. A Boretto si rivede in gara anche il rientrante Luigi Dell'Orto che, a bordo del tre punti San Marco-Ford, conquista un brillante quarto posto assoluto, mentre, l'altro azzurro, Walter Maltinti, un po' in ombra, si deve accontentare di un settimo posto precedendo Mousley e Basketfield, anch'essi in evidente difficoltà. Sfortunata, invece, è stata la prestazione del neo campione mondiale Chesman, terminato nella classifica finale in quinta posizione. Per il britannico un secondo posto nella prima manche, seguito da due ritiri; stessa sorte anche per Noone che, dopo il terzo posto iniziale ed un declassamento per partenza anticipata, non si è più ripresentato al via nelle rimanenti prove. A tenere testa al nostro Colnaghi ci hanno pensato gli altri britannici, John Ernts Mouseley che si è imposto nella terza manche, e John Basketfield che hanno occupato gli altri due gradini del podio. Tra le novità in gara a Boretto, vi è da segnalare l'unica rappresentante femminile, l'elvetica Esther Kloser protagonista, in negativo, di un incedente nella prima manche risoltosi, per fortuna, senza conseguenze fisiche, ma con lo scafo non più utilizzabile.

Ritorniamo sulle acque del lago di Paola, a Sabudia, per soffermarci sull'esito del campionato mondiale riservato ai racers della classe R4 2500 cc Assenti gli stranieri, la lotta per il titolo è ristretta ai nostri piloti Benito Casinghini, Antonio Dosi, Leonardo Mazzoli, Giuseppe ed Aurelio Dotti. Pur disponendo del mezzo più potente, Casinghini non riesce a far sua la prima manche. Cosa che, invece, riesce al sorprendete Mazzoli che si aggiudica la vittoria mantenendo nella propria scia il Celli-Alfa Romeo Montreal del rivale Casinghini. Nella seconda manche i cinque concorrenti arrivano in un fazzoletto alla prima virata, all'uscita dalla prima boa. Mazzoli entra in collisione con un altro scafo e nello scontro il pilota parmense riporta ferite mortali. Ancora una volta, si assiste ad una tragica giornata per lo sport motonautico; nonostante questo ennesimo incidente si continua, da anni, a parlare di pura fatalità, senza preoccuparsi della poca sicurezza in cui i motonauti sono costretti a gareggiare. In segno di lutto, il campionato mondiale viene sospeso e, di conseguenza, il titolo per l'anno 1972 non viene assegnato. A poco più di un mese di distanza, sull'affascinante e storico campo si gara di Campione d'Italia, gli scafi della R4 2500 cc ritornano in gara per la conquista del titolo continentale. Sotto una pioggia battente e con il ricordo sempre vivissimo dello sfortunato Mazzoli, si da vita ad un campionato che, per l'ennesima assenza di piloti stranieri, si limita al solito confronto tra i cinque componenti della squadra italiana. Il rientrante Antonio Pertrobelli rivince il titolo europeo, portando ancora una volta il suo Celli-Alfa Romeo Montreal sul gradino più alto. Petrobelli vince dominando tre della quattro manche, precedendo Antonio Dosi ed Aurelio Dotti. Sfortunate le prove sia di Casinghini, costretto all'abbandono, già nel corso della prima manche a causa dello sfondamento dello scafo, sia di Giuseppe Dotti che si ritira per problemi meccanici.


Le gare nazionali e le gare di fondo
La classe dei Lancia Flaminia, riconferma, anche nel 1972, la sua validità schierando in acqua ben tredici piloti. Un bel risultato in considerazione del carattere esclusivamente nazionale di questi racers che utilizzano motori monomarca a restrizione. Per la cronaca la vittoria del trofeo Lancia 1972 passa dalle mani di Gianpiero Maurelli, autore di una stagione al di sotto del suo standard che lo porta ad ottenere solo un sesto posto, a quelle, degnissime, di Aldo Martinetto. Al secondo posto, nella classifica finale del trofeo, troviamo Franco Beretta, seguito da Francesco Manfredini.

Nelle gare di fondo, in particolare nel Raid Pavia-Venezia, Roberto Brunelli sembra non avere rivali. Sempre alla guida del suo Timossi-B.P.M. della classe R°°, questo sanguigno pilota parmense centra un prestigioso tris di vittorie dopo i successi del 1970 e del 1971. In questa trentaduesima edizione, Brunelli realizza la media oraria di km/h 158,983, totalizzando un tempo assoluto di 2h 27'11", conquistando, oltre al primo posto assoluto, anche la Coppa D'Oro Theo Rossi di Montelera, con km/h 169,842 nel tratto cronometrato Isola Serafini-Revere. Questo Raid esalta, ancora un a volta, la validità degli scafi entrobordo corsa: infatti, nella graduatoria assoluta, troviamo classificati, nei primi dieci posti, ben sette racers tra i quali, oltre al vincitore Brunelli, spiccano nomi del calibro di Gino Lupi, Giuseppe Colnaghi, Emilio Gerardo, Leonardo Mazzoli, Franco Gilberti ed Aldo Martinetto.

Nel 1972 un'altra importante gara di fondo motonautico arricchisce l'interesse dei piloti delle classi entrobordistiche: si tratta del Giro del Lario, organizzato dal pilota costruttore Eugenio Molinari. La gara, giunta alla sua seconda edizione, è riservata agli scafi delle classi fuoribordo sport e corsa ed entrobordo sport. Il suo percorso, è di circa 100 km, con partenza da Bellagio; si passa poi per Lecco e si ritorna a Bellagio, poi ci si dirige a Como ed, infine, l'arrivo finale è nuovamente a Bellagio. Nel 1972 a trionfare è Tullio Abbate, con uno scafo entrobordo sport S°°: un complesso da lui stesso realizzato e motorizzato B.P.M. Il pilota comasco, fa registrare una media di km/h 131,918, di poco inferiore a quella ottenuta da Renato Molinari nel 1971, con km/h 135,741, su di un catamarano fuoribordo che negli annali di questa nuova gara di fondo risulterà essere l'unica vittoria non entrobordistica. Tullio Abbate incappa in una pessima giornata dal punto di vista meteorologico, con forti raffiche di vento che rendono molto mosse le acque del lago: lo scorso anno, ciò non si era verificato e il rivale, Renato Molinari, aveva potuto gareggiare in perfette condizioni. Dietro al vincitore Abbate, nella classifica finale assoluta del Giro del Lario, troviamo il tedesco Oskar Trost (pilota più volte presente alle gare di fondo italiane), Bruno Locatelli e Franco Gilberti, tutti su scafi dello stesso Abbate, con motore B.P.M. della classe S°°.

Tra le note negative della stagione 1972, segnaliamo durante lo svolgimento di una prova valida per la targa F.I.M. della classe entrobordo sport S°°, il serio incidente di cui rimane vittima Orlando Bodda. Il pilota torinese alla guida del suo tre punti E.Molinariu-B.P.M. riporta ferite piuttosto serie ad un braccio, compromettendo così, al sua carriera sportiva.


I nuovi record
Alla fine dell'annata di gare, tornano d'attualità i record di velocità. Sulla base misurata del lago di Paola, a Sabaudia, da molti piloti ritenuta la più adatta per stabilire nuovi primati, Leopoldo Casanova si presenta con due racers: l'obiettivo è quello di attaccare il record di velocità della classe entrobordo corsa R4 2500 cc, detenuto da Franco Foresti con la media di km/h 211, e della classe R3 2000 cc, di cui Franco Gilberti è il possessore con km/h 165,590.

Nella R4, Casanova dispone di un tre punti del cantiere Lucini e Frigerio, motorizzato Alfa Romeo Montreal; nonostante riesca ad avvicinarsi al precedente primato mondiale, facendo fermare i cronometri su un passaggio a 209 km/h, il tentativo fallisce.

L'indomito Casanova, si lancia con l'altro scafo, il Molivio-Alfa Romeo 4 cilindri di 145 HP della classe R3 2000 cc, (un motore di serie come da regolamento, previsto per la nuova categoria a restrizione che avremo al debutto nel 1973) e stabilisce il nuovo primato mondiale con 181,818 km/h. Si tratta, quindi, di un risultato rilevante, in considerazione del propulsore impiegato.

Il campione della motonautica colornese, attacca, altresì, il record mondiale di fondo, sempre della classe R3, utilizzando il medesimo scafo, ed ottenendo, sulle 24 miglia, la media eccezionale di km/h 160,930. Con questo record, Casanova supera il precedente limite, appartenuto ad un altro grande dell'entrobordismo: il pilota costruttore Eugenio Molinari che lo deteneva con la media di km/h 120,970.

Rimanendo in tema di record velocistici, è doveroso dare risalto anche al significativo primato conseguito da Livio macchia negli entrobordo della serie diesel. Il raggiungimento di record rilevanti è ancora lontano, ma, dopo il primo tentativo portato avanti con successo da Renato Molinari nel 1970, è iniziato un periodo di sviluppo in questo settore e come avremo modo di vedere, non mancano le premesse per un grande futuro.

Sulla base misurata di Lenno, sul lago di Como, Livio Macchia si impossessa del nuovo limite di velocità sul chilometro lanciato per la classe entrobordo diesel, da poco riconosciuta dal regolamento U.I.M. Avvalendosi di uno scafo quattro punti, progettato e costruito dal cantiere Abbate, motorizzato con un Perkins diesel modello T6.354, 6 cilindri in linea, sovralimentato, di cilindrata complessiva di 5800 cc, Macchia stabilisce il nuovo record con km/h 126,097. Questo limite, fa cadere il precedente di km/h 110,820 ottenuto solo un mese prima dall'inglese Michael Bellamy nelle acque del lago di Windermere.

Dopo la parentesi riservata ai motori diesel, ritorniamo ai benzina, segnalando altri importati record, come quello realizzato da Franco Gilberti; un pilota gentleman delle classi entrobordo corsa, sport e offshore, già più volte recordman. Gilberti, stabilisce il nuovo primato mondiale di velocità per la classe S2 1500 cc, sulla base misurata di Sarnico, sul lago d'Iseo. Pur non trattandosi di una categoria racers, possiamo tranquillamente definire questo record come appartenente a tale categoria, viste le caratteristiche del tipo d'imbarcazione utilizzata dal pilota milanese. Si tratta, a prima vista, di un classico racer tre punti costruito dal cantiere parmense di Carlo Popoli, con l'unica variante di una modifica al pozzetto di guida, allargato ai due lati del pilota per poter così rientrare nel regolamento delle classi entrobordo sport. Su questo racer, è installato un motore Alfa Romeo di cilindrata 1498 cc, un 4 cilindri in linea di 165 HP a doppia accensione, preparata da un altro pilota delle classi entrobordo, Arrigo Mazzanti. Con questo piccolo bolide dal peso di poco superiore a 300 chili, il nostro Gilberti riesce nell'impresa di ottenere il nuovo record della S2 1500 cc, con km/h 165,524, ed un lancio effettuato a circa 167 km/h. Cade così, per questa classe, il vecchi primato del russo Isakow, realizzato con km/h 123.

Dopo questo risultato, Gilberti, nuovamente a Sarnico, decide di migliorare il suo stesso primato, ottenuto nella classe entrobordo sport S4 2500 cc: teme, infatti che prima o poi qualche pilota straniero cerchi di attaccare il suo record! Rimettendo in acqua il suo scafo Abbate con carena a quattro punti spinto dal potente Alfa Romeo Montreal 8 cilindri di 270 HP, elaborato specificamente dall'Autodelta, Gilberti, si lancia con furore sulla base misurata e dopo pochi giri riesca anche a migliorarsi facendo registrare la media di 153,260 km/h.


Stagioni agosistiche entrobordo
Stagione agonistica 1973