Stagione agonistica 1967
Se il 1966 è stato l'anno dei grandi successi internazionali di Leopoldo Casanova, il 1967 è certamente l'annata d'oro di Guido Caimi. Egli, infatti, si aggiudica entrambi i titoli, mondiale ed europeo, per i racers di 350 kg, nonché il mondiale della classe LV 1300 cc.
Il titolo mondiale e quello europeo della 350 kg
Guido Caimi, a Sacca di Colorno sulle acque del fiume Po, impone la legge del più forte vincendo il titolo mondiale della classe 350 kg su di un circuito piuttosto lungo di 2500 m. Al via della competizione abbiamo, oltre agli italiani Caimi G., Casanova, Aliani, Perziano, De Crescenzo, Lupi G., Bernocchi, De Angelis e Ajelli, anche gli svizzeri Faroppa e Wyss.
Guido Caimi vince le due manche iniziali precedendo, nella prima, De Angelis e De Crescenzo mentre, nella seconda, ottiene il successo davanti ai bravissimi Perziano e Aliani. Nell'ultima e decisiva terza frazione si ha la bella prestazione di Aliani, primo al traguardo, ma con Caimi in seconda posizione. Con questo piazzamento Caimi ottiene, nella sommatoria generale dei tempi conseguiti, un 39'29"6 contro i 39'57"5 di Aliani. Tale risultato porta il pilota milanese ed il suo scafo L.Molinari-Alfa Romeo Giulia 1600 cc elaborato Raineri, a fregiarsi del suo primo titolo mondiale in carriera. Al terzo posto finale troviamo il romano De Crescenzo, al quarto il cremonese Gino Lupi, al quinto De Angelis e al sesto posto, Faroppa, primo degli stranieri.
Giornata nera per il campione locale Casanova, partito in testa velocissimo con il suo nuovissimo tre punti L.Molinari-Alfa Romeo Giulia G.T.A. 1600 cc. Durante la prima manche, infatti, è costretto a ritirarsi al quarto giro a causa di un irreparabile danno al motore. Resta, per Casanova, la soddisfazione di essere riuscito a compiere il giro più veloce nelle poche tornate effettuate, alla media notevole di km/h 130,432.
A circa due mesi di distanza, a Boretto, è la volta del campionato europeo racers 350 kg. In questo campionato fotocopia del mondiale colornese, Guido Caimi riafferma la propria netta superiorità vincendo le prime tre manche delle quattro programmate. Nella prima arriva al traguardo precedendo lo svizzero Faroppa e Perziano, nella seconda dietro di lui troviamo Aliani e Perziano, ed infine nella terza vince su Casanova ed Aliani. L'avversario più temibile di Caimi è il detentore di questo campionato, ovvero Casanova che, però, per la seconda volta in questa stagione, subisce le bizze del suo motore Alfa Romeo G.T.A. Giulia 1600 cc. Il pilota, dopo un inizio al comando della prima manche, a causa di un problema alla pompa di iniezione, è costretto al ritiro. Per Casanova anche questo campionato comincia sotto i peggiori auspici: anche nella seconda manche, matura un pesante ritardo nei confronti di Caimi. Bisogna attendere la terza manche quando, una volta risolti i guai che assillano il potente e forse troppo esasperato G.T.A., Casanova riesce a concludere in seconda posizione ad un solo decimo di secondo da Caimi, per poi vincere la quarta manche superando lo stesso Caimi. Anche stavolta a Casanova tocca la magra consolazione di ottenere il giro più veloce del campionato.
Guido Caimi è da ritenersi, ormai, ai vertici dell'entrobordismo internazionale, ma, nonostante l'indiscussa sua e del suo velocissimo ed affidabile complesso L.Molinari-Alfa Romeo Giulia G.T.A. 1600 cc, ci si chiede quale avvincente sfida avrebbero offerto lui e Casanova se a quest'ultimo non fossero capitati i problemi meccanici che lo hanno penalizzato.
Anche stavolta abbiamo una buona prestazione di Ercole Aliani (Popoli-Alfa Romeo) che, nella classifica finale, occupa il terzo posto assoluto, davanti a Giuseppe Perziano (Celli-Alfa Romeo) e allo sfortunato italo svizzero Renzo Faroppa. Per ciò che riguarda gli altri partecipanti, troviamo in gara gli elvetici Iten, Wyss e Müller; su di loro, però, c'è poco da dire considerando poi il notevole gap accumulato dai nostri piloti.
Il mondiale della classe LV 1300 cc
Il terzo titolo internazionale vinto da Guido Caimi è il mondiale degli entrobordo corsa classe LV 1300 cc svoltosi a Peschiera del Garda (VR). Iscritti a partecipare a questa competizione abbiamo 16 racers, rispettivamente pilotati da 11 italiani, quattro svizzeri e uno statunitense. Per l'Italia abbiamo: Franco e Guido Caimi, Casanova, De Angelis, Cantù, Maltinti, Torchio, De Crescenzo, Facchini e Perziano, su scafi dei vari cantieri di Angelo o Livio Molinari, mentre Ajelli utilizza un Popoli (ex Casanova). La Svizzera schiera il connazionale Renzo Faroppa, Kurt Iten, Friederich Wyss e Willy Müller, quest'ultimo con uno scafo Carawelle. Infine, per gli USA, con tanto di licenza A.P.B.A., troviamo l'italo americano con residenza elvetica Philip Rolla su di uno scafo a guida avanzata realizzato dal cantiere Angelo Molinari.
Anche in questo campionato tutti i partecipanti impiegano, sui loro racers, dei motori Alfa Romeo; continua, incontrastato, quindi, il ruolo "monomarca" della nostra casa automobilistica per le classi di media e piccola cilindrata (da 1300 cc a 2500 cc) degli entrobordo corsa. E' elettrizzante la cronaca della prima manche: al comando della corsa si alternano, nel primo giro Maltinti e per gli altri otto giri De Angelis. Quest'ultimo, purtroppo, è costretto ad abbandonare corsa e mondiale per la fusione del motore. La vittoria della manche viene così assegnata a Guido Caimi.
Oltre a questo episodio la gara vive altri colpi di scena: Casanova, mentre si trova in seconda posizione e sta attaccando De Angelis, salta una boa, la riprende e quella stessa posizione si getta in un'entusiasmante rimonta, portandosi a ridosso di Franco Caimi, anch'egli in ritardo a causa di una difficoltosa partenza. Franco Caimi, poco più tardi, è autore di una collisione con Maltinti e provoca un evidente squarcio allo scarpone di destra del proprio racer, riuscendo comunque a terminare la manche. Nel frattempo, approfittando del ritiro di De Angelis, Guido Caimi balza in testa alla competizione e va a vincere con un tempo di 15'12"7, davanti a Maltinti (15'23"5), Casanova, Franco Caimi, Facchini, Ajelli, Wyss (primo degli stranieri), Iten e Faroppa. Da segnalare il ritiro dell'americano Rolla: il pilota non era nelle migliori condizioni con il suo racer a motore posteriore. Ritirati anche Perziano, Cantù, De Crescenzo e come abbiamo già visto, De Angelis.
Con la vittoria ottenuta Caimi può, a buon diritto, aspirare anche a questo titolo: infatti, nella seconda manche, il nostro campione, con una gara accorta, si mette nella scia di Perziano e Casanova conquistando un terzo posto che gli permette di incrementare in termini di secondi il suo vantaggio sugli avversari. Da segnalare il quarto posto dell'elvetico Wyss che precede Franco Caimi, Facchini, Ajelli, Torchio, De Crescenzo e Maltinti, vittima di un declassamento a causa di una partenza anticipata.
Nell'ultima e decisiva frazione di gara si assiste al confronto tra Guido Caimi e Casanova: in effetti solo questi due contendenti possono ambire al successo finale. Caimi che gode di un vantaggio di 13"5 sul rivale, con una perfetta partenza, si porta in prima posizione con Casanova in scia che lo incalza fino a superarlo in virata, intorno al quarto giro. Casanova riesce a mantenere il comando della corsa ma, dopo due tornate, per una banalissima e quasi invisibile fessura in una condotta del circuito di raffreddamento che provoca un danno allo spinterogeno, è costretto ad uscire di scena offrendo a Guido Caimi, su di un piatto d'argento, vittoria di manche e titolo mondiale. Al secondo posto, in questa terza manche, troviamo Perziano, terzo Maltinti che ha dato prova del suo eccellente grado di preparazione; a seguire Facchini, Franco Caimi, Ajelli e Wyss. Questo titolo mondiale della LV 1300 cc, per il secondo anno consecutivo resta alla famiglia Caimi dopo che il padre, Franco, si era imposto l'anno precedente ad Aix Les Bains. La classifica finale vede primo Guido Caimi, secondo Erino Facchini, terzo Franco Caimi (che, nella fattispecie, non ha mai dato al vera impressione di volersi riconfermare iridato), quarto Aldo Ajelli (che, dopo essersi messo in luce nelle classi fuoribordistiche, fa un'ottima figura anche con i racers), quinto il primo degli stranieri, Friederich Wyss, sesto Giuseppe Perziano e, soltanto in settima posizione, Leopoldo Casanova. E' doveroso fare qualche considerazione sulla tenuta dei motori Alfa Romeo 1300 cc: per la ricerca, sempre più esasperata, di qualche cavallo in più, purtroppo pagano un dazio in termini di affidabilità. Guido Caimi, in realtà, non corre con un motore nuovissimo e la sua performance è sicuramente dovuta alla sapiente capacità di gestire la gara, grazie alle sue eccellenti e sempre più consolidate doti di pilota delle classi racer. Con la disputa del mondiale LV 1300 cc di Peschiera, la commissione tecnica decide per l'omologazione in campo internazionale di un nuovo propulsore, sempre Alfa Romeo che, grazie ai 20/25 HP di incremento rispetto ai "Giulietta Sprint Veloce", risulta più potente. Il motore precedente era in uso da quando, nel 1959, venne istituita la categoria e con la novità della doppia accensione.
Il campionato europeo di Lecco e i successi di Casanova e di De Angelis
Al campionato di Lecco si assiste all'impiego del nuovo motore potenziato Alfa Romeo anche se, per ora, non tutti i concorrenti presenti ne usufruiscono; ne dispongono solamente Guido Caimi, Casanova e Maltinti. In questa competizione è Casanova ad avere la meglio, impedendo a Guido Caimi di conseguire il "poker" di vittorie per l'annata 1967.
Si iscrivono a questa gara i seguenti piloti italiani: Casanova, Guido Caimi, Maltinti, Riola e Torchio. Abbiamo poi i soliti piloti svizzeri: Faroppa, Wyss ed Iten. All'inizio della prima delle quattro manche previste, Guido Caimi va in avaria a causa della rottura della staffa che sostiene i carburatori. Lo stesso, ottiene un secondo posto nella seconda manche, ma è costretto a ritirarsi dalle successive a causa di problemi fisici dovuti al notevole moto ondoso. Si assiste, inoltre, al definitivo ritiro di Riola già dalla prima manche, a causa della rottura della pala del timone. Giornata sfortunata anche per l'elvetico Faroppa che, dopo un ritiro all'undicesimo giro della prima frazione di gara ed un quarto posto nella seconda, esce di scena nella terza manche a causa dell'incendio occorso al suo scafo. Il pilota si salva gettandosi in acqua ed assiste alla distruzione della sua imbarcazione: i soccorsi, infatti, giungono in ritardo sicuramente per l'assurda mancanza di estintori sulle barche di salvataggio.
Niente di tutto ciò tocca Casanova che, con tre vittorie nelle prime tre manche, fa matematicamente suo il titolo continentale, lasciando a Maltinti il successo dell'ultima prova. La classifica finale vede il piazzamento, alle spalle di Casanova, di Maltinti, Torchio, Guido Caimi, Wyss, Faroppa ed Iten. Bel banco di prova per il nuovo motore Alfa Romeo doppia accensione che si rivela da subito vincente, con il conseguimento di un primo e di un secondo posto. Le avverse condizioni dello specchio di gara, però, non permettono il raggiungimento di velocità degne di rilievo. Basti pensare che Casanova, raggiunge la media di km/h 91,486 nella terza prova, mentre Maltinti di 92,022 km/h nella quarta.
Oltre all'alloro continentale LV 1300 cc, Casanova fa suo anche il campionato italiano della stessa classe, un titolo previsto sulla distanza di quattro prove (Bracciano, Cremona, Pusiano e Omega).
Sulla base dei notevoli risultati ottenuto negli ultimi quattro anni, la Chevron conferisce al campionissimo colornese, lo speciale premio "Sportsman dell'anno" 1967.
Sul finire della stagione di gare il pilota romano Giulio De Angelis stabilisce una nuovo record mondiale di velocità, sulla base cronometrata di Sabaudia per il racers della classe LV 1300 cc. Con il suo tre punti A.Molinari-Alfa Romeo, De Angelis attacca il precedente limite di km/h 166,70 ottenuto due anni prima da Casanova, migliorandolo con km/h 187,99. Questa performance di grande spessore, in parte, mitiga l'amarezza dovuta ad una stagione avara di successi.
I campionati della classe KC 500 kg
A Luino si assegna, per la prima volta negli anni '60, il titolo mondiale della classe KC 500 kg. Il tutto non fa che aggiungere ancora più confusione nel panorama delle classi degli entrobordo corsa: infatti, gli scafi utilizzati per concorrere non sono altro che gli LZ 2500 cc a restrizione sui quali è possibile installare anche motori di maggiore cilindrata. Effettivamente, un paio di stagioni addietro, c'era stato il tentativo di varare una formula di racers che avessero motori di serie invece che motori stock, con un prezzo obbligato ed assoggettabili ad elaborazioni. La nostra F.I.M., però, non prese mai in seria considerazione questa proposta e, perciò, non se ne fece nulla.
Il campionato mondiale KC 500 kg che si svolge sulle acque dell'alto Verbano, nel paese di Luino, vede un elenco di partenti di prim'ordine: Antonio e Carlo Petrobelli, Enzo Neri, Gianpiero Maggi su scafi Celli; Giulio De Angelis, Franco Lupi e Gastone Dorigo su complessi A. Molinari; Giuseppe Colombo con un nuovo tre punti E. Molinari; infine Antonio Dosi e Giuseppe Colnaghi entrambi con due nuovi Popoli, per la prima volta a guida avanzata. Colnaghi, da poco motonauta, aveva iniziato ad avvicinarsi agli sport motoristici con i Kart, dove nel 1963 vinse il titolo italiano.
Agli italiani, presenti in modo massiccio, si contrappongono i soliti elvetici: Friederich Wyss, con uno scafo A.Molinari, ed il nostro Renzo Faroppa, con un complesso L.Molinari. E' importante sottolineare che, in questa circostanza, i propulsori di tutti i concorrenti siano degli Alfa Romeo, alcuni di cilindrata 2500, altri 3000 cc.
Attraverso un susseguirsi di colpi di scena viene disputata la prima delle tre manche di questo altisonante campionato mondiale. Tra i favoriti vi è, senza dubbio, Antonio Petrobelli che rimane al comando della prima manche per ben dieci dei dodici giri previsti, riuscendo ad accumulare un buon vantaggio sugli avversari. Petrobelli, però, deve rientrare agli alaggi per la rottura di uno scarpone del suo Celli: complici del guasto, probabilmente, le difficili condizioni delle acque del lago che si presentano abbastanza mosse (sul Verbano, come sulla maggior parte dei laghi, è assai raro trovare acque piatte). Approfittando della situazione, gli inseguitori Colnaghi e Dosi, si portano al comando della corsa e, in quest'ordine, terminano la prima frazione di gara. A gara terminata, però, ecco la beffa: la giuria squalifica Colnaghi per aver tagliato la preboa durante i cinque minuti che precedono il via della gara. A sorpresa, perciò, viene premiato con la vittoria il vigevanese Dosi che percorre i dodici giri del circuito di 2000 metri con un tempo di 16'36"1. Degli altri concorrenti nessuno riesce a terminare questa manche. Tutti, infatti, sono costretti al ritiro: chi per avarie agli scafi, chi per seri problemi meccanici ai propulsori. Tra le vittime illustri, oltre ad Antonio Petrobelli, troviamo Maggi, De Angelis, Carlo Petrobelli, Neri e Faroppa. Nonostante il declassamento Colnaghi mantiene il suo tempo di 16'20". Nella seconda manche, dopo un inizio velocissimo di De Angelis, costretto al ritiro al secondo giro insieme a Wyss, in prima posizione si insedia Antonio petrobelli che va a vincere la frazione davanti a Colnaghi, distaccato di soli 28"7, al sorprendente Maggi e a Neri. Tra i ritirati, oltre a De Angelis e Wyss, vi sono anche Dosi, subito nel primo giro, poi Faroppa, Dorigo e Lupi; non prendono il via, invece, Carlo Petrobelli e Colombo. Nell'ultima manche, con solo sette scafi in acqua, è Colnaghi a condurre il roboante carosello, incalzato da Lupi, Maggi, Colombo, Neri, Antonio Petrobelli e Dorigo. Dalle retrovie avanza deciso il livornese Neri che, guadagnando diverse posizioni, si porta dietro a Colnaghi nel corso del sesto giro. Antonio Petrobelli rimane fuori gara, poiché si ritira durante il quinto giro; nelle battute finali della macche, si ritira anche Colombo. La frazione si chiude con il successo di Colnaghi su Neri e Maggi e seguono, più distaccati, Lupi e Dorigo. Purtroppo, però, un'altra tegola si abbatte sullo sfortunato Colnaghi: infatti viene nuovamente squalificato per essere incorso nella medesima infrazione della manche d"apertura del campionato. La vittoria della terza manche, di conseguenza, diviene appannaggio di Neri. Sommando tutti i tempi conseguiti da ciascun pilota nel corso delle tre manche, a sorpresa, il nuovo campione mondiale dei racers da 500 kg è Gianpiero Maggi, (alla sua terza gara con un racer) che, con i suoi 54'39"2, ottiene la migliore prestazione della giornata davanti a Neri che consegue un tempo di 55'11"5, Antonio Petrobelli, Dosi e Colnaghi che deve fare autocritica per aver gettato al vento un campionato praticamente vinto.
I campionati europeo e mondiale della classe LZ 2500 cc
In occasione del XIX Concorso Motonautico di Venezia, sul bellissimo specchio lagunare di Lio Grando a Punta Sabbioni, si corre il campionato europeo racers della classe LZ 2500 cc. Questo titolo continentale è caratterizzato da molti punti di interesse: in particolare, Antonio Petrobelli, portacolori numero uno del Circolo Motonautico Veneziano organizzatore dell'evento, deve difendere il suo titolo europeo conquistato nel 1966. Al momento di stilare la composizione della nostra squadra nazionale, però, la posizione di Antonio Petrobelli risulta essere sub sudice, a causa di un'irregolarità accertata a suo carico durante una precedente gara di campionato italiano. Di conseguenza si decide di non convocare Petrobelli, sostituendolo con Colnaghi. Gli altri azzurri selezionati sono: il pilota locale Sergio Perziano, Dosi, Gianfranco Castiglioni ed il campione mondiale in carica della classe, Libanori. Anche in questa circostanza gli unici stranieri presenti sono gli svizzeri Faroppa e Wyss. La prima manche si svolge con condizioni atmosferiche non ottimali a causa del persistere, sul circuito, di un'onda lunga, lascito di un forte temporale notturno: il successo di questa prima frazione di gara è conquistato da Castiglioni che precede Dosi, Faroppa e Colnaghi. Sempre in questa manche, si assiste ad uno spettacolare looping di Libanori, risoltosi senza alcuna conseguenza fisica per il pilota, ma con ingenti danni subiti dallo scafo che diviene non più utilizzabile. Castiglioni si ripete anche nella seconda manche dove vince rifilando circa mezzo giro a Faroppa, secondo classificato. Nell'intervallo che precede la terza manche, mentre si disputano altre competizioni, un violento temporale si abbatte improvvisamente sul circuito: la grandine e le raffiche di vento da 80/85 km/h, decretano anzitempo la fine della manifestazione.
Tra scafi rovesciati o semisommersi, boe disperse e quant'altro, non si ravvisano più le condizioni per continuare e non vi è certamente il tempo per ripristinare il tutto. Chiaramente, in termini di regolamento, lo svolgimento di sole due manche non basta per l'assegnazione del titolo continentale: perciò il campionato viene invalidato e recuperato in altra sede. Precisamente si svolgerà a Bolsena, con la presenza in acqua di Colnaghi, Perziano, l'amareggiato Castiglioni e gli svizzeri Faroppa e Wyss.
Ancora Castiglioni si aggiudica la prima manche, davanti a Perziano e a Colnaghi: nella seconda e nella terza, però, è costretto al ritiro a causa di noie meccaniche al suo Celli-Alfa Romeo, lasciando le vittorie parziali a Perziano e Colnaghi. Nell'ultima frazione, assente Castiglioni, è Perziano ad avere la meglio su Colnaghi e a vincere il titolo europeo. Nella classifica finale Colnaghi si aggiudica il secondo posto, il terzo va a Castiglioni mentre Faroppa e Wyss concludono senza punteggio, essendo usciti di scena fin dalla prima manche.
Per Sergio Perziano un risultato notevole che, abbinato alla sorprendente vittoria del campionato italiano dove riesce ad imporsi davanti a campioni come Antonio Petrobelli, Libanori e De Angelis, porta il pilota veneziano ed il suo scafo Celli-Alfa Romeo Raineri a fregiarsi degli onori delle cronache per l'anno in corso.
A Gardone Riviera, sulle acque del lago di Garda, nell'ambizioso programma di gare a contorno della classica Coppa dell'Oltranza, si svolge il campionato mondiale sempre della classe LZ 2500 cc. Dei dieci piloti presenti, la larga rappresentanza italiana vede schierati Antonio e Carlo Petrobelli, Giancarlo Castiglioni, Colombo, Colnaghi, Brunelli, Franco Lupi, Dorigo e Maggi. Unico concorrente straniero è l'italo-svizzero Faroppa.
Su di un circuito del tutto particolare, misurante 3000 metri, con tre manche da effettuarsi, Antonio Petrobelli ritorna alla vittoria sbaragliando tutta la concorrenza. Petrobelli, con il suo Celli-Alfa Romeo domina tutte e tre le manche sommando, nella classifica finale, un tempo totale di 36'55"4: precede, così, il cugino Carlo che da poco è una nuova recluta dell'entrobordismo nella classe LZ, distaccandolo di ben 2"17. Terzo classificato il pilota Brunelli.
La performance ottenuta da Antonio Petrobelli è strabiliante anche per il modo in cui riesce a portare al successo il suo racer sulle acque del Benaco che, anche in questa edizione di gare, risultano piuttosto mosse da una sensibile ed insidiosa onda lunga. Per ciò che riguarda gli altri concorrenti si può dire che è apparsa un po' sottotono la prova di Colnaghi che si classifica soltanto quinto; Maggi, Lupi e Faroppa, invece, si fanno compagnia in ultima posizione, facendo registrare lo stesso tempo. C'è da notare come, sia Maggi che Colnaghi, dopo il mondiale di Luino della KC 500 Kg, non abbiano più fornito prestazioni di rilievo.
Le competizioni della KD 900 kg
Dopo la bella edizione delle gare del 1966 della classe KD 900 kg, questi bolidi ritornano a darsi battaglia sul consueto specchio d'acqua campionese nel classico appuntamento per l'assegnazione del titolo mondiale. Purtroppo le condizione meteorologiche, in quest'occasione, creano un'atmosfera tipicamente autunnale, nonostante ci si trovasse soltanto all'inizio del mese di Settembre. Un plauso è da tributare alla M.I.L.A. (Motonautica Italiana Lario) che, malgrado l'inclemenza del tempo, riesce ad organizzare perfettamente la competizione. Dopo i cinque titoli consecutivi vinti da Marchisio su questo circuito, la domanda che tutti si pongono è se questa lunga egemonia del pilota della Ezio Selva possa essere interrotta.
Prima di addentrarci nella cronaca delle prove, è interessante dare uno sguardo allo schieramento delle forze in campo che, rispetto all'ultimo mondiale, non vede la presenza né dello statunitense Thomas né di Nando Dell'Orto che, ormai, ha deciso di appendere il casco al fatidico chiodo.
La rappresentativa azzurra schiera, innanzitutto, il detentore del titolo Ermanno Marchisio. Egli si serve di uno scafo appena acquistato da Dell'Orto poiché, su questa imbarcazione, la casa del Tridente (Maserati), aveva già applicato le ultime modifiche operative. Tali modifiche, peraltro, vengono applicate anche sui motori della scuderia Guidotti. In gara troviamo anche Liborio Guidotti (che sostituisce il figlio Giorgio, ancora convalescente dopo un incidente di gara) e Flavio Guidotti su Timossi-Maserati. Per l'occasione partecipa anche Giancarlo Castiglioni con il Celli-Alfa Romeo della classe LZ, il cui scafo viene opportunamente zavorrato per poter raggiungere un peso superiore ai 500 chili, così da poter rientrare nella KD. A questi italiani si aggiungono ben quattro piloti elvetici: Joseph Ulrich si presenta con uno scafo Celli ULRO-B.P.M., mentre Pierre Ulrich utilizza un Timossi-B.P.M. Faroppa si affida al Molivio-B.P.M. Vulcano, fresco di vittoria nel Raid Pavia-Venezia (il cui motore risulta comunque tecnicamente inferiore ai più potenti Maserati). Infine troviamo Wyss che, imitando il nostro Castiglioni, si inserisce con il suo LZ 2500 cc zavorrato tra i KD.
Agli alaggi, ancora una volta, vediamo il pilota veneziano Agostino Battaglini con suo scafo Celli-Ferrari: curiosamente è spesso presente alle competizioni, ma quasi mai vi partecipa.
Flavio Guidotti vince alla grande la prima manche conseguendo, nei dieci giri previsti dal circuito di 2500 metri, un tempo di 11'23"8 con l'ottima media di km/h 131,617. Il pilota ha quindi la meglio su Marchisio e sul bravissimo Faroppa che precede Liborio Guidotti. La terza posizione di Faroppa è di tutto rispetto, se si considera che lo stesso gareggia con un'imbarcazione riparata sul momento ed in extremis: sfortunatamente, infatti, era appena caduta dalla gru a causa della rottura di una sospendita. Ovviamente la riparazione di fortuna impedisce al pilota di ritornare in gara nella prova successiva costringendolo poi al ritiro nella terza frazione. Nelle restanti due manche è Marchisio che, con grande temperamento, si assicura il successo precedendo, in entrambe le prove, Flavio Guidotti e papà Liborio. Nella seconda manche, infatti, Flavio Guidotti impatta violentemente con l'acqua nel corso del secondo giro danneggiando il cofano motore e subendo, conseguentemente, gravi danni al suo Maserati a causa delle infiltrazioni d'acqua. Questo inconveniente, pur assicurandogli comunque un secondo posto sia nella seconda che nella terza manche, gli procura un notevole svantaggio nei tempi: ciò favorisce Marchisio che si garantisce la vittoria del titolo mondiale. Il computo totale dei tempi di ciascuna manche vede un 35'27"2 di Marchisio, di poco inferiore al 35'54"8 di Flavio Guidotti. Dietro a questi due big, praticamente, si ha il vuoto: il tempo di Liborio Guidotti, infatti, è di 39'32". Nell'ordine seguono Joseph Ulrich e Castiglioni. Dal lato numerico l'impresa di Eramanno Marchisio è un fatto eccezionale: per la sesta volta consecutiva il pilota si laurea campione mondiale della KD 900 kg, ovvero della massima espressione dell'entrobordismo internazionale.
Se nell'albo d'oro del campionato mondiale della KD Ermanno Marchisio è ormai il leader indiscutibile, ha del grottesco constatare che, nella storia del campionato europeo, questo pilota non sia mai salito sul gradino più alto del podio.
Nell'edizione del 1967 il successo continentale arride al veterano dell'entrobordismo Liborio Guidotti. Un fatto curioso che, da quando è stata istituita la KD 900 kg, questo pilota non aveva fatto ancora suo un titolo internazionale, al contrario dei figli, più volte iridati. Per parlare degli allori internazionali di Liborio Guidotti, infatti, è necessario risalire al glorioso biennio 1958-1959 quando riuscì a centrare un magnifico bis continentale nella classe KD contraddistinta dal peso massimo di 800 kg.
A Sabaudia, Liborio Guidotti sul suo Timossi-Maserati ottiene il titolo europeo dopo quattro manche molto combattute precedendo, nella graduatoria finale, proprio Ermanno Marchisio, il sempre bravo Faroppa ed il figlio Flavio. Nella manche d'inizio campionato scattano al comando i due Guidotti, con Flavio in prima posizione, seguito dal padre e da Marchisio. Poco dopo Liborio supera Flavio e si aggiudica la prove mentre Marchisio, che contrasta Flavio, non va oltre la terza posizione. A seguire troviamo classificati Faroppa, Ulrichi Joseph e l'altro azzurro Brunelli. Diversa è la seconda manche: Marchisio domina regolando Flavio e Liborio Guidotti, Faroppa e Brunelli, mentre Ulrich si ritira. La terza manche riporta al successo Liborio Guidotti che vince alla grande con solo un secondo ed un decimo di vantaggio su Marchisio: terzo si classifica Faroppa e quarto Ulrich. Assente, in questa terza frazione, Flavio Guidotti a causa di un problema al suo Maserati. Ciò lo obbliga a disertare anche l'ultima porzione di gara che vede i due contendenti, Liborio Guidotti e Marchisio terminare la corsa in seria difficoltà, fuori tempo massimo e con i propulsori ormai "cotti". La manche diventa appannaggio di Faroppa e del suo scafo a guida avanzata (Livio Molinari-B.P.M.), davanti ad Ulrich acnhe lui con uno scafo dello stesso cantiere rientrante, però, nella classe LZ o KC a seconda dei casi e nella fattispecie zavorrato per la KD.
Come da regolamento è necessario scartare la prova peggiore sulle quattro disputate: perciò Liborio Guidotti, grazie a due primi posti ed un terzo, può, a buon diritto, festeggiare il titolo europeo succedendo al figlio Flavio e portando a quattro le affermazioni di questa famiglia nella KD 900 kg. Tutto ciò a danno di Marchisio che si trova a sommare, invece, un primo posto, un secondo ed un terzo.
Per quanto concerne il campionato italiano della KD 900 kg, nel 1967 si sfiora il ridicolo quando, in una delle tre prove programmate, si schiera un solo concorrente cioè Marchisio. Francamente ciò dimostra che, al di là dei campionati internazionali, dove i concorrenti anche se pochi comunque ci sono, nelle gare valide per il tricolore la situazione di questa tanto reclamizzata e storica Formula 1 di racers a peso, va decisamente peggiorando. Ormai è chiaro che i nostri raceristi puntano su classi che per ovvie ragioni (motori a restrizione dai costi decisamente più accessibili e la possibilità di reperire i pezzi di ricambio) offrono al pubblico gare tecnicamente superiori rispetto alle competizioni dei vecchi racer della KD.
Le nuove classi entrobordistiche ed il classico Raid Pavia-Venezia
Diamo un rapido scorcio anche alla nuova classe entrobordo corsa LX 1000 cc da poco istituita a livello internazionale che vede, per il terzo anno consecutivo, un pilota tedesco conquistare il titolo continentale. Assenti, per ora, i nostri piloti. Il confronto in gara, nelle prime tre edizioni, è limitato a concorrenti di due nazionalità: tedeschi e cecoslovacchi. Sono proprio i tedeschi ad ottenere i primi successi: nel 1964 con Herbert Eichler e nel 1965 con Gerhard Weise. Nel 1967 è la volta di Gerhard Ellinger che, su di uno scafo Födisch con motore Wartburg, vince il titolo europeo LX 1000 cc sulle acque di Kriebstein in quella che allora era la Germania Ovest.
In Italia, da tempo, era nell'aria l'intenzione di affiancare, alla classe internazionale degli entrobordo corsa LZ 1000 cc, un'altra categoria con equivalente cilindrata, ma prettamente a carattere nazionale e con motori monomarca che concorresse per un trofeo messo in palio dalla medesima casa motoristica, con lo scopo di incoraggiare un sempre maggior numero di piloti. Nasce così, nel 1967, la nuova classe racers Lancia Flaminia 2500 cc che si rivela, fin dalle prime uscite, una scelta più che indovinata. Gli scafi della classe Flaminia impiegano propulsori derivanti dalla vettura berlina omonima di casa Lancia: si tratta dei sei cilindri a V di 2495 cc che, con i loro 102 HP, vengono marinizzati dalla S.I.R.C.A. di Milano con l'aiuto e l'esperienza del pilota di motonautica Cesare Patrini. Nulla di rilevante per quanto riguarda gli scafi utilizzati per questa categoria, almeno inizialmente. Troviamo, infatti, dei racers piuttosto datati dei cantieri San Marco, Lambro, Abbate e Celli. Con la prima edizione del 1967 del trofeo Lancia si corrono alcune gare attuando i regolamenti Federali vigenti per il campionato italiano, quindi classifica finale ottenuta sommando i punti conquistati in tutte le manche. Nelle quattro singole gare, disputate nelle sedi di Luino, Boretto, Omegna e Bolsena, si registra il successo finale di Roberto Coppier che utilizza uno scafo Lambro, ed iscrive, così, il proprio nome nell'albo d'oro di questo trofeo monomarca. Coppier precede, in classifica e nell'ordine, Maurelli e Martinetto (due dei più convinti promotori di questa classe), Brancolini, Pallavicini e Cerutti. Più che parlare del trofeo vale ricordare la prova maiuscola, in termini di affidabilità, di questi propulsori: nelle gare di fondo come il Raid Pavia-Venezia, infatti, tutti e cinque i piloti della classe Lancia partecipano e terminano la lunga competizione con il successo di categoria di Gianpiero Maurelli che si posiziona, inoltre, tredicesimo assoluto nella graduatoria finale.
Nella classica maratona fluvio-marina, ovvero il Raid Pavia-Venezia, nell'edizione del 1967, assistiamo alla pregevole vittoria dell'italo svizzero Faroppa a bordo di uno scafo entrobordo corsa della classe KE 1200 kg. Faroppa divide l'equipaggio con Gianpiero Lucini (futuro grande costruttore di scafi racers e catamarani delle categorie fuoribordo) che è anche preparatore di questo mezzo. Lo scafo portato al successo è un' innovativo tre punti da turismo a guida avanzata del cantiere lariano Livio Molinari mortorizzato B.P.M. Vulcano 8 cilindri a V con potenza stimata attorno ai 400 HP.
Il pilota fa registrare un tempo di 2h46'23" ed una media di km/h 140,639: chiaramente una media di tutto rispetto, ma ancora una volta lontana da quella detenuta da Augusto Cometti dal 1959 (km/h 161,851). Sicuramente questa è una bella rivincita se si pensa che solo l'anno prima il mezzo non era stato ammesso alla Centomiglia del Lario.
In seconda posizione nella graduatoria assoluta troviamo Roberto Brunelli (classe KC 500 kg) su di un Celli-Alfa Romeo 2600 cc. Questo pilota totalizza un tempo di 2h49'05" molto vicino, quindi, a quello di Faroppa tanto da regalare al pubblico presente in laguna un arrivo al fotofinish. Brunelli, inoltre, si aggiudica la Coppa Montelera per aver realizzato la maggiore velocità nel tratto cronometrato Isola Serafini-Voltagrimana (media di km/h 140,835).
Dopo il Raid, Faroppa ottiene il nullaosta per partecipare alla Centomiglia del Lario in cui conquista la vittoria con la media di km/h 117,104 (la migliore media da quando esiste la corsa). Purtroppo questa vittoria del 1967 è stata l'ultima della carriera di Faroppa che verrà a mancare, per un'improvvisa quanto grave malattia, poco prima dell'inizio della nuova stagione motonautica.
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Stagione agonistica 1968
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