Stagione agonistica 1968


I campionati delle classi entrobordo corsa a cilindrata
La lunga carrellata dei titoli internazionali del 1968 vede i nostri piloti primeggiare in tutte le classi U.I.M. dell'entrobordo da corsa. In questa stagione il campionato europeo dei racers della classe LV 1300 cc si organizza in acque francesi, a Melun. Netta è la supremazia dei nostri piloti che, nella classifica finale, occupano le prime tre posizioni. Il sorprendente Orfeo Maltinti, con il suo scafo A.Molinari-Alfa Romeo, precede, nell'ordine, Casanova e Guido Caimi. L'altro azzurro, Perziano, superato dai francesi Andrè Salmona e Lucien Nugue, occupa la sesta posizione. Assegnando alla Francia l'organizzazione di questo titolo continentale, l'intento dei dirigenti della U.I.M. era quello di riuscire ad avere una presenza maggiore di concorrenti di più nazionalità ostacolando, così, il costante predominio dei nostri piloti. Al via, invece, con la nostra squadra nazionale, si sono schierati solamente i francesi.

Passiamo ora alla LZ 2500 cc: nello specchio d'acque del lago di Paola a Sabaudia, Fortunato Libanori pilotando il suo giallo tre punti Celli-Alfa Romeo Raineri si laurea campione europeo.
Libanori trova inizialmente in Brunelli e poi in Colnaghi gli avversari più ostici, ma, nonostante ciò, si aggiudica tre delle quattro prove in programma. Da rimarcare la buona prestazione di Colnaghi che ottiene una vittoria e due secondi posti, terminando, così, a ridosso del neo campione Libanori. Al terzo posto troviamo classificato Brunelli, seguito da Gianfranco Castiglioni, mentre l'elvetico Joseph Ulrich, unico straniero in gara ritiratosi sin dalla prima manche, non risulta neppure classificato.
Sempre nella classe LZ, Fortunato Libanori conquista in questa stagione anche il titolo mondiale svoltosi all'interno del programma della manifestazione corsa sulle difficile acque lagunari di Malamocco. In questa circostanza erano assenti i piloti stranieri ed anche per questo la vittoria di Libanori non è mai stata messa in discussione. Infatti, il nostro pilota, alla sua immensa classe, unisce anche l'ottimo complesso Celli-Alfa Romeo Raineri che gli permette di dominare tutte e tre le prove. Dietro Libanori troviamo, nella classifica finale, il sempre tenace Antonio Petrobelli e poi, nell'ordine, Gianfranco Castiglioni, De Angelis e Aurelio Dotti; tutti, comunque, notevolmente distaccati per vari problemi meccanici ai motori.

Nel 1968 a Lignano, nel circuito ricavato alla foce del Tagliamento, si assiste allo svolgimento del neonato campionato europeo dei racers della classe 91" A.P.B.A., avente cilindrata di 1498 cc. Nella fattispecie questo campionato si rivela decisamente deludente, nonostante sia presente una notevole cornice di pubblico. Questa manifestazione motonautica è organizzata a fine Luglio, periodo nel quale il turismo di massa invade questa importante località balneare: lo spettacolo, però, tradisce l'attesa. Per la cronaca di questo altisonante campionato continentale limitiamoci a dire che vi partecipano solo tre piloti italiani: Casanova, Maltinti ed Auricchio, tutti in lizza con scafi motorizzati Alfa Romeo 1500 16 valvole 170 HP. Questa corsa è articolata su quattro macche, con classifica finale prevista sui tre migliori risultati ottenuti da ciascun pilota. Il cremonese Auricchio è al debutto in questa stagione fra i racers e fa sua al prima manche, approfittando dei ritiri di Casanova e Maltinti. Nelle ultime tre manche Casanova ritorna in gara e non fatica, con il suo scafo Molivio, ad imporsi sugli avversari. Casanova iscrive il proprio nome nella storia di questo campionato continentale, precedendo Auricchio e Maltinti ed allargando, così, il suo già notevole palmares.

Soffermiamoci, ora, su di un'altra classe, precisamente la LX: per questa categoria si utilizzano racers a restrizione con propulsori di cilindrata massima di 1000 cc. La prima edizione del campionato mondiale di questa classe viene disputato in questa stagione sulle acque del fiume Elba, a Dessau, nella Germania dell'Est. Per la prima volta l'Italia, per merito di Carlo Casalini, si aggiudica questo titolo. L'impresa di Casalini, unico concorrente italiano partecipante, merita una degna citazione, considerando lo scarso interesse che questa piccola classe di entrobordo corsa riscuote al momento nel nostro Paese. Casalini scende in acqua pilotando un bellissimo tre punti del cantiere Celli azionato da un eccellente motore Ford Anglia di 100 HP, messo a disposizione dal grande mago dei motori, il monzese Ernesto Brambilla, conosciuto per la sua attività di preparatore di auto da corsa della Formula 3. Il nostro pilota, confrontandosi con una notevole schiera di partecipanti di svariate nazionalità (russi, jugoslavi, olandesi, svizzeri, ungheresi e tedeschi), si impone in tutte e tre le manche previste, stralciando gli avversari, su di un circuito di 2000 metri cosiddetto a bastone, da ripetere dodici volte in ogni gara per in totale di 72 km. Il neo-campione dimostra l'ottima preparazione del suo mezzo, apparso decisamente più veloce di quelli della concorrenza. Al termine dell'annata sportiva, la Chevron assegna l'annuale premio "Sportsman dell'anno" proprio al pilota Carlo Casalini: questo è da considerarsi un meritatissimo riconoscimento ad un grande della motonautica.

Casalini, oltre a vincere come primo pilota italiano il mondiale della LX 1000 cc, ha, dalla sua parte, una lunghissima carriera con gli scafi racer in cui ha ottenuto numerosi record velocistici nelle più svariate classi dell'entrobordismo. Sullo slancio di questo riconoscimento Casalini, l'anno successivo, stabilirà, con il medesimo scafo, il nuovo primato mondiale per la categoria LX con una velocità raggiunta di oltre 123 km/h.


I campionati delle classi entrobordo corsa a peso
A Bracciano si corre un entusiasmante campionato europeo della KB: i racers da 350 kg. Il numero dei partecipanti è ridotto ai soli cinque piloti della squadra italiana: De Angelis, Guido Caimi, Perziano, De Crescenzo e Casanova, con i loro scafi tutti del cantiere Molivio, spinti dagli Alfa Romeo Giulia. Guido Caimi si aggiudica la prima manche, essendo l'unico ad arrivare al traguardo, visto che gli altri concorrenti sono stati tutti costretti al ritiro. Nella seconda prova, invece, assistiamo al successo di Casanova premiato per la sua irruenza e la sua classe. Il campione parmense precede Caimi e De Crescenzo. Sfortunato, invece, Giulio De Angelis costretto all'ennesimo ritiro, sul quale pesa un piccolo "giallo", quando, a fine giornata, viene escluso dalla classifica finale per non aver mantenuto il proprio scafo nel parco chiuso: questo episodio era avvenuto fra la seconda e la terza manche. Per De Angelis non mancano le polemiche visto che quello sembrava dover essere il "suo" campionato: peraltro la sua organizzazione era stata assegnata dalla U.I.M. al Club di sua appartenenza, la Rari Nantes Bracciano. Anche per il veneto Perziano l'abbandono nella manche iniziale significa, purtroppo, un'obbligata diserzione anche delle gare successive.
A tenere alti i colori della motonautica romana è De Crescenzo che riesce a vincere la terza gara durante la quale avviene il ritiro, subito al primo giro, di Casanova; Caimi, invece, non riesce a prendere il via, immobilizzato da un banale guasto meccanico.
Nella quarta e decisiva frazione si assiste alla vittoria di Casanova, con Caimi che, essendo riuscito a riparare il suo mezzo, controlla abilmente la corsa: per lui, infatti, è necessario solamente mantenere la seconda posizione per riconfermarsi, anche per il 1968, campione continentale. Al terzo posto, in questa manche, si posiziona De Crescenzo. La classifica finale è così composta: primo Guido Caimi, secondo Leopoldo Casanova, terzo Antonio De Crescenzo.

A Sesto Calende, sempre al mondiale dei 350 kg, partecipano i seguenti piloti: Guido e Franco Caimi, Perziano, Cantù, De Angelis, Caramelli e Casanova, insieme all'italo americano Phil Rolla.
Nella prima manche troviamo l'affermazione del campione in carica Guido Caimi, con il suo Molivio-Alfa Romeo Giulia elaborato Raineri: secondo il grintoso Giuseppe Perziano. Questi due piloti sono i soli a terminare i dodici giri della prima prova. Sfortunati, invece, Casanova, De Angelis e Rolla, tutti e tre ritirati per la rottura dei propulsori e definitivamente fuori gioco per questo campionato.
La seconda prova ripete lo stesso ordine d'arrivo per quanto concerne le prime due posizioni, con l'aggiunta di papà Franco Caimi al terzo posto. Esce dalla competizione anche Maurizio Caramelli che, per l'occasione, porta al debutto un nuovo tre punti al quale, però, non mancano problemi di affidabilità. Nell'ultima manche Perziano prende il comando sul suo scafo Telaroli-Alfa Romeo Raineri mantenendolo fino al temine e respingendo gli attacchi iniziali portati avanti da Guido Caimi che chiude in seconda posizione. Alla fine delle tre manche, svoltesi sotto un'incessante pioggia, Giuseppe Perziano, avendo realizzato un tempo totale inferiore a quello di Guido Caimi, ed avendo concluso tutte le prove, può, a buon diritto, fregiarsi del titolo mondiale KB 350 kg.

Dai 350 passiamo ora ai 500 kg dove, nel campionato d'Europa corso sul Garda a Gardone Riviera, si mette in luce Giuseppe Colnaghi. Questi, ormai, non è più una rivelazione tra i tanti giovani raceristi più promettenti: già da un anno, infatti, si sta affermando agli occhi degli sportivi per il suo temperamento e per le sue notevoli doti di guida di questi scafi. Con tre primi posti sulle quattro manche disputate, Conaghi che trova sempre in Maggi l'avversario decisamente più insidioso, vince il campionato, con il suo interessante ed innovativo scafo a guida avanzata del cantiere Eugenio Molinari motorizzato Alfa Romeo; nella classifica finale precede lo stesso Maggi, Invernizzi, lo svizzero Ultrrich (unico straniero presente) e Casinghini.

Rimanendo sempre sulle acque del Garda ci trasferiamo sul circuito di Peschiera dove, con organizzazione M.A.M. (Motonautica Associazione Milano), si svolge il campionato mondiale dei racers KC 500 kg. Nella circostanza sono tredici gli scafi presenti per la sfida mondiale: dodici condotti dagli italiani Antonio e Carlo Petrobelli, De Angelis, Brunelli, Neri, Giuseppe ed Aurelio Dotti, Colombo, Giancarlo Castiglioni, Ottone, Maggi e Colnaghi. Il tredicesimo partecipante è lo svizzero Friederich Wyss. Da notare come praticamente tutti i concorrenti schierino in gara gli stessi entrobordo corsa della classe LZ con i relativi propulsori 2500 cc. Il titolo mondiale, sorprendentemente, viene vinto da Carlo Petrobelli (cugino di Antonio) che, concludendo tutte le tre prove sul suo Celli-Alfa Romeo Raineri, totalizza un tempo migliore degli avversari: in particolare si distingue dal campione in carica, Maggi. Carlo petrobelli conferma il proprio valore, comunque già messo in mostra nelle precedenti stagioni. Al posto d'onore nella classifica finale troviamo Maggi che dopo il titolo conquistato l'anno prima in modo un po' fortunoso, in questa occasione non è certo aiutato dalla sorte. Dopo essersi aggiudicato la prima manche, infatti, viene penalizzato da una partenza anticipata al via della seconda manche. A seguire, in terza posizione, troviamo Antonio Petrobelli, anch'egli un po' a credito di fortuna, poi, in successione, Ottone, Brunelli, l'elvetico Wyss, De Angelis e Neri.

Occupiamoci ora della classe regina dell'entrobordismo: quella dei racers da 900 kg. Nel programma del Gran Premio d'Italia organizzato, come sempre, dalla M.A.M., all'Idroscalo di Milano, si recupera il campionato continentale della KD 900 kg, competizione precedentemente in calendario a Bolsena, ma poi sospesa per le avverse condizione meteorologiche. Alla partenza troviamo gli azzurri Ermanno Marchisio, Flavio e Giorgio Guidotti e Gianluigi Crivelli, tutti su scafi del cantiere Timossi motorizzati Maserati. Inoltre partecipano gli svizzeri Joseph e Pierre Ulrich, il primo con lo scafo Molivio-B.P.M. a guida avanzata che era stato di Faroppa, mentre il secondo utilizza un Abbate-B.P.M. Appare subito scontato, già dopo la prima delle quattro manche, che Marchisio dispone di un grande potenziale: lo stesso si impone su Flavio Guidotti, Crivelli e Joseph Ulrich. Purtroppo, dopo pochi giri, Giorgio Guidotti è costretto a dare forfait a causa di un irreparabile guasto; stessa cosa accade per Pierre Ulrich il cui racer difetta in competitività. Con il medesimo ordine d'arrivo si conclude la seconda manche; nella terza, invece, Marchisio ha la meglio su Crivelli, mentre Flavio Guidotti è costretto al ritiro. Così Marchisio conquista matematicamente il titolo continentale con una prova d'anticipo. A Crivelli va il successo nell'ultima manche con Marchisio a chiudere in seconda posizione. Per quest'ultimo si tratta del primo titolo europeo vinto nella KD 900 kg che si aggiunge a sei mondiali precedentemente conquistati. La classifica finale di questo campionato vede piazzati, dietro a Marchisio, Crivelli, Flavio Guidotti e Joseph Ulrich.


I campionati mondiali LV 1300 cc e KD 900 kg
E' necessario, ora, soffermarci sulla cronaca dei campionati mondiali dei racers delle classi LV 1300 cc e KD 900 kg, poiché un tragico destino si abbatte su entrambe le competizioni.

.Sul lago d'Orta, ad Omega, si svolge il mondiale della LV 1300 cc. L'Italia schiera dieci piloti: Riola, Giuseppe Perziano, Orfeo Maltinti, Ajelli, Nosè, Guido Caimi, Franco Caimi, De Angelis, Casanova ed infine Marchisio che, occasionalmente, abbandona la KD per cimentarsi in questa categoria a lui non consona. Assenti i piloti francesi e conseguentemente la partecipazione straniera è limitata agli svizzeri Friederich Wyss e Müller e all'italo americano Rolla.
Ci sono praticamente tutti gli ingredienti per assistere ad un campionato combattivo con ottimi piloti: questo a tutto vantaggio dello spettacolo. Nella prima delle tre manche la vittoria va al genovese Stefano Riola con il suo scafo Molivio-Alfa Romeo Raineri; alle sue spalle terminano Perziano, G. Caimi, De Angelis, Maltinti e Marchisio. Nella seconda manche accade l'irreparabile: siamo al decimo giro e, mentre la gara si avvia alla conclusione, sempre con Riola al comando, davanti a Guido Caimi e Maltinti, avviene una violenta collisione tra lo svizzero Wyss ed il nostro Marchisio, nonostante quest'ultimo avesse cercato di scansare lo scafo dell'elvetico. Ad incidente avvenuto, Marchisio si prodiga fino all'impossibile per aiutare i soccorsi; purtroppo, però, ogni tentativo di rianimare lo sfortunato Friederich Wyss risulta vano. Tra le ipotesi sulla morte del pilota, si sospetta che Wyss sia stato colpito da un infarto nel momento dell'incidente, circostanza che, poi, pare sia stata accertata dall'autopsia effettuata sulla salma dopo il suo rientro in patria. La terza manche non viene disputata in segno di lutto, ma, dopo alcuni giorni, la U.I.M. assegna ugualmente a Riola il titolo mondiale.

A campione d'italia è la volta dei bolidi della KD 900 kg impegnati, appunto, nel campionato mondiale.
In lizza troviamo il "famoso trio" Guidotti, con papà Liborio ed il suo Timossi dotato del nuovissimo B.P.M. 8 cilindri con 4 carburatori a doppiocorpo, per una potenza di oltre 500 HP ed i figli Giorgio e Flavio, sempre con i Timossi-Maserati 6400 cc. Inoltre partecipa un altro Timossi-Maserati, quello di Marchisio, ed il Celli-Maserati di Paolo Petrobelli. Per l'occasione si inserisce anche Gianclarlo Castiglioni con il suo promiscuo racer del cantiere Celli propriamente zavorrato e dotato, però, di un Alfa Romeo Raineri di soli 2500 cc. A completare lo schieramento troviamo i soliti svizzeri Joseph e Pierre Ulrich con i loro variopinti scafi motorizzati B.P.M.
Marchisio e Flavio Guidotti, scambiandosi spesso le posizioni al comando della prima manche, danno subito la netta impressione di non avere rivali e alla fine la spunta, anche se di poco, Marchisio. Al terzo posto troviamo un insidioso Liborio Guidotti che tiene in scia Paolo Petrobelli.
Nella seconda manche, durante il secondo giro, mentre Marchisio e Flavio Guidotti lottano indisturbati per il primo posto, nelle retrovie lo scafo di Paolo Petrobelli, improvvisamente, decolla di prua scaraventando con violenza in acqua il pilota. Lo svizzero Joseph Ulrich, che incalza da vicino l'italiano, si ferma subito a soccorrere il pilota, mentre tutti gli altri concorrenti in gara, nel percepire la gravità dell'accaduto, decidono di ritirarsi. Di conseguenza la manche non registra alcun vincitore. Nella terza ed ultima prova il colpo di scena: escono dalla corsa, per guasti meccanici, sia Marchisio che Flavio Guidotti, a vantaggio di Crivelli che vince la manche davanti a Liborio Guidotti e ad Ulrich. Con questo secondo posto, Liborio Guidotti può gioire per la vittoria del titolo mondiale: al secondo posto, nella graduatoria finale, troviamo Joseph Ulrich e al terzo Marchisio.

Nel frattempo, dopo alcuni giorni di degenza all'ospedale di Lugano ed un sollecito intervento chirurgico con asportazione della milza a seguito di ulteriori complicazioni, per Paolo Petrobelli non c'è più nulla da fare. Così questa stagione che, a buon diritto, si può definire eccezionale per i nostri raceristi, viene macchiata da questi due drammi che tolgono decisamente credibilità alle competizioni motonautiche, sia per quanto riguarda la sicurezza dei circuiti che quella degli scafi da corsa.

Forse, è giunta l'ora di fare qualcosa di concreto per cercare di garantire ai piloti un minimo di sicurezza in questo sporte che, come si è potuto constatare, non è certo immune da rischi.


I campionati nazionali
Per ciò che riguarda gli esiti dei vari campionati nazionali ricordiamo, innanzitutto, la vittoria di Guido Caimi nei racer della LV 1300 cc. Citiamo anche il successo di Antonio De Crescenzo nei 91" A.P.B.A. classe, questa, al suo primo anno di titolazione nazionale, ma che necessiterà di certo, nel futuro, di una verifica, considerato il ridottissimo campo di partecipanti.

Nella classe LZ 2500 cc, Fortunato Libanori, dopo i titolo internazionali, fa suo anche il tricolore, mentre, nella KD 900 kg, si riconferma campione italiano Ermanno Marchisio.

La stagione del 1968 vede anche la grande vittoria conseguita da Guido Caimi al Raid Pavia-Venezia con il suo scafo Livio Molinari-Alfa Romeo, iscritto nella classe KB 350 kg. Caimi percorre i 416 km della corsa in 2h51'17" alla media di km/h 136,615, precedendo Colnaghi, Pallavicini e Migliavacca, tutti alla guida di scafi entrobordo corsa.

L'anno si chiude con un altro triste lutto, con la scomparsa prematura di Oscar Scarpa, avvenuta l'11 dicembre a causa di una malattia. Più che per le sue pur indubbie capacità di pilota e di recordman, Oscar Scarpa è soprattutto ricordato come grande costruttore. Questi, infatti, una volta chiuso il suo piccolo cantiere di Venezia (la sua città natale), aveva aperto, nei primi anni '60, il cantiere San Marco in prossimità dell'Idroscalo a Milano. Il San marco è diventato, nel tempo, uno dei maggiori complessi per la costruzione di scafi da competizione, per le classi racers e runabouts.


Stagioni agosistiche entrobordo
Stagione agonistica 1969