Stagione agonistica 1963
La ventitreesima edizione del Raid
Augusto Cometti è ancora una volta protagonista nella XXIII edizione dei Raid Pavia-Venezia. Il suo è un curriculum notevole di vittorie, ottenute nella più lunga corsa motonautica del mondo. Dopo aver tagliato il traguardo lagunare dei giardini di S. Elena sul suo rosso KD 900 kg, mentre toglieva le mani dal voltante alzando i pugni al cielo per manifestare il proprio successo. Cometti stabilisce, sui 432 km di lunghezza del Raid, la media di km/h 159,845 impiegando un tempo di 2h 26' 45" e conquistando anche, per la quinta volta, la coppa d'oro Montelera nel tratto cronometrato Isola Serafini-Casalmaggiore con la velocità di km/h 178,582. Naturalmente Cometti deve l'impresa, oltre che alla sua classe di pilota e profondo conoscitore del fiume, anche all'ottimo racer di cui dispone. Fedele da alcuni anni agli scafi del cantiere Timossi, per l'occasione Cometti installa sul rosso Pelaochi un nuovissimo motore della B.P.M., definito sperimentale, con la sigla Oceanic: non si tratta di un propulsore in versione clienti, ma di un motore fornito ufficialmente dalla casa madre di cui lo stesso Cometti da un po' di tempo è socio oltre che collaudatore.
Ed è proprio nel ruolo di contitolare della B.P.M. che il nostro pilota, dopo due anni di mancata partecipazione al Raid, decide di impiegare in corsa questo motore. Cometti, a gara vinta, illustra le caratteristiche dell'ultimo nato, specificando che si tratta sempre di un blocco a sei cilindri a V di 60° di 5272 cc, con una potenza stimata sui bassi regimi di 280 HP. Pur ricordando per la sua conformazione, nonostante la diversa angolazione, i precedenti modelli 6 V della serie Atlantic e Superatlantic, nella sua meccanica questo motore riprende il tipo Artic. Nella classifica finale assoluta, al secondo posto troviamo Guidotti con il Timossi-Maserati 4000cc che, per alcuni problemi sul consumo di carburante, è obbligato per tre volta al rifornimento perdendo più di mezz'ora da Cometti. Evidentemente per Flavio Guidotti il Raid Pavia-Venezia sembra diventare stregato: fino ad ora, infatti, ora nessuna vittoria, anzi, in alcune edizioni (1954-1955-1956), una serie innumerevole di inconvenienti lo penalizza non poco. Da non trascurare, poi, l'esordio di Ermanno Marchisio che, a causa della scarsa conoscenza del percorso, compie errori di rotta oltre ad un mancato rifornimento del suo Timossi-B.P.M.
Marchisio, comunque, riesce a concludere la gara collocandosi quarto nella graduatoria assoluta, alle spalle di Nando Paglierini: quest'ultimo si trova, infatti, con il suo fuoribordo corsa della classe X, stretto nella morsa dei kd 500 kg. Buone prove sia di Antonio Petrobelli, 4° di categoria tra i KD con il suo Celli-B.P.M. che dei concorrenti della LV 1300 cc. Tra questi troviamo Carlo Casalini, vincitore con il suo 3 punti Lambro, seguito dagli scafi San Marco guidati da Bernocchi e Casanova (questi al debutto nel Raid tra gli entrobordo corsa). Per gli scafi della LV un buon risultato: fra l'altro, questo Raid è un ottimo banco di prova per la continua evoluzione di questi piccoli e rapidi racers, tutti motorizzati con gli Alfa Romeo Giulietta Sprint veloce.
Il campionato europeo
Sulle acque dell'immenso e bellissimo bacino artificiale di Vichy, lo Yatch Club locale e il Moteur Yatch dell'Ile-de-France, organizzano il campionato continentale dei racers della classe Z 2500cc. Un campionato che vede in lizza gli italiani Castiglioni, Maderna, Libanori, Petrobelli e Bordoni, ed i francesi presenti con il solo Chapron: costui, però, possiede un mezzo meno competitivo già sulla carta rispetto a quelli dei nostri piloti.
Il circuito "a bastone", ricavato da questo bacino che precedentemente aveva visto lo svolgimento dei campionati del mondo di sci nautico, è formato da due rettifili di m 1341,08, sormontati da una sola boa per ciascuna delle due virate; lo stesso circuito è altrettanto idoneo all'effettuazione di primati mondiali di velocità. Praticamente ne nasce una pista per gare di alta velocità immersa nell'incantevole scenario della circostante campagna francese.
La competizione, articolata sulle quattro manche, offre innumerevoli colpi di scena a partire dalla gara d'apertura. In questa prima manche, infatti, Fortunato Libanori prende la partenza con un giro di ritardo per poi doversi ritirare per un problema al condotto di alimentazione del carburante. Anche Cesare Maderna si ritrova subito in panne, a causa della rottura di una molla valvola. Inoltre, come se non bastasse, Petrobelli, febbricitante e dunque non al top della forma, lamenta alcune noie meccaniche al suo Celli-B.P.M. ed anche Bordoni si ritrova a poche decine di metri dal traguardo fermo per la rottura dell'albero di trasmissione.
In questa incredibile ecatombe di ritiri che non risparmia neppure il francese Chapron, l'unico che riesce a concludere, aggiudicandosi questa desolante manche, è Gianfranco Castiglioni che vince portando per la prima volta al successo sul suo scafo Celli il nuovo motore C.R.
Anche nella seconda prova la vittoria va a Castiglioni, su Maderna e Petrobelli che, risolti in parte i loro problemi meccanici, ritornano in corsa. A seguire troviamo, anche se notevolmente indietro, Chapron e Libanori, quest'ultimo però partito con quattro giri di ritardo e quindi fuori tempo massimo.
Nella terza manche, dopo un veloce avvio di Petrobelli, è ancora Castiglioni, nel corso del terzo giro, a prendere il comando concludendo alla grande la prova davanti al padovano e concedendosi il lusso di doppiare Chapron che occupa la terza posizione. Non è decisamente giornata, invece, per Maderna e Libanori ancora ritirati. Nell'ultima manche, con il titolo europeo già matematicamente in mano a Castiglioni, si assiste più che altro ad una passerella, con il suo l'ennesimo primo posto, davanti a Petrobelli che nonostante le difficoltà riesce a concludere la gara, mentre Chapron si ritira. Sul podio viene innalzato il tricolore per suggellare la bella ed indiscutibile vittoria di Castiglioni: per il neo campione europeo, c'è anche la gioia di essere riuscito a stabilire il record mondiale sulle 15 miglia in circuito, con la media km/h 106,292
Il campionato mondiale
All'idroscalo di Milano, a metà ottobre, si recupera per la classe Z 2500 cc. Il campionato mondiale, in effetti, doveva corrersi nell'ambito della manifestazione internazionale di Venezia, ma le condizioni climatiche avverse (forte pioggia, vento con moto ondoso rilevante) ne avevano pregiudicato lo svolgimento. Davanti ad un pubblico come sempre entusiasta nell'apprezzare le gare che vedono protagonisti gli scafi racers, si disputa questa prima edizione del mondiale Z 2500, anche se a confrontarsi troviamo solamente piloti italiani. Il forfait dei piloti d'oltralpe è probabilmente imputabile alla prova non brillante offerta dal loro unico rappresentante in gara a Vichy (Chapron) che, nonostante il terzo posto finale, non ha certamente creato grattacapi ai nostri italiani. E' anche vero che altri piloti francesi hanno cercato di contattare la B.P.M., quasi totale fornitrice dei motori per la Z 2500 cc, anche per vedere di migliorare quelli da loro stessi impiegati: all'Idroscalo, però, non ritengono comunque di presentarsi lasciando così campo libero ai nostri azzurri.
Al via della prima manche si contano otto racers tutti del cantiere Celli, sette dei quali motorizzati B.P.M. I piloti in gara sono Maderna, Petrobelli, Aliani, Dosi, Libanori, Cerutti, Battaglini, mentre il neo campione europeo Castiglioni ripresenta il suo CR.
Petrobelli è il più rapido a portarsi in testa al gruppo e guidare il carosello, mentre nelle retrovie è Maderna ad avvicinarsi al pilota padovano collocandosi in seconda posizione. Mentre Aliani si ritira al quarto giro e Castiglioni, partito piuttosto staccato, riesce a raggiungere il quarto posto si assiste alla dura resistenza di Petrobelli nei confronti di Maderna che lo incalza pronto ad approfittarne. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, Maderna che nella circostanza sembra disporre di un mezzo più veloce di Petrobelli, riesce a metà corsa, con una manovra da autentico campione, ad infilare il rivale dando sfogo, nei giri rimanenti, a tutta la potenza del suo B.P.M. e portando il proprio vantaggio a ben sei secondi su Petrobelli nei restanti 12 chilometri. Gli unici concorrenti che rimangono nella scia dei primi due sono Libanori e Castiglioni che però non sembrano in grado di impensierire più di tanto; men che meno Dosi, Cerutti e Aliani che non lotteranno mai per le prime due posizioni.
Niente di nuovo anche nella seconda manche che, in fotocopia, registra il veloce avvio di Petrobelli con Maderna vicinissimo in scia, con l'unica variante di un Libanori almeno inizialmente in lotta con i due protagonisti. Ed è, però, questa la manche decisiva: Petrobelli mantiene il comando della prova per i primi otto giri resistendo agli attacchi portati avanti con decisione da Maderna e costringendo questi a navigare nei lunghi rettilinei verso l'esterno. In questo modo, Maderna, affronta le virate dovendo allargare troppo il raggio d'azione e perdendo di conseguenza metri preziosi sul rivale. Ma al nono giro il capolavoro di Maderna si compie: a circa 200 m dalla boa di virata, dopo il passaggio davanti al posto giuria, il giovane pilota milanese, con una sapiente manovra, si porta all'interno lasciando Petrobelli all'esterno. I due scafi rossi, così appaiati, affrontano la virata e chiaramente chi ne trae vantaggio è proprio Maderna che esce per primo dalla curva portandosi nuovamente in prima posizione e andando a vincere anche la seconda manche. Alle spalle del vincitore e di Petrobelli troviamo Libanori, Castiglioni e Battaglini.
L'ultima manche serve ancor di più a confermare la leadership di Maderna che s'invola da subito al comando, restandoci per tutti i 12 gira previsti e tenendo dietro Petrobelli e il bravo Lino Battaglini. Peccato per Libanori e Castiglioni, entrambi vittime di problemi meccanici e, perciò, costretti alla resa. Nella classifica finale costoro vanno ad occupare rispettivamente il quarto ed il quinto posto, preceduti dal veneziano Battaglini, da Petrobelli e da Cesare Maderna che iscrive per la prima volta il suo nome nel campionato mondiale racer classe Z 2500 cc, istituito proprio dal 1963. L'impresa di Maderna acquista grande importanza ed arricchisce il suo personale libro dei trionfi, tra i quali spiccano la Coppa d'Oro Montelera nella Pavia-Venezia, le quattro vittorie nell'elica d'oro Ezio Selva ed il trofeo Francesco Toselli. Non è poco in considerazione che Maderna, nel passato, si era cimentato anche nelle corse automobilistiche, poi abbandonate repentinamente.
Rimanendo sulla classe Z 2500, assistiamo alla rivincita di Petrobelli che si aggiudica il titolo italiano proprio precedendo i rivali Maderna e Castiglioni, Dosi, Cerutti e Libanori. Un bellissimo campionato assegnato sulla distanza di cinque prove svoltesi a Sesto Calende, Castelgandolfo, Torino, Luino e Angera.
Il titolo europeo per gli entrobordo corsa V 1300 cc
Con il 1963 anche gli entrobordo corsa della categoria V 1300 cc si battono per il primo titolo continentale della loro breve storia iniziata, per quanto riguarda le competizioni in Italia, nel 1959. Sul lago d'Orta inizia anche questa prima edizione con al nastro di partenza piloti di tre nazionalità. I nostri azzurri schierano il due volte campione italiano in carica Giulio De Angelis, insieme a Guido Caimi, Capucchio, Bernocchi e Maurelli. La Francia dispone invece dei piloti Renè Milon, Roger Altwess e Gabriel Vouillon e la Confederazione Elvetica si presenta con Frederich Wyss. Non passa inosservato, come tutti i concorrenti in acqua siano a bordo di racer del cantiere Molinari A., tutti motorizzati Alfa Romeo 1300 Giulietta Sprint. Come da regolamento, anche il titolo europeo della V 1300 cc si assegna con classifica finale per somma dei tre migliori punteggi sulle quattro prove disputate. Nonostante la competizione sia nettamente dominata dai piloti italiani, l'incertezza aleggia fino alla quarta manche finale. De Angelis, Caimi e Capucchio vincono rispettivamente la prima, la seconda e la terza manche. Vengono poi totalizzati anche due secondi posti da De Angelis, un secondo e un quarto posto da Caimi, un terzo posto ed un ritiro da Capucchio. Gli altri nostri raceristi Maurelli e Bernocchi faticano a tenere il ritmo dei vincitori, mentre i francesi e l'unico svizzero in gara dimostrano, per ora, una scarsissima competitività. Nella decisiva manche finale De Angelis che vanta un punteggio leggermente superiore in classifica, dà sfogo a tutta la potenza del suo motore: vince così la prova e il titolo, pur subendo la tenace pressione di Guido Caimi che deve accontentarsi del posto d'onore. Sfortunato, invece, Capucchio il cui eccesso di irruenza lo porta ad incappare nel declassamento per partenza anticipata e a perdere le residue speranze di lottare per il titolo.
Grande è la felicitò di De Angelis che iscrive il proprio nome nell'albo d'oro del campionato continentale classe V 1300 e anche quella di tutta la squadra italiana che piazza al secondo posto Caimi, al terzo Capucchio e al quarto Maurelli autore di una prova più che convincente; in quinta posizione troviamo, primo fra gli stranieri, il francese Milon, sesto lo svizzero Wyss e settimo lo sfortunato Bernocchi. Giulio De Angelis completa poi il suo eccezionale anno di vittorie conquistando per la terza volta consecutiva il campionato italiano della V 1300 cc (il pilota romano, oltre che ben figurare negli entrobordo corsa, vince, in carriera, titoli anche tra i fuoribordo corsa).
Il campionato nazionale
Nelle cinque gare di campionato nazionale (Sesto Calende, Bolsena, Ferrara, Auronzo, Angera) De Angelis precede, nella classifica finale, tredici concorrenti tra i quali il sorprendente Bernocchi (secondo), Caimi (terzo), Capucchio (quarto) e Maurelli (quinto), più altri nove concorrenti tra i quali nomi del calibro di Caimi Franco, Riola, Crespi, Perziano ed Ottone.
Nella classica riunione motonautica di Lecco, nel luglio 1963, è incluso il campionato europeo dei grossi bolidi della KD 900 chili e in quella di Campione il mondiale. Ma questi campionati non offrono, al di là dei nomi di assoluto prestigio della squadra italiana, altri motivi di interesse. C'è poco da rallegrarsi infatti: a costo di ripetersi fino alla noia, ci si deve, almeno per ora, accontentare dei titoli che continuano a non interessare alle altre Federazioni che vedono la presenza solo di piloti lombardi.
A Lecco troviamo schierati soltanto cinque piloti: Flavio e Giorgio Guidotti su Timossi-Maserati 5600 cc, Nando Dell'Orto su Timossi-Maserati 5000, Ermanno Marchisio su Timossi-Maserati 5600 e Gian Luigi Crivelli su Celli-Maserati 5000. Al termine della manche di apertura del campionato che vive principalmente sull'ottima prova di Flavio Guidotti, quest'ultimo si assicura il successo su Dell'Orto e Marchisio, veri outsider. Al quarto posto, piuttosto attardato, si classifica Crivelli. Giornata negativa anche per Giogo Guidotti, subito KO alla prima partenza, nonostante disponesse dello scafo del padre, Liborio, assente dalla competizione. Ma, nella seconda prova, anche Marchisio non è più della partita a causa di un problema meccanico (rottura di un piattello di una valvola) al suo Maserati: per il campione della Ezio Selva è la resa definitiva. Flavio Guidotti vince anche questa manche mantenendo in scia Dell'Orto e Crivelli. Nella terza manche è Dell'Orto ad imporsi, prevalendo, per soli due secondi e, con un arrivo in volata, su Flavio Guidotti. Ed è ancora lui che conquista la vittoria, nella quarta manche finale, con un arrivo solitario. Al termine, per poter assegnare il titolo europeo KD 900 kg, si deve ricorrere al regolamento sportivo UIM, e più precisamente all'articolo 237, rettificata dalla stessa UIM con comunicato n. 13 del 23 Agosto 1963. Esso disponeva che tra i primi due classificati con punteggio ex aequo è da premiarsi il concorrente che ha effettuato la manche più veloce e non il giro più veloce. Alla fine è Dell'Orto a prevalere su Flavio Guidotti, grazie alla sua prova più veloce (la terza) che vede, comunque, entrambi realizzare degli ottimi tempi: per Dell'Orto 12'14"3, mentre per Guidotti 12'16"1. Per Nando Dell'Orto è il primo titolo continentale vinto in carriera.
Sotto la pioggia battente, nel mondiale di Campione, Ermanno Marchisio, fedele al motto "non c'è due senza tre", infila per il terzo anno consecutivo l'alloro, vendicandosi della sfortunata gara di Lecco. Nando Dell'Orto, accolto con molto interesse e fresco del titolo conquistato, non riesce più a ripetere la bella prestazione precedente e dopo un deludente sesto posto nella prima manche, rinuncia a ripresentarsi in gara a causa di problemi alla pompa di alimentazione. Marchisio che, riutilizza lo scafo con cui nel 1962 ha trionfato su queste acque, dimostra una netta superiorità sugli avversari, agguerriti più che mai, come i tre alfieri del team Guidotti (papà Liborio ed i figli Flavio e Giuorgio).
Un po' di brivido lo regala la prima manche che vede Marchisio inizialmente rallentato: un poco più tardi, però, dopo aver guadagnato la seconda posizione, rimontato Crivelli, si lancia all'inseguimento di Giorgio Guidotti. Verso metà gara, al Timossi-Maserati di Giorgio Guidotti, si sgancia il cofano motore che due giri dopo si perde in acqua. Marchisio lo tallona, riesce a superarlo e ad aggiudicarsi la manche con un tempo di 11'17"4. Al secondo posto Guidotti Giorgio con 11'24"1, al terzo Crivelli con 11'46"1 e a seguire Flavio Guidotti. A chiudere i carosello troviamo Liborio Guidotti e Dell'Orto.
Nella seconda manche Dell'Orto e Flavio Guidotti non partecipano: quest'ultimo si trova, purtroppo, in difficoltà con il motorino d'avviamento. Per Marchisio, ormai, il mondale è tutto in salita: con molta facilità, infatti, trionfa anche in questa prova e con un tempo di 11'18"2, si aggiudica matematicamente il titolo. Al secondo posto troviamo Liborio Guidotti con 11'32"1, al terzo Giorgio Guidotti con 12'05"3 che gareggia con un cofano motore occasionale e non adatto per questo scafo. Si ritirano Crivelli e Battaglini, quest'ultimo mai veramente in lotta per la scarsa competitività del suo complesso. Nell'ultima gara si rivede in corsa Flavio Guidotti che vince duellando con Marchisio al quale il secondo posto va più che bene; al terzo posto vediamo papà Liborio. Tra i ritirati dobbiamo segnalare lo sfortunato Giorgio Guidotti.
Degli stranieri, annunciati tanto pomposamente alla vigilia di questa gara (si diceva addirittura che da oltreoceano sarebbero arrivati i più grandi nomi della motonautica a stelle e strisce), non vi è assolutamente traccia.
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Stagione agonistica 1964
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