Stagione agonistica 1953


I record
Il 1953 è senza dubbio un anno indimenticabile nella storia della motonautica italiana. Dopo i diversi record mondiali di velocità conseguiti dall'inizio del decennio '50 dai nostri Casinghini, Sestini, Cometti, Castoldi e Selva, è la volta di un altro grande protagonista delle classi entrobordistiche, Mario Verga che prepara un nuovo attacco al fresco primato della 800 kg ottenuto da Ezio Selva con 194 km/h.

Verga si avvale di uno scafo Abbate (il famoso Laura II), con motore Alfa Romeo 159 che altro non è che l'8 cilindri 1500 con compressore a doppio stadio che permise nel 1951 al fuoriclasse dell'automobilismo Juan Manuel Fangio di laurearsi campione mondiale di Formula 1. Attraverso due tentativi stabiliti sempre sulle acque del Ceresio a Campione d'Italia, Mario Verga il 19 gennaio migliora il precedente limite della 800 kg facendo registrare 202 km/h. Una prestazione notevole, ma che non appaga il nostro pilota, così, a distanza di alcuni giorni e precisamente il 15 febbraio, ritenta dopo aver approntato lievi ritocchi all'elica e al timone e raggiunge la fantastica velocità di 226,49 km/h.
Ma questa stupenda performance del pilota comasco dura poco, perché nell'autunno dello stesso anno anche Achille Castoldi decide di provarci.
Dopo essersi recato a Maranello, il pilota milanese riesce a convincere il Comm. Enzo Ferrari a cedergli per il suo tentativo di record, il propulsore di una monoposto di Formula 1: la 375, con la quale nel 1951, al Gran Premio di Gran Bretagna, Josè Froilàn Gonzàlez si aggiudica la prima affermazione per il cavallino rampante in una prova del campionato mondiale.
Sul rosso 3 punti del cantiere Timossi, chiamato Arno XI, il meccanico di Castoldi, Luigi Allione, installa il motore 12 cilindri di 4500 cc, la cui potenza massima di 380 HP viene maggiorata a circa 510 HP, con l'ausilio di due compressori volumetrici, il tutto grazie alla supervisione del responsabile tecnico della Ferrari Aurelio Lampredi. Il giorno 15 ottobre, sulle acque del Sebino (base misurata di Sarnico),Achille Castoldi, sfrecciando all'incredibile media di km/h 241,708, realizza il nuovo record mondiale della categoria racers da 800 kg frantumando quello da poco stabilito da Mario Verga. Questo primato di Castoldi, resterà la maggiore velocità espressa sull'acqua per scafi con elica immersa. Trascorreranno, infatti, 39 anni prima che un altro pilota, Fabio Buzzi, riesca a migliorare l'eccezionale record risultato del pilota milanese. Questo eccezionale risultato è la riprova sella grande carriera di questo super campione milanese: allo sport motonautico, infatti, Castoldi ha dedicato parecchi anni della propria vita.

Ai vari titoli mondiali e nazionali e ai record di velocità ha preso parte, si può dire, alle più importanti classifiche del circuito e di fondo, come per esempio a 12 Raid Pavia-Venezia. Da ragazzo, Castoldi, praticò il canottaggio e nel 1924 e nel 1925 fu campione assoluto italiano e mondiale universitario della classe Skiff.
Da rimarcare, tra le sue incredibili imprese, anche quella ottenuta assieme ai suoi quattro amici nel 1922 quando remò per ben 680 km da Pavia a Trieste in soli sei giorni.

Tra le curiosità, gli scafi più vincenti da competizione di Castoldi sono stati donati al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, tra i quali anche il glorioso fuoribordo con le alette brevettato dai due fratelli Castoldi (il fratello è il noto progettista e costruttore del famoso idrogetto Castoldi).

Durante l'annata, un altro record mondiale di tutt'altro spessore, ma non per questo di minore importanza, viene realizzato da Valerio Rampezzotti per la classe racer L 1500 cc a bordo di un 3 punti Timossi motorizzato OSCA 1400, Rampezzotti migliora il primato precedente di Augusto Cometti stabilito con un Timossi-B.P.M. a 137,410 km/h, portandolo a 142,866. Cometti si rifà vincendo per il secondo anno consecutivo il titolo tricolore sempre della classe L 1500 cc


Il campionato mondiale 800 kg
Dopo i record, è il circuito a tenere banco. Il piatto forte del programma della riunione motonautica autunnale indetta sulle acque dell'Idroscalo di Milano per il 4 ottobre, è, infatti, la sfida riservata ai racers della classe 800 kg per l'assegnazione del massimo alloro mondiale in campo entrobordistico. Molta è l'attesa per il debutto, in questo campionato, di due nuovi 3 punti che il cantiere Timossi ha approntato per Mario Verga e Achille Castoldi. Sul racer di Mario Verga vi è installatro il potente Alfa romeo 158, 1500 cc sovralimentato, la cui messa a punto è direttamente curata dalla case del biscione grazie all'esperto meccanico Marchini. Mario Verga svolge una serie di test proprio all'Idroscalo una settimana prima della sfida mondiale, migliorando il record del circuito stabilito recentemente dal bimotore di Ezio Selva con 1' 16", abbassandolo ulteriormente intorno a 1' 13"-1' 12".

Anche Achille Castoldi, nei giorni che precedono la gara, si presenta sullo stesso circuito con il suo Timossi dalla livrea ancora grezza. L'Arno IX, così viene battezzato, dispone di un 12 cilindri Ferrari di 4500 cc sovralimentato con l'ausilio di due compressori Roots a bassa pressione, stimata sui 7/10 di atmosfera. Un complesso dato per velocissimo alla pari di quello di Verga, ma che necessita di una più laboriosa preparazione del propulsore che viene seguita dalla Ferrari stessa inviando il proprio capo meccanico Meazza. A chi chiede lumi e dettagli tecnici sul 12 cilindri installato sull'imbarcazione di Castoldi al meccanico Meazza, questi si cela dietro un "no comment". Lo stesso dicasi per il campione delle 4 ruote di Formula 1 Alberto Ascari, venuto ad assistere a questa prima uscita dell'Arno IX. Ma quella di Castoldi appare più una toccata e fuga, visto che lo scafo, una volta messo in acqua, non effettua alcun giro di prova, anzi viene ricaricato sul camion e portato via. Castoldi, comunque, si presenta giusto in tempo il giorno della gara effettuando a poche ore dall'inizio della manche di apertura del campionato alcuni giri di prova, ottenendo un responso cronometrico ragguardevole: un tempo sul giro di 1'13" netti.
Che Verga e Castoldi siano i favoriti al successo finale appare ovvio: ma non bisogna trascurare anche gli altri piloti italiani in grado comunque di ricoprire un ruolo importante nella corsa al titolo. Ezio Selva, nella circostanza, ripresenta il suo collaudatissimo scafo da lui costruito, azionato da due B.P.M. di cilindrata complessiva 5600 cc. L'altro componente della squadra nazionale è il debuttante fra gli 800 kg Liborio Guidotti con uno scafo Abbate B.P.M. 2800 cc
La partecipazione degli stranieri è limitata al tedesco Christoph Von Mayemburg, con il suo scafo Streves dotato di un nuovo Jaguar di 3000 cc ed i francesi Louis Delacour e Maurice Bouchet, entrambi con scafi Abbate B.P.M. 2800 cc
Sotto una pioggia a tratti incessante è Mario Verga a prendere il comando della prima manche, mantenendolo poi per tutti gli 8 giri previsti. Il mai domo e grintoso Ezio Selva, con il suo Moschettiere, non potendo tenere il passo del rosso bolide di Verga, si accontenta del secondo posto. Castoldi, invece, dopo un buon inizio che lo vede insidiare Verga, è costretto ad arrendersi a metà gara per il comportamento alquanto bizzarro del suo scafo. Infatti il campione milanese sbanda più volte a causa dell'uscita dell'intero cruscotto e dell'ancoraggio del volante di guida che gli rendono impossibile la conduzione del mezzo. Un guasto, questo, assurdo e di notevole gravità, non certamente riparabile nell'intervallo fra le due manche: tutto ciò obbliga Castoldi a non ripresentare in acqua il rosso Arno IX privandoci di un sicuro protagonista.

Undici giorni dopo, Castoldi avrà comunque modo di ottenere un significativo risultato proprio con questo bolide: il record mondiale assoluto di velocità sull'acqua, primato che resterà per molti anni. Dietro al vincitore Verga e a Selva, buona la prova offerta da Liborio Guidotti classificatosi terzo: il milanese tiene in scia Delacour, Von Mayembug e Bouchet. Quest'ultimo, in particolare, si trovava in difficoltà a causa della perdita degli occhiali da vista.
La seconda manche non vede alla partenza Von Mayemburg, vittima di un grippaggio sul finire della prima manche e neppure Bouchet. Mario Verga, anche in questa gara, appare ormai fuori portata per gli avversari e l'ordine d'arrivo rispecchia quello della manche precedente, con Selva secondo, Guidotti terzo (che può vantarsi di non subire doppiaggio da Verga) e Delacour quarto. Il campionato viene assegnato per somma delle due prove corse nella stessa giornata.


Il Raid Pavia-Venezia
Il verdetto finale del tredicesimo Raid Pavia-Venezia vede ai primi tre posti della classifica assoluta tre scafi entrobordo del cantiere Abbate, motorizzati B.P.M. 2800, iscritti nella classe LX corsa 800 kg. Ad imporsi in un nome nuovo nella ribalta della sport motonautico è Renzo Rivolta (il famoso Commendatore creatore delle autovetture Iso e Isetta) in gara con il copilota Luigi Molli. Senza nulla togliere ai meriti di questo equipaggio, la prestazione fornita lungo i 433 km, è da considerarsi decisamente turistica, in considerazione della modesta velocità, con media di km/h 76,079, e del tempo impiegato di 5h 1' 29". In ogni caso, nella breve storia del Raid, nessuno dei vincitori precedenti, fino al 1953, era riuscito a fare di meglio. Dietro ai vincitori, ma con notevole ritardo accumulato, abbiamo gli equipaggi della marina militare, composti dai tenenti Valli-Proto e Berti-Landolfi, rispettivamente al secondo e terzo posto. Poco fortunata, invece, la prova di Augusto e Camilla Cometti, costretti ad abbandonare la gara a causa di un'insabbiamento, nonostante nel settore cronometrato Piacenza-Cremona avessero registrato la velocità di km/h 111,850, ottenendo così la Coppa d'Oro Theo Rossi di Montelera. Ma questa strana coppia che ha fatto decisamente una buona impressione, avrà modo di rifarsi, al punto che Cometti scriverà fra le più belle pagine nella storia di questa competizione.


La trasferta americana
Sul finire del dicembre 1953, il campione del mondo Mario Verga e i primatisti mondiali Achille Castoldi ed Ezio Selva, si recano a Miami per prendere parte alla spedizione voluta dalla nostra F.I.M. al fine di instaurare un rapporto migliore con la motonautica a stelle e striscie. I nostri tre assi dell'entrobordismo partecipano alle gare della Orange Bowl Regata che vede il suo svolgimento nelle acque dell'Haulower Beach Park che altro non è che un canale abbastanza largo di acqua salata. Il 21 dicembre si corre l'International Grank Prix, una manifestazione con in palio ogni anno il Baker Palladium Trophy. Si tratta di un trofeo interamente in palladio (metallo del gruppo platino) avente un valore stimato di 7.500 dollari (negli anni '50, al cambio la moneta italiana, il valore si aggirava su oltre 4 milioni e mezzo di lire).

La gara si svolge su di un circuito a bastone della lunghezza di 2,800 km per tre giri di percorrenza; si articola sulla distanza di tre manche e classifica con sommatoria di punti totalizzanti su ogni partecipante.
Gli azzurri si rivelano i più veloci dell'intero lotto di iscritti (24 piloti), imponendo agli organizzatori di effettuare una selezione. Gli italiani, però, erano inclusi "di diritto" nell'elenco dei partecipanti, senza dover superare alcun tipo di meccanismo selettivo, proprio in virtù delle ottime performance esibite nelle prove cronometrate. Il resto dei concorrenti, suddivisi tra americani e canadesi, dopo le varie selezioni si riducono a 9 partecipanti, unitamente ai nostri tre piloti. Con 12 partenti prende il via la prima manche, dove il lestissimo Selva si porta al comando con in scia Castoldi. Al terzo giro Castoldi, nel cercare di avvicinarsi a Selva, viene stretto da un concorrente canadese, finendo con il suo rosso Timossi-Ferrari contro un paletto di delimitazione del circuito. Nell'urto, lo scafo riporta alcuni danni, ma nonostante l'accaduto Castoldi riesce, all'ultimo giro, ad agguantare Selva superandolo e conquistando il successo in questa prima manche.
Castoldi ottiene anche una media sul giro di km/h 123,218 che rimane la più alta dell'intera manifestazione a riprova del suo notevole potenziale. L'ordine d'arrivo della prima manche vede classificati, dopo Castoldi e Selva l'italiano Mario Verga, in 4° posizione stretto nella morsa dallo statunitense Gassner e dal canadese Hatch.
Nella seconda prova la buona sorte non è amica degli italiani Selva e Castoldi: il primo viene bloccato dalla giuria per partenza anticipata, mentre Castoldi, in acqua con lo scafo riparato in tutta fretta a causa dell'incidente della prima manche, è costretto al ritiro. Avviene al secondo giro, a causa del violento urto con un'onda che oltre a staccargli e fargli perdere parte della calandra, gli fa imbarcare a bordo anche una notevole quantità d'acqua. Al contrario, Mario Verga, unico azzurro in gara (con una media di km/h 114,860), riesce a vincere la prova difendendosi dagli attacchi dell'americano Gassner. Nell'ultima manche, oltre a Selva partecipa anche Castoldi che anche con lo scafo appesantito dalla parecchia acqua imbarcata riesce a classificarsi comunque quarto. La prova registra il bis di Mario Verga che con il suo scafo Abbate Alfa Romeo trionfa davanti a Selva e a Gassner.
La classifica finale incorona vincitore della Orange Bowl Regata l'italiano Verga, secondo il "regolare" Gassner, terzo Selva e quarto lo sfortunato Castoldi. Con un pizzico di fortuna si sarebbe potuto avere un podio interamente italiano e di questo gli oltre 30.000 spettatori se ne sono senza dubbio resi conto.

Nella stessa giornata, ma con un circuito più breve di km 2,600, ripetuto cinque volte, si è corsa una gara libera a tutti gli scafi senza limitazione (free-for all-race). Assente Castoldi, al via, oltre a Verga e Selva, altri sei concorrenti americani. Con una partenza a razzo Selva balza al comando mantenendolo fino al traguardo, vincendo alla grande la corsa. Purtroppo Verga, inizialmente secondo, subisce alcune noie alle candele uscendo di scena nel corso del terzo giro.

A due giorni di distanza, ad una decina di miglia nell'interno canale di Miami, ancora Selva e Verga effettuano alcune prove libere registrando delle medie elevatissime. Pur non avendo nessuna ufficialità vale comunque ricordare, per onore di cronaca, i 212,730 km/h registrati da Mario Verga (prestazione mai raggiunta su queste acque da altri scafi) e i 184 km/h di Selva.

Per i nostri piloti e per l'intera F.I.M. la trasferta americana si chiude con risultati eccezionali che collocano, senza dubbio, il nostro entorbordismo e i suoi campioni all'avanguardia mondiale della motonautica.


Stagioni agosistiche entrobordo
Stagione agonistica 1954