Stagione agonistica 1954
La scomparsa di Mario Verga
La motonautica ed i suoi campioni godono, nei primi anni '50, di una sempre più grande popolarità, al punto che Mario Verga ed altri piloti diventano protagonisti diretti di un film ambientato nel mondo delle corse sull'acqua, intitolato "Violenza sul lago" (ed. Zeus) del 1954. Un film dimenticato in cineteca per più di 40 anni che mostra Mario Verga alla guida del suo magnifico Laura I. Questo momento esaltante della motonautica italiana subisce, però, un primo penosissimo colpo quando, nell'autunno del 1954, sul lago d'Iseo a Sarnico, durante un tentativo di record assoluto, perisce Mario Verga. E' il 9 ottobre.
Come recita l'articolo di Franco Degli Uberti sulla rivista "Vela e motore", nel momento in cui si compie la tragedia l'unica cosa che resta è "… il grande silenzio che ha riempito l'aria dopo che il lacerante urlo dei due Alfa Romeo ammutolì… In quell'attimo Mario Verga dallo specchio del Sebino s'innalzava a raggiungere nel cielo gli eroi, i grandi piloti Henry Segrave e John Cobb che la si erano immolati per conquistare la massima velocità sull'acqua…"
Questa tragedia induce Achille Castoldi a rinunciare ad un analogo tentativo di record che si dimostra eccessivamente pericoloso se affrontato con i mezzi che gli italiani hanno a disposizione.
Primati e trofei dell'anno
Sempre nel 1954, a poco più di un mese dalla tragica scomparsa di Mario Verga, è la volta di un altro pilota deciso a lanciarsi alla conquista di un nuovo primato velocistico: Liborio Guidotti. Il 13 novembre, sulla base misurata di Campione d'Italia, Guidotti, avvalendosi di un 3 punti Timossi battezzato con il nome di Maria Luisa IV e spinto da un propulsore Maserati tipo 150s 4 cilindri di 1500 cc, consegue la media di 149,38 km/h, nuovo record mondiale per i racers di 350 kg. Venendo alle gare in circuito, Ezio Selva si fregia, per la prima volta in quattro anni, del titolo europeo dei racers classe 2800M, come pure del tricolore, mentre il giovane Flavio Guidotti succede a Cometti nell'altro titolo italiano, quello riservato alla classe 1500 cc
Tra le curiosità, nel 1954 vi è la partecipazione al Trofeo Campari, corso all'Idroscalo di Milano, dello statunitense Luis Nuta. Egli arriva nel nostro paese con il suo bellissimo e variopinto scafo di sua costruzione, chiamato Miami Queen II, un complesso di dimensioni maggiori rispetto a quelli degli scafi italiani. Questo 3 punti è dotato di propulsore Chrysler "Fine power" di 5400cc 8 cilindri a V, elaborato dallo stesso Nuta con alimentazione ad iniezione sistema Hilborn. Si riscontra, poi, una particolarità nell'ausilio di un piccolo motore a due tempi per l'avviamento: il tutto avviene grazie ad un comando a strappo dal cruscotto. Nella prova unica del trofeo Campari che dà inizio alla seconda edizione della prestigiosa challenge (1954-1956) riservata ai racer senza limitazione, Luis Nuta si impone davanti al francese Luis Delacour (Abbate-B.P.M.), Flavio Guidotti (Timossi-Maserati) e Augusto Shapira (Abbate-Ferrari). Un successo per Nuta agevolato, comunque, dall'assenza dell'asso Mario Verga e dal ritiro di Ezio Selva ancor prima della partenza: non per questo, però, può dirsi immeritato.
Il Raid Pavia-Venezia
Eccellente prova dei fratelli Augusto e Camilla Cometti che, con il loro scafo Abbate motorizzato B.P.M. da 2800 cc da 160 HP della categoria 800 kg, conquistano la vittoria assoluta nella quattordicesima edizione del Raid Pavia-Venezia. Un trionfo non del tutto inaspettato e preparato, come Cometti predilige, fino nei minimi dettagli. Nulla infatti è lasciato al caso, come, ad esempio, aver compiuto, alcuni giorni prima, l'intero percorso della gara. L'ottima affidabilità dell'intero complesso permette a Cometti di stabilire una velocità media di 124,086 km/h con un tempo di 3h 28' 04". Un curioso particolare è l'arrivo di Cometti in laguna a Venezia: esso avviene circa due ore prima di tutti gli altri concorrenti, sorprendendo, oltre al grande pubblico non ancora presente, anche gli addetti ai lavori. Alle spalle dei vincitori un altro racer della categoria 800 kg, pilotato da Tarcisio Marega e Amelia Marega: ennesimo esempio di come lo sport motonautico coinvolga anche le donne, per nulla intimorite dallo sfrecciare al alte velocità con i racers di grossa cilindrata. Tra i ritiri illustri della 800 kg, quelli del Timossi-Maserati di Liborio Guidotti e figlio, dei piloti della marina militare Valli e Violante e del Comm. Rivolta, in coppia con Molli, entrambi su scafi Abbate-B.P.M.
Al Comm. Rivolta va l'oscar della sfortuna per l'incidente occorsogli ad un solo chilometro dall'arrivo che gli impedisce di ripetere la prestazione ottenuta nel precedente Raid da lui tanto auspicata.
Da segnalare, nonostante il ritiro, la conquista della Coppa d'Oro Theo Rossi di Montelera all'equipaggio formato da Vittore Loggioni e Luigi Allione su scafo Abbate e motore Ferrari 12 cilindri 4500 cc. Questo complesso, nel tratto cronometrato di gara Pontelagoscuro-Voltagrimana, realizza la migliore performance con km/h 145,454. Da ricordare, la presenza sulla prua dell'imbarcazione dei serbatoi carburante dinanzi al cofano motore, con un avveniristica sagoma a forma di ferro di cavallo: in questo modo lo scafo acquisiva le sembianze più di uno spazzaneve che di un racer da competizione. Con a bordo 150 litri di carburante, si è reso necessario aggiungere un copilota per bilanciare meglio verso poppa il peso dell'imbarcazione. Purtroppo, però, in prossimità di Chioggia, una violenta onda di mare manda a picco questo poderoso racer.
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