La Storia


Nel 1903 l'Automobile Club de France organizzò a Parigi una speciale commissione internazionale per ufficializzare, per la prima volta nella storia della motonautica, il settore -Motoscafi da Corsa-.
Gli scafi furono divisi in 2 categorie: CRUISER, derivati da imbarcazioni da diporto, e RACER, barche finalizzate solo alle competizioni. Entrambe suddivise in classi secondo la loro lunghezza (all'etpoca era convinzione che la velocità della barca aumentava più era lunga e stretta) e la cilindrata dei motori.
La prima gara di motonautica in Italia fu organizzata a Stresa nel settembre del 1903 con 6 partecipanti, di cui 3 "lance-automobili" (così le chiamavano) iscritte ufficialmente dalla FIAT: 1 Cruiser e 2 Racers che vinsero la maggior parte delle gare del week-end.

Niniette IIIn tutto il mondo, fino a metà degli anni '30, gli Entrobordo corsa-Racers erano solo del tipo monocarena a redans, con la trasmissione all'elica a rinvio e quasi tutti con il timone posizionato anteriormente a circa 2 metri dalla prua (FIG.1).

Anche se già nel 1920 il costruttore australiano Ernie Nunn aveva sperimentato su una barca il concetto dei 3 punti d'appoggio, la grande svolta dell'impostazione tecnica dei Racers (in USA -Hydroplanes-) ci fu soltanto nel 1936 quando si presentarono, vincendo subito gare e battendo records, i rivoluzionari Ventnor 3 punti costruiti dai fratelli Apel in USA, che ne registrarono il brevetto nel 1938.

I Ventnor 3 punti fondamentalmente erano ancora dei monocarena a chiglia anteriore classica, ma molto modificati (FIG.2). Non avevano più i redans, il fondo era diventato leggermente concavo e terminava piatto a poppa e, soprattutto, avevano 2 scarponi laterali applicati sulle fiancate della metà anteriore della barca, ognuno provvisto di una deriva in metallo applicata sul lato interno finale dello scarpone (fino a metà degli anni '40, poi solo una sullo scarpone sinistro).
VentnorCon questa configurazione il Racer, prendendo velocità, si sollevava e toccando l'acqua solo con la parte finale degli scarponi e della poppa (ad elica immersa) navigava toccando la superficie dell'acqua solo in 3 punti: la frizione d'avanzamento della barca nell'acqua era stata enormemente ridotta!

Nel 1945, grazie al costruttore californiano Tommy Hill, ci fu l'importantissima e definitiva evoluzione dell'applicazione dei 3 punti d'appoggio che ne consacrò definitivamente la superiorità assoluta su tutte le altre soluzioni tecniche per ottenere la massima velocità sull'acqua.
Il fondo era diventato completamente piatto da prua a poppa senza alcun cenno di chiglia anteriore centrale, gli scarponi erano stati ridisegnati ed allungati, l'albero di trasmissione era stato montato in presa diretta al motore senza rinvio e con una diversa inclinazione, i profili delle eliche erano stati ridisegnati.
Con queste modifiche il Racer, prendendo velocità, sollevava dall'acqua anche la poppa sostenuta dalla forza di rotazione dell'elica che lavorava semi-immersa. Viaggiava così totalmente sollevato usufruendo di un tunnel d'aria centrale che lo sosteneva in perfetto assetto lineare alla superficie dell'acqua, con un incredibile incremento della velocità finale della barca rispetto ai primi 3 punti a poppa immersa.
Fino al 1948 tutti i Racers italiani erano ancora dei classici monocarena a redans. La svolta arrivò nel 1949 grazie agli appunti tecnici presi in USA l'anno prima da Achille Castoldi che li applicò per primo ai suoi racers costruiti dal cantiere Picchiotti e grazie alla partecipazione alle gare in Italia dell'americano Robert Bogie con il suo 3 punti “Blitz III”, che fu subito copiato dai cantieri Guido Abbate, Feltrinelli, Riva, Insam ed Afra, mentre altri cantieri modificarono i loro monocarena aggiungendo i 2 scarponi laterali.
Un ulteriore miglioramento costruttivo dei 3 punti italiani fu possibile grazie alla visita in Italia nel 1951 del famoso e più evoluto Racer americano "Alter Ego" di Paul Sawyer, il quale mise gentilmente a disposizione della Federazione Motonautica Italiana i piani costruttivi della sua barca (FIG.3).
Alla fine degli anni '60, sia in Italia che in USA, per migliorarne l'aerodinamica e la distribuzione dei pesi, i cantieri iniziarono a costruire anche Racers con il pilota posizionato davanti al motore.
A cavallo degli anni '80, con il nuovo concetto dei 4 punti, gli scarponi furono allungati fino a poppa.
Il livello tecnico-costruttivo dei loro Racers decretò la supremazia assoluta dei cantieri italiani in tutta Europa.

Differenze tecniche USA-Italia
I Racers italiani, fin dagli anni '50, avevano avuto un'impostazione diversa dai classici 3 punti USA.
I Racers USA avevano il motore a cavallo del baricentro della barca, corrispondente, più o meno, alla fine degli scarponi. Il pilota era seduto molto indietro a poppa e veniva controbilanciato dal groAlter Egosso serbatoio della benzina e dalla batteria entrambi posizionati a prua davanti al motore (FIG.3).
Quasi tutti i Racers USA erano costruiti con un corpo centrale a fiancate chiuse non comunicante con gli scarponi che erano applicati esternamente a sbalzo con un grosso foro sul retro. Quando lo scafo era fermo gli scarponi si allagavano; poi, presa velocità, l'acqua usciva dai fori posteriori di deflusso.
La deriva, inizialmente fissata all'interno della parte finale dello scarpone sinistro, venne poi regolarmente fissata a sbalzo sul lato posteriore dello scarpone con dimensioni maggiorate.
I costruttori italiani, probabilmente per le diverse dimensioni e peso dei motori italiani, scelsero invece da subito una diversa impostazione della distribuzione dei pesi. Il motore era posizionato completamente davanti al baricentro della barca ed il pilota era seduto subito dietro al baricentro con il serbatoio alle sue spalle. La batteria veniva poi posizionata dove garantiva il migliore bilanciamento finale.
Tranne alcuni racers Guido Abbate costruiti negli anni '52-'53 con gli scarponi tipo USA, nei racers italiani gli scarponi erano esternamente chiusi ed erano parti integranti e comunicanti della struttura della barca costruita a scheletro unico. La deriva era sempre applicata internamente allo scarpone sinistro e di dimensioni inferiori a quelle usate in USA.

Monocarena costruiti dai cantieri italiani fino al 1949
I cantieri impegnati nella costruzione di entrobordo corsa-racers con monocarena sono stati: Abbate Guido, Afra, Baglietto, Brivio, Casalini, Castellini, Cattaneo, Cavalli, Celli, Cinti, Cranchi-Xilon, Cueroni, Feltrinelli, Fiat, Fiorentino, Fioroni, Insam, Lotterio, Marvi, Passarin, Picchiotti, Riva, Saglio, Sainom, Saporiti, Siai, Svan, Taroni, Toselli, Triantafillis e Vidoli (clicca qui per l'elenco dei cantieri presenti in archivio)

Le motorizzazioni impiegate: Alfa Romeo , BPM, Bugatti, Carraro, Daimler, Delahaye, Fiat, Ford, Gray, Hispano Suiza, Isotta Fraschini, Lancia, Laros, Lycoming, Maserati, Rolls Royce, Volpi e Scrips (clicca qui per l'elenco delle motorizzazioni presenti in archivio)

3 punti costruiti dai cantieri italiani dopo il 1949
Dopo il '49 i racers avevano prevalentemente la configurazione a fondo piatto ed elica di superficie. Vennero realizzati da: Abbate Guido, Abbate Tullio, Afra, Belladelli, Bigi Treves, Bidoli-Pedron, Buzzi, Celli Dino, Clerici, Cranchi-Xilon, Cueroni, Feltrinelli, Insam, Lambro, Lucini, Molinari Angelo, Molinari Eugenio, Molinari Livio, Molinari  Renato, Picchiotti, Popoli, Riva, San Marco, Saporiti, Selva, F.lli Seno, Silvestri, Speroni, Telaroli, Timossi, Toselli, Veroni e Vidoli (clicca qui per l'elenco dei cantieri presenti in archivio)

I motori: Alfa Romeo, BMW, BPM, Chevrolet, Chrysler, De Tomaso, Ferrari, Fiat, Ford, Hillman, Holman Moody, Lancia, Maserati, Mercruiser, Osca, Pratt&Whitney, Renault-Gordini e Sunbeam (clicca qui per l'elenco delle motorizzazioni presenti in archivio)



 
Le classi