Stagione agonistica 1979


Le considerazioni dell'Ing. Carlo Chiti
Nell'inverno antecedente la stagione motonautica 1979, l'ing. Carlo Chiti, Direttore Generale e Consigliere del Direttivo Autodelta, durante la premiazione indetta dall'Alfa Romeo Corse dichiara apertamente che a suo parere l'attuale motore di 2000 cc in dotazione agli scafi della classe R3N è da considerarsi superato e che sarebbe consigliabile, in futuro, cercare di migliorare le prestazioni ricorrendo anche a specifiche elaborazioni.
L'intervento dell'ing. Chiti, uomo vulcanico ed evolutivo, non manca di sollevare qualche dubbio proprio in merito al tema delle elaborazioni in campo motonautico.
La F.I.M., per voce del suo Presidente Giorgio De Bartolomeis, replica facendo osservare che il successo ottenuto fino ad oggi dalla R3N 2000 cc è da attribuirsi sicuramente al fatto che la stessa risulta una classe a restrizione, il cui intento rimane quello di salvaguardare i suoi piloti da ulteriori e gravosi oneri riguardo la messa a punto dei motori. Al contrario la R3, i cui propulsori liberi richiedono costi da sempre elevati, sia d'acquisto che di manutenzione, non gode di questo successo. L'ing. Chiti sostiene che nell'automobilismo le classe cosiddette "a restrizione" ogni anno riescono ad ottenere piccole liberalizzazioni che consentono di ravvivare nei preparatori l'intento di ottenere qualche miglioria nelle prestazioni, evitando nel tempo il probabile rischio che scada l'interesse tecnico. In effetti, già nel 1978, in molti si erano domandati se la casa del Portello avesse seriamente preso in considerazione il Campionato Europeo R3 2000 cc dominato da un Lancia Stratos davanti all'intero lotto degli avversari motorizzati Alfa Romeo.
In realtà, malgrado un Titolo Mondiale porti sempre prestigio a livello di immagine, è altrettanto comprensibile che la vendita così limitata sul mercato nautico ed il conseguente basso ritorno, non spingano la casa motoristica ad interessarsi seriamente.

Sono partito da queste considerazioni per introdurre l'annata sportiva 1979 che vede per la prima volta la presenza, nel calendario nazionale, di gare riservate alla classe R3 2000 cc Visto lo scarso numero di partecipanti, la Federazione non assegna il Titolo Nazionale, ma la Targa F.I.M.


Il record classe R3 di Francesco Manfredini
Di certo le novità non mancano. Francesco Manfredini porta in gara un nuovo tre-punti del cantiere Popoli e con questo scafo, motorizzato Alfa Romeo GTAM da 220 HP, stabilisce, sulla base misurata del Lago di Paola a Sabaudia, il nuovo record mondiale di velocità sul chilometro lanciato per la classe R3 con 189,985 Km/h.
Dopo questa ottima performance il pilota cremonese, tra l'altro uno dei più convinti assertori della R3, si aggiudica anche la Targa F.I.M. prevalendo su Prospero, Mora, Cantando, Virgilio Molinari e Caramelli.


I Titoli Internazionali di Amleto Ruggeri
Il vero maltatore della stagione, però, si rivela Amleto Ruggeri che, con il suo tre-punti Lucini e Frigerio-Alfa Romeo, si aggiudica sia il Titolo Europeo che quello Mondiale.

Nel Campionato Europeo che si svolge a Boretto, Ruggeri arriva primo senza vincere nessuna delle quattro prove previste, ma riuscendo comunque a totalizzare il maggior punteggio con due secondi ed un terzo posto. La classifica finale vede al secondo posto Caramelli ed al terzo Manfredini; quest'ultimo, tra l'altro, si accorge che nella notte precedente l'inizio del campionato, il proprio mezzo è stato sabotato (trova sabbia nel carburatore ed i fili di collegamento alla batteria staccati) e solo grazie al tempestivo intervento della Squadra Corse dell'Alfa Romeo che sostituisce il motore, riesce ad allinearsi al via della gara.
Gli altri componenti della squadra azzurra, Prospero e Cantando, anch'essi con tre-punti motorizzati Alfa Romeo, lamentano continui problemi meccanici ed escono entrambi di scena fin dalle battute iniziali.
Peccato che in questo campionato non ci sia l'ombra di un pilota straniero, né la presenza tanto auspicata del campione in carica Renato Molinari e del suo catamarano.

All'Idroscalo di Milano, nel mese di settembre, si corre il Gran Premio d'Italia che, tra le varie gare, comprende anche il Campionato Mondiale R3.
Per la prima volta questo titolo, come già successo per quello Europeo, si assegna disputando quattro prove in sede unica e con classifica finale a punti ottenuta sommando i tre migliori risultati. Amleto Ruggeri che a bordo del suo scafo Lucini e Frigerio-Alfa Romeo 4 valvole da 240 HP, appare il più preparato, ma deve comunque faticare non poco per avere la meglio sull'indomabile Ermes Prospero.
Il pilota milanese si aggiudica la prima e la terza manche, con Prospero sempre in scia; lascia a quest'ultimo la vittoria nella quarta manche accontentandosi della seconda posizione.
Terzo in classifica finale è Franco Cantando, vincitore della seconda manche in solitario arrivo, in quanto sia Ruggeri che Prospero sono declassati per partenza anticipata.
Da notare che Cantando è stato messo in squadra all'ultimo momento per sostituire Francesco Manfredini, assente forzato per problemi fisici. Sfortunata invece la prova di Renato Molinari, sceso in acqua con un nuovo catamarano spinto dal potente Lancia Stratos.
Il campione comasco viene declassato per aver perduto parte del numero di gara nel corso della prima manche e subisce un altro declassamento nella seconda per partenza anticipata. Nelle restanti due prove, piuttosto seccato, rinuncia addirittura a gareggiare.
Anche Nicola Mora partecipa al campionato ripresentando il suo catamarano Molinari-Alfa Romeo, ma purtroppo per lui non è giornata. A causa di un continuo susseguirsi di noie meccaniche è obbligato anche a ritirarsi nella seconda ed unica manche in cui riesce a prendere il via.
Ritornando al neo Campione Mondiale Ruggeri, appare ormai evidente la sua classe. Questo pilota, nell'arco di tre annate, ha raggiunto risultati che lo collocano sicuramente tra i più grandi "raceristi" italiani. Per l'anno 1979 è lui il vincitore dell'ambito premio "Sportsman dell'Anno" unitamente al costruttore del suo scafo, il cantiere Lucini e Frigerio e all'Alfa Romeo.
Dei tre stranieri presenti al via, c'è ben poco da dire; sia i francesi Jean Francois Riondet e Jean Vital Deguisne, con i loro catamarani Cormorant-Renault dalle caratteristiche più consone ad una classe Sport che Corsa, sia l'italo-svizzero Luciano Belladelli offrono una prestazione incolore data la scarsa competitività dei loro mezzi. Alla fine l'unico a risultare classificato in quarta posizione è Belladelli.


I Campionati Nazionali
Per quanto riguarda il Campionato Italiano della classe Entrobordo Corsa R3N si registra, a distanza di tre anni, il ritorno alla vittoria di Ermes Prospero che si aggiudica il Tricolore trovando in Nicola Mora l'avversario più ostico.
In questa classe voglio ricordare l'occasionale ritorno alle competizioni di Franco Caimi, il quale alla guida del racer del figlio Guido, disputa le due manche di Campionato Italiano nel corso del Gran Premio del Cadore ad Auronzo.
Per concludere il discorso sugli entrobordo 2000 cc occorre rimarcare che il merito delle vittorie ottenute da Ruggeri e Prospero è anche in parte da attribuire alla Squadra Corse del Pavese Franco Migliavacca, alla quale entrambi appartengono, e soprattutto al preparatore Carlo Papetti, soprannominato nell'ambiente "Pinci".

Venendo alla classe Entrobordo Corsa Fiat 128 1300 cc, a sorpresa ma meritatamente, troviamo vincitore del Titolo Nazionale l'ex fuoribordista ferrarese Edmondo Bergamini. Questi, al suo primo anno di gare in questa classe, riesce ad avere la meglio sui vari Zarantonello, Telasio, Muggiati, Testa, Contento, Cornacchione, ecc: tutti avversari di indubbie qualità in quella che sicuramente si può definire una formula promozionale ben riuscita. Sempre per questa categoria ricordo anche il primato nazionale di velocità che il pilota tarantino Paolo Ferrarese realizza sulla base misurata di Sabaudia con 122,450 Km/h.

Nelle gare di fondo, gli unici risultati conseguiti da piloti alla guida di scafi entrobordo sono quelli ottenuti al Giro del Lario da Eugenio Molinari che riporta alla vittoria il suo tre-punti classe Sport S°° motorizzato B.P.M. 8000 cc e da Giuseppe Colnaghi nella Centomiglia del Lario.
Quest'ultimo porta al debutto un nuovo catamarano costruito da Renato Molinari iscritto nella classe R°° e azionato da un propulsore Montepilli.

Tra le altre novità in campo motoristico viste in gara nel 1979 vi è il motore Ferrari Dino 2500 cc preparato da Zoni e Speroni per Guido Caimi il quale lo impiega inizialmente sul suo racer ed in seguito su un catamarano Molinari in alcune gare nazionali di fondo come la Pavia-Venezia e il Trofeo Due Ponti di Boretto.
Sebbene questo propulsore abbia potenza da vendere, il progetto, nella sua complessità, incontra diverse problematiche e i risultati non esaltanti convincono Caimi a desistere.

Purtroppo nel 1979 non mancano anche alcuni incidenti molto gravi. A Omegna, sul Lago d'Orta, durante una competizione riservata ai racers della R3N 2000 cc, si ferisce piuttosto seriamente il pavese Maurizio Caramelli. I danni subiti nell'incidente lo obbligheranno ad abbandonare per alcuni anni le competizioni.
Peggior sorte si accanisce su Antonio Massoni, altro pilota pavese che venuto alla ribalta con la Formula Fiat 128, passa nell'anno in corso alla più importante e impegnativa R3N. Durante il Trofeo Due Ponti un tragico incidente mortale mette fine alla sua promettente carriera motonautica.


I record classe diesel di Tullio Abbate e Fabio Buzzi
Esulando dalla cronaca delle competizioni in circuito, mi preme evidenziare come nel 1979 le case motoristiche Fiat Aifo e V.M. continuino la loro avvincente sfida a "colpi di record", per ottenere il primato mondiale di velocità riservato agli scafi con motorizzazione diesel.
Tullio Abbate e l'Aifo sono i primi a ritornare in corsa per sferrare il nuovo attacco a Buzzi, decisi più che mai a reimpossessarsi del record.
Il pilota, dopo aver "studiato" su uno scafo riprodotto in scala 1:2 (con il supporto della galleria del vento del Centro Esperienze Fiat), realizza nel proprio cantiere un nuovo quattro-punti in compensato marino Lario Belletti e rinforzi in Kevlar 49 lungo 6,21, largo 2,19 metri a prua e 2,21 a poppa.
Un particolare evidente di questa imbarcazione è il grande alettone a portanza aerodinamica inserito a poppa tra le due pinne stabilizzatrici fisse, ricavate dalle fiancate dello scafo.
Molto ben curata dall'esperto tecnico Phill Rolla la progettazione dell'elica bipala in acciaio, mentre dal punto di vista motoristico l'Aifo opta per un sei cilindri in linea derivato dalla serie (Fiat 8061 SM) da 5500 cc con iniezione diretta e sovralimentazione.
Questo motore che originariamente eroga 165 HP a 3200 giri/minuto e una potenza specifica di 30 HP/litro, viene elaborato nella circostanza dai tecnici Fiat Aifo che ne raddoppiano la potenza (340 HP) pur mantenendo un'eccellente affidabilità.
Va ricordato inoltre che questo diesel è più piccolo di quello utilizzato dallo stesso Abbate al tempo del primo record, ma molto più grande del V.M. 3600 cc usato da Buzzi; è evidente quali siano gli sforzi, sia da parte di Aifo che di Abbate, nell'approntare uno scafo (a differenza di quello del 1977) tecnicamente all'avanguardia. Con queste premesse veniamo al record vero e proprio che si svolge il 22 maggio sulla base misurata di Azzano (Lago di Como). Tullio Abbate si lancia e fa registrare una media delle medie (passaggio ascendente e discendente) di 172 Km/h, nuovo record mondiale. Il pilota-costruttore comasco però, unitamente al suo Team e all'equipe Fiat Aifo, non si accontenta, essendo più che mai convinto di poter migliorare ancora questo risultato; così dopo altri tentativi che non vanno a buon fine, decide di riprovarci il giorno seguente, il 23 maggio.
Migliorando qualcosa nell'assetto dell'imbarcazione e avendo dalla sua anche un lago con acque più tranquille, Abbate, con un passaggio a 180,904 Km/h e uno a 183,673 Km/h, si supera portando il nuovo limite (media delle medie) a 182,280 Km/h.
Abbate può finalmente condividere la propria gioia con gli oltre 400 spettatori accorsi ad assistere alla performance.
Il nuovo primato stimola lo staff Fiat Aifo a pensare che in chiave commerciale sarebbe un bel biglietto da visita esporre lo scafo da record al prossimo Salone Internazionale della Nautica a Genova in autunno. Trattandosi infatti di un risultato eccezionale nel campo dei diesel, il fatto potrebbe arrecare un incremento delle vendite di propulsori per le imbarcazioni da diporto, da sempre, quasi esclusivamente, allestite con motorizzazioni a benzina.

Poco prima dell'inizio della rassegna ligure però, Fabio Buzzi e la V.M., dopo aver riconosciuto i giusti meriti all'impresa dell'amico rivale, annunciano il proprio ritorno in acqua, sicuri, malgrado il brevissimo tempo disponibile, di battere il record.
La cosa non viene "digerita" dall'Aifo che cerca, attraverso alcuni suoi dirigenti, di fare pressione su Buzzi affinché rinvii il tentativo ad una data successiva rispetto alla durata del salone di Genova. Buzzi e la V.M. però non modificano di una virgola i loro programmi, così il 30 settembre, sulla base cronometrata di Sabaudia, si assiste ad una nuova strepitosa performance.
Dopo alcuni lanci non ottimali, dovuti a qualche banale problema meccanico, arrivano quelli decisivi e Buzzi porta a 191,576 Km/h il nuovo primato mondiale di velocità, polverizzando l'ancor fresco record di Tullio Abbate.
Per l'occasione Buzzi ripresenta il tre-punti dell'anno prima, modificato in qualche particolare aerodinamico (il musetto centrale, il motore chiuso nella sua calandra a differenza del precedente lasciato aperto, uno speciale alettone installato verso poppa) e, fatto di assoluta importanza, lo snellisce riducendone il peso di 70 Kg. La V.M., inoltre per l'occasione, incrementa di 70 HP la potenza del 6 cilindri siglato HR 692 HT/9.
Mentre Abbate e l'Aifo contestano la validità del record di Buzzi presso la Federazione Internazionale (senza però ottenere alcun riscontro) sostenendo che la base cronometrata di Sabaudia non era idonea, chiedono anche, per il futuro, di omologare una sola base misurata pei tutti i record.

All'apertura del Salone Nautico di Genova, fa bella mostra di sé il tre-punti bianco-verde V.M., contraddistinto da un effimero cartellone pubblicitario che recita uno slogan che è tutto un programma...


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