Stagione agonistica 1978
La scomparsa di Renalo Moraglione
All'inizio della stagione agonistica 1978, durante lo svolgimento della prova d'apertura del Campionato Italiano Entrobordo Corsa classe R3N 2000 cc all'Idroscalo di Milano, ritorna ancora una volta d'attualità il serio problema legato alla sicurezza dei piloti.
Purtroppo, poco dopo la partenza lanciata dell'affollata R3N, un tragico incidente è fatale al pilota Renato Moraglione.
E' praticamente impossibile raccontare la vera dinamica dell'accaduto ma, tra le tante ipotesi formulate, si pensa che dopo il via, nell'affrontare la virata alla prima boa, tutti i venti racers si siano ritrovati ammassati in un ristrettissimo spazio e nel turbinio delle loro scie che rendevano precaria la visibilità, Moraglione, accortosi di essere partito in anticipo (come pure Ruggeri e Caimi), tentasse, con una manovra piuttosto brusca, di rientrare nel gruppo che sopraggiungeva dalle immediate retrovie. Probabilmente, spinto dalla notevole velocità e forse disturbato da un'onda anomala, veniva catapultato fuori dal suo scafo e investito in successione dagli altri incolpevoli concorrenti. Al di là della fatalità e del rischio che lo sport motonautico comunque comporta, ricordo che durante la riunione pre-gara non pochi piloti sollevarono perplessità sulla decisione presa di far gareggiare tutti assieme i venti scafi presenti; l'anno precedente, proprio su queste acque, un equivalente numero di partenti era infatti stato diviso in due batterie.
La morte del pilota Moraglione scuote tutto l'ambiente motonautico nazionale e tra i piloti della R3N c'è un certo nervosismo.
Alcuni di loro, dopo la tragica gara iniziale di Milano, rinunciano a continuare la stagione e di conseguenza il numero dei partecipanti subisce un calo piuttosto vistoso. Parlare di una vera e propria crisi forse può sembrare eccessivo, di un momento di riflessione senza dubbio sì.
Tra le tante proposte ventilate dai piloti e dai costruttori, spicca quella di Guido Caimi che decide di installare sul suo racer un particolare roll-bar in acciaio atto a garantire una migliore protezione al pilota in caso di eventuali collisioni laterali con altri scafi.
L'innovazione che non passa inosservata tra i suoi colleghi, sarà adottata anche dal cremonese Francesco Manfredini l'anno successivo sul nuovo tre-punti costruito dal cantiere di Carlo Popoli.
Il Campionato Italiano della R3N 2000 cc che nell'anno in corso prevede sei prove (Milano-Idroscalo, Ranco, Sacca di Colorno, Boretto, Omegna, Siracusa) è vinto, per il secondo anno consecutivo, da Amleto Ruggeri che ha la meglio su temibili e agguerriti avversari come Nicola Mora che di gara in gara conferma di essere ormai tra i migliori della categoria, il rientrante Maurizio Caramelli che ha un passato da "racersita" e che è subito vincente anche in questa classe e sugli irriducibili Antonio Petrobelli e Guido Caimi.
Petrobelli, in questo campionato, abbandona il classico racer con motore anteriore e opta per uno scafo del cantiere Celli che adotta una soluzione già in passato sperimentata con alterne fortune da diversi famosi costruttori (in altre categorie entrobordistiche), ovvero con il propulsore montato alle spalle del pilota, questo tre-punti risulta molto veloce su acque calme, mentre sul mosso il suo equilibrio è precario al punto che durante l'ultima gara di Campionato Italiano, corsa nelle acque marine di Porto Grande a Siracusa, Petrobelli è vittima di un rovesciamento e riporta danni fisici tali che lo terranno lontano dalle competizioni per due anni.
Renato Molinari Campione Europeo classe R3
Verso la fine della stagione, durante la grande manifestazione motonautica denominata "Milanonda", valida per il Gran Premio d'Italia, tra le tante gare in programma viene organizzato il Campionato Europeo per gli Entrobordo Corsa della classe internazionale libera R3 2000 cc. Questo titolo, riproposto in calendario dalla U.I.M., offre qualche spunto di notevole interesse in quanto è presente in acqua Renato Molinari, con un nuovo catamarano motorizzato Lancia Stratos sei cilindri a V da 270 HP e preparato dal "grande" Tino Brambilla. Per gli altri piloti della squadra azzurra, Amleto Ruggeri, Franco Cantando e Francesco Manfredini, tutti in gara con i loro racers spinti da motori Alfa Romeo, si preannuncia il difficile compito di riuscire a tenere testa al potente complesso del campione comasco.
Anche Nicola Mora porta per la prima volta in gara un catamarano (già appartenuto al pilota romano Massimo Funaro) sempre costruito dal cantiere Molinari e motorizzato Alfa Romeo.
Mora che per l'occasione abbandona il tre-punti, purtroppo, malgrado l'alto potenziale del suo nuovo mezzo, esce di scena dopo la prima manche.
Al via anche l'elvetico Luciano Belladelli, unico "straniero" presente che dà un vago senso di internazionalità a questo Campionato. Belladelli è alla guida di uno scafo tre-punti di sua non recente realizzazione con motore Alfa Romeo posizionato posteriormente al posto di guida.
Nelle due prove iniziali sono però i racers di Ruggeri, nella prima, e di Manfredini, nella seconda, a vincere con Molinari in scia, leggermente attardato da problemi meccanici.
Nelle restanti due manche Molinari, risolte le iniziali difficoltà, riesce a sfruttare tutta la potenza del Lancia Stratos: il suo scafo, già velocissimo nei rettilinei, trae ulteriore vantaggio nelle virate grazie alla particolare forma della carena. Il Titolo Europeo che Renato Molinari conquista, precedendo nella classifica finale Manfredini e Cantando, può essere considerato il primo vero segnale che nelle classi Entrobordo Corsa il racer sta perdendo il predominio.
Il Campionato Italiano della Formula Fiat 128 è meritatamente vinto da Remigio Telasio, contrastato validamente da Guido Comacchione e Adriano Muggiati.
Le gare di fondo
Per quanto concerne i risultati ottenuti dai nostri entrobordisti nelle gare di fondo voglio rimarcare la bella affermazione di Ermes Prospero nel Trofeo Due Ponti a Boretto Po. Prospero dispone del glorioso racer già validamente utilizzato negli anni sessanta da Ermanno Marchisio, quando furoreggiava la classe KD 900 Kg.
Questo bolide del cantiere Timossi, ora non più motorizzato Maserati, ma B.P.M. 8000 cc, è iscritto nella classe R°° e permette al campione veronese, dopo i forzati ritiri dei velocissimi Antonio Petrobelli e Renato Molinari, di vincere ritoccando anche il primato della corsa (164,106 Km/h di media contro i 164,016 Km/h di Petrobelli nell'edizione 1976).
Da applausi anche la prova di Guido Caimi, giunto nella classifica assoluta a poco meno di tre minuti dal vincitore Prospero, pilotando il suo tre-punti Lucini e Frigerio-Alfa Romeo della classe R3N 2000 cc.
Concludendo il discorso inerente le gare di fondo è d'obbligo ricordare le due gare Lariane.
Nel Giro del Lario è Annibale Beltrami che iscrive il proprio nome nell'albo d'oro della gara, giunta all'ottava edizione. Beltrami, pur non migliorando il record della corsa, detenuto da Eugenio Molinari con 185,452 Km/h, riporta alla vittoria lo stesso Entrobordo Sport E.Molinari -B.P.M. oltre 7000 cc, già trionfatore nel Raid Pavia-Venezia del 1977.
A Como, invece, nella Centomiglia, è Giuseppe Colnaghi con il suo catamarano Molinari-Mercruiser della classe R°° a primeggiare. Il campione milanese aggiunge al suo ricco palmares anche questa importante affermazione.
Il record classe diesel di Fabio Buzzi
Per concludere apriamo una parentesi dedicata ai record di velocità ed in particolare a quelli ottenuti con motorizzazioni diesel.
Nei giorni 7-8 ottobre 1978, sulla base misurata di Sabaudia, Fabio Buzzi riesce a migliorare sensibilmente il precedente primato di Abbate innalzandolo a 165,588 Km/h.
Lo scafo impiegato da Buzzi per questo record è un tre-punti autocostruito nel suo cantiere di Annone Brianza e ricavato stampando un sandwich di Belcobalsa e Kevlar 49, un'innovativa fibra Du Pont, il cui peso specifico è quasi la metà di quello del tessuto di vetro. L'imbarcazione priva di ogni accessorio pesa 106 Kg ed ha una rigidità almeno quattro volte superiore a quella di un pari caratteristiche, ma costruito in legno. Il propulsore V.M. 692 HR 6 cilindri di 3600 cc è sovralimentato con un turbo compressore KKK ed è portato ad una potenza di oltre 200 HP grazie allo sviluppo curato dal preparatore Romeo Ferraris. A riprova che il diesel V.M. è sicuramente all'avanguardia nel settore è necessario dire che Buzzi ha conseguito il primato con un motore avente una cilindrata dimezzata rispetto all'Aifo di Abbate.
La collaborazione tra Buzzi e la casa motoristica V.M., iniziata quasi per caso al salone di Genova, dal 1977 rilancia il diesel verso una nuova era.
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