Stagione agonistica 1965


Il campionato mondiale della KD 900 kg
Anche il 1965 è un'annata all'insegna di grandi successi in campo entrobordistico dove si ritrovano a primeggiare più o meno gli stessi protagonisti della stagione precedente. Tre, in particolare, i nomi di spicco: Ermanno Marchisio, Giulio De Angelis e Leopoldo Casanova. Marchisio, sul suo Timossi-Maserati, si riconferma per la quarta volta consecutiva campione mondiale tra i racers della KD 900 kg.

Sul consueto specchio d'acqua di Campione D'Italia, il nostro fuoriclasse ottiene il suo poker di titoli stracciando tutta l'agguerrita concorrenza rifilando, nella classifica finale, più di tre minuti di distacco al secondo classificato: il sempre valido Nando Dell'Orto. Marchisio vince tutte e tre le manche previste: nella prima precede i fratelli Flavio e Giorgio Guidotti, Dell'Orto, Giorgetti, Crivelli e lo svizzero Joseph Ulrich, unico dei due concorrenti stranieri ad entrare in classifica. L'altro, infatti, è il connazionale Wyss che, però, non riesce mai a terminare la prova. Nella seconda e terza manche Marchisio si ripete con il medesimo ordine d'arrivo, mantenendo in scia Dell'Orto ed il bravo Giorgetti (per l'occasione in gara con il tre punti Celli di proprietà del veneziano Ligabue, spinto da uno Chevrolet). Giornata negativa per i Guidotti: durante la seconda prova, Giorgio lamenta un'avaria alla pompa dell'olio, mentre Flavio la rottura del cavo del volante: entrambi sono costretti, perciò, a rinunciare all'ultima manche.
Marchisio, a gara terminata, racconta di come sia stato difficoltoso portare al successo il suo racer su acque sempre più mosse e di come sia riuscito a domare, durante la seconda prova, un violento colpo ai reni con grande coraggio e temperamento. Per quanto riguarda gli altri partecipanti c'è poco da dire: troppo lenti ed in difficoltà a causa di problemi meccanici sia l'italiano Crivelli, con il Celli-Maserati che gli elvetici Ulrich e Wyss: i loro scafi motorizzati Ford si dimostrano, in effetti, nettamente inferiori ai più competitivi Maserati.


Il campionato mondiale della classe Z 2500
Nella classe Z 2500 troviamo protagonista Giulio De Angelis che si aggiudica la vittoria sulle acque di casa del Lago di Bracciano. Con questo alloro il pilota romano si inserisce decisamente tra i grandi nomi dell'elite dell'entrobordismo internazionale. Sfruttando il vantaggio di gareggiare tra le cosiddette "mura antiche" e, cosa non poco trascurabile, di non trovare in gara due grandi avversari quali Libanori e Maderna, De Angelis deve misurarsi, più che altro, con Castiglioni, il suo più tenace antagonista. Al via della prima manche i partenti sono sei: gli italiani De Angelis (A.Molinari-Alfa Romeo), Petrobelli (Celli-Alfa Romeo), Cerutti (Celli-B.P.M.), Dosi (Celli-Alfa Romeo), Castiglioni (Celli-C.R.), ed il francese Roger Altwess (Rossi-Alfa Romeo).
Con una partenza da manuale De Angelis si porta al comando della prima manche mentre, alle sue spalle, si scatena la bagarre che vede Dosi, Castiglioni e Petrobelli all'inseguimento, praticamente incollati tra loro. Mentre De Angelis continua idisturbato la sua marcia, si sfiora la collisione fra Dosi e Castiglioni: quest'ultimo riesce a portarsi in seconda posizione, seguito da Petrobelli, Altwess e Cerutti. Questo è anche l'ordine d'arrivo della prima manche che vede, nel corso del quinto giro, il ritiro definitivo di Dosi, a causa di un'irreparabile disavventura. Lo sfortunato pilota vigevanese si trova improvvisamente con una biella tranciata a metà: il pezzo mancante viene trascinato dall'albero motore, e crea una rottura nel blocco motore con la conseguente fuoriuscita di olio bollente dalla coppa che colpisce le gambe del pilota. Un altro episodio da raccontare, avvenuto nella prima manche, interessa Gianfranco Castiglioni e, probabilmente, col senno di poi, si rivela decisivo per le sorti finali. Il pilota sbaglia l'inserimento in boa e cerca di riparare tornando indietro: ma, nuovamente ricade in errore perché, esegue la virata tenendo la boa alla sua destra mentre, per regolamento, in virata la boa deve trovarsi alla sinistra dello scafo. Tutto questo non passa inosservato alla giuria che ammonisce Castiglioni con sei minuti di penalizzazione. Nella seconda prova Castiglioni balza al comando e domina la corsa, terminando primo con quasi un minuto di vantaggio su De Angelis; al terzo posto troviamo Petrobelli e al quarto Cerutti.
Nell'ultima frazione si assiste ancora al successo di Castiglioni davanti a Petrobelli ed al francese Altwess. De Angelis si trova, invece, in difficoltà con il suo motore fin dal quarto giro: termina, comunque, la manche davanti a Cerutti e si fregia del titolo mondiale fra il batticuore dei suoi numerosi tifosi.
Al ritorno agli alaggi non passa inosservata l'evidente commozione di papà Elio, presidente della Rari Nantes Bracciano. Egli aveva fortemente auspicato l'assegnazione di questo campionato nella speranza, ben riposta, che il proprio figlio riuscisse a dare questa memorabile gioia a lui e ai suoi innumerevoli estimatori.


La gara veneziana di Lio Grando
Giulio De Angelis, nella manifestazione veneziana di Lio Grando, concede il bis, per questa stagione, riconfermandosi campione europeo della classe LV 1300 cc per la terza volta consecutiva. Offrendo una prestazione molto attenta da consumato campione, De Angelis si classifica secondo nelle iniziali due manche; la prima volta preceduto dal pilota locale Guido Perziano e successivamente dietro a Guido Caimi. Riesce, poi, a dominare le rimanenti due manche, cogliendo due significative vittorie e totalizzando il punteggio necessario alla conquista della fascia continentale. Nella graduatoria finale, dietro a De Angelis, troviamo Guido Caimi: entrambi utilizzano scafi A.Molinari-Alfa Romeo. Al terzo posto Leopoldo Casanova con il suo Popoli-Alfa Romeo, la cui prestazione è un po' al di sotto dello standard abituale a causa di alcuni problemi meccanici. Al quarto posto Guido Perziano, al quinto Capucchio e al sesto l'elvetico Wyss, unico straniero presente con uno scafo A.Moilinari-Alfa Romeo che, però, è scarsamente competitivo. Da segnalare la totale defezione dei raceristi d'oltralpe che, la settimana precedente, si erano esibiti in una gara a carattere internazionale a Campione d'Italia; gli stessi, nonostante la presenza dei loro scafi sul campo di gara veneziano, non riescono a raggiungere in tempo Lio Grando poiché la circolazione delle auto era stata interrotta su di un tratto di strada francese a causa di una frana.
Il veneziano Perziano commette un errore in virata saltando una boa: si preclude così, per propria colpa, la lotta per il vertice della classifica. Inoltre, con una brusca e disattenta manovra di rientro agli alaggi, non può evitare la collisione con Wyss che stava sopraggiungendo sulla sua scia. A dire il vero Wyss, sterzando all'esterno, riesce a rendere meno violento l'urto tra le imbarcazioni: il peggio, però, tocca proprio allo svizzero che si ritrova a zig-zagare rischiando di infilarsi tra gli innumerevoli natanti degli spettatori. E' solo grazie al grande self control di Wyss che tutto finisce bene, a parte il suo scafo che affonda per poi venire comunque ripescato grazie al pronto intervento dei Vigili del Fuoco.


Il Raid Pavia-Venezia
Il terzo protagonista del 1965 è Leopoldo Casanova, incredibilmente ancora primo assoluto nella venticinquesima edizione del Raid Pavia-Venezia. Se il risultato ottenuto da Casanova aveva un sapore unico questo conferma che all'eccezione segue anche la regola.
Il campione colornese si presenta alla gara preparatissimo, con il suo nuovo tre punti del cantiere parmense Popoli (alla sua prima realizzazione di scafi racer), azionato da un'Alfa Romeo ed iscritto tra i racer da 350 kg; un mezzo ben approntato anche grazie all'aiuto dell'esperto ed appassionato nipote. Casanova termina la gara nel tempo di 2h57'39" con una media generale, calcolata sui 390 km del percorso, di km/h 131,718. Questa media è di poco inferiore a quella di 136,455, da lui stesso stabilita durante la gara che gli vale l'aggiudicazione della Coppa Montelera: da quest'anno, peraltro, il percorso previsto per l'attribuzione del trofeo è più lungo del solito (km 267) e si estende dalla conca di Isola Serafini e fino a quella di Voltagrimana. A gara vinta Casanova trova Osvaldo Mosconi, capo dell'ufficio stampa del Raid che lo preleva, lo trasferisce via motoscafo all'aeroporto di Tessera: partono in volo verso Milano dove raggiungono la sede della RAI per girare un'intervista esclusiva che verrà trasmessa fra le notizie sportive della domenica sera. Al secondo posto, con un tempo di 3h18'28", si classifica l'altro pilota colornese, Ercole Aliani, a bordo del suo tre punti A.Molinari-Alfa Romeo della classe LY 1800 cc: con lui si completa il successo della motonautica parmense. Al terzo posto assoluto Flavio Guidotti, con il suo KD 900 kg Timossi-Maserati: il pilota si trova in difficoltà all'inizio della corsa per il cattivo funzionamento della pompa dell'acqua che provoca un notevole surriscaldamento del propulsore. Guidotti è altresì vittima di uno spiacevole inconveniente accaduto ad un posto di rifornimento: un violento getto d'acqua, rilasciato da un altro scafo in partenza, lo obbliga, per poter proseguire, a svuotare lo scafo dalla zavorra d'acqua imbarcata. Senza fortuna anche il Raid di papà Liborio che, ad Ostiglia, subisce un incidente assurdo: un operatore del rifornimento, infatti, si porta con un salto sulla coperta della barca, provocandone lo sbilanciamento. Il mezzo si perde sott'acqua mentre il pilota riesce a sganciarsi, salvandosi a nuoto, restando, però, ustionato al braccio destro.
Tra gli aspetti più significativi di questo Raid, anche l'ottima prova fornita da un terzo pilota parmense: Roberto Brunelli, originario di Zibello che, avvalendosi di un tre punti entrobordo corsa San Marco, spinto da un motore Fiat 2300 cc, stazzato nella classe 500 kg, giunge al sesto posto assoluto. La prestazione offerta da Brunelli risulta ancora più eclatante se si osserva il risultato della classe LZ 2500 cc: ad esempio, Gianfranco Castiglioni, con il suo Celli-Allfa Romeo, coglie il primo posto di categoria e l'ottavo posto assoluto, nonostante sia dotato di un mezzo più potente. Nella storia del Raid, Castiglioni è il solo, tra i concorrenti dell'edizione 1965, ad aver partecipato anche alla prima edizione, avvenuta nel lontano 1929, quando esordì nelle gare motonautiche.


Il campionato europeo LZ 2500 cc
Nel 1965 vi è gloria anche per Fortunato Libanori che torna a far parlare di sè grazie al successo europeo della classe LZ 2500 cc ottenuto nella competizione svoltasi sulle acque del lago D'Orta ad Omegna.
Il giovane alfiere, portacolori della scuderia Ezio Selva, ha la meglio nella classifica finale per soli 25 punti sul sorprendente Dosi: quest'ultimo, senza vincere nessuna delle quattro manche programmate, totalizza comunque una serie di tre secondi posti più un ritiro che gli valgono la piazza d'onore. Con un grande tempismo Libanori si porta al comando della prima manche e nel corso di alcune tornate incrementa il suo vantaggio, aggiudicandosi la gara su Dosi, Castiglioni e A. Petrobelli. Tra i ritiri eccellenti quello di Giulio De Angelis che, fresco di titolo mondiale, a causa di un banale guasto (stacco del filo della batteria), è subito costretto alla resa. Fermi pure il francese Altwess, già nel primo giro, e lo svizzero Faroppa nel secondo: nonostante il loro ritorno in gara nelle manche successive, gli stessi rivelano di non disporre di complessi a livello dei nostri, così, la lotta si gioca praticamente solo fra i piloti italiani.
De Angelis non si arrende e conferma la sua competitività ritornando alla vittoria nella seconda manche. In questa gara Libanori, mentre sta sferrando un decisivo attacco al pilota romano, è vittima di un problema allo spinterogeno che lo costringe ad un rallentamento e permette il sorpasso a suo danno, sia di Dosi che di Petrobelli. In ogni prova si assiste ad un ordine d'arrivo diverso: nella seconda manche è il tenace Petrobelli a vincere su Dosi, Libanori e Castiglioni, con De Angelis fermo agli alaggi. Nella quarta ed ultima frazione, sulla partenza aleggia l'incertezza di questa classifica provvisoria. Tutti e quattro i contendenti (Libanori, De Angelis, Petrobelli e Dosi) possono ancora alimentare speranze di vittoria continentale. Inizialmente è De Angelis ad avere la meglio, mentre la sfortuna si accanisce su Dosi. Questo pilota accarezza la vittoria rimanendo in seconda posizione fino a poche centinaia di metri dal traguardo: improvvisamente, però, il suo Celli-Alfa Romeo si ammutolisce. Ne approfitta Libanori che raggiunge la bandiera a scacchi conquistando la seconda posizione e, di conseguenza, il titolo europeo. L'ordine finale del campionato assegna le prime tre posizioni del podio a Libanori, Dosi e Petrobelli. Rabbia e delusione per De Angelis, quarto classificato, e per Castiglioni, super favoriti della vigilia. In particolare Castiglioni è sembrato in difficoltà a tenere il ritmo degli avversari con il suo scafo Celli-C.R. apparso,nella circostanza,un po' spremuto dalle precedenti vittorie.


Il campionato europeo KD 900 kg
A Lecco continua la tradizione negativa che vede nuovamente Ermanno Marchisio mancare la conquista del suo primo titolo europeo in carriera.
Soddisfazione, invece, per Flavio Guidotti che, dopo il mondiale della 800 kg nel 1960 ed il successo continentale del 1962 nella 900 kg, arricchisce il suo palmares sulle acque lecchesi con la conquista del titolo europeo vinto, l'anno precedente, dal fratello Giorgio. Come consuetudine anche questo appuntamento iridato si disputa con un confronto tra i nostri più rappresentativi esponenti della KD 900 kg: Giorgio e Flavio Guidotti (assente papà Liborio), Nando Dell'orto ed Ermanno Marchisio. Gli scafi, tutti azionati dai potenti Maserati di 6400 cc, sono del cantiere Timossi, ad eccezione di Marchisio in gara con un Celli. Questa competizione è scarsamente partecipata dai piloti, ma seguitissima dal folto pubblico presente che si entusiasma per la spettacolarità: questo dimostra una certo interesse verso la categoria, nonostante alcuni scettici non auspichino un grande futuro per la KD 900 kg. Poco dopo il via della manche d'apertura si assiste subito ad un colpo di scena: Giorgio Guidotti è fermo per un problema ai carburatori e per il campione in carica l'abbandono definitivo dalla competizione è inevitabile. Nel frattempo troviamo al comando Dell'Orto con in scia Flavio Guidotti e Marchisio. Ma la gioia di Dell'Orto dura lo spazio di un giro: Guidotti e Marchisio lo superano e mentre il primo, aumentando il proprio vantaggio, si aggiudica la manche, Dell'orto ingaggia un duello scafo contro scafo con Marchisio, per la conquista della seconda posizione. Marchisio dimostra le sue grandi doti di racerista riuscendo a domare Dell'Orto ed aggiudicandosi il secondo posto. L'ordine d'arrivo della prima manche viene ripetuto anche nelle restanti tre, con veloci inizi di Dell'orto, grandi recuperi e sorpassi emozionanti di Guidotti e Marchisio. Giornata di gloria per Flavio Guidotti; in effetti il suo strapotere in gara è più che evidente. Non bisogna farsi ingannare dalle prove di Marchisio e di Dell'Orto: la verità è che l'eccellenza di Guidotti non poteva lasciare spazio alla concorrenza.


I campionati nazionali e i nuovi record mondiali
Nei campionati nazionali si aggiudicano gli scudetti tricolore Ermanno Marchisio e Gianfranco Castiglioni. Il primo ottiene la vittoria nella classe KD 900 kg, il secondo riconquista il trofeo a quattro anni di distanza dal precedente nella classe LZ 2500 cc, vincendo con il suo Celli-C.R. nonostante la dura resistenza di Antonio Petrobelli e di De Angelis.

Nel tricolore racer classe LV 1300 cc, a sorpresa, si assiste alla meritata affermazione del torinese Giancarlo Capucchio che, interrompe la sequenza di vittorie di De Angelis, iniziata nel 1961.

Per quanto riguarda i primati di velocità migliorati nel 1965 dai nostri entrobordisti, degno di attenzione è il nuovo record mondiale conseguito da Giulio De Angelis per la classe LV 1300 cc. Costui cancella il precedente primato di 156,950 km/h ottenuto da Franco Gilberti l'anno precedente per questa categoria: De Angelis, sulla base cronometrata di Sabaudia (LT), registra 158,590 km/h nel tratto ascendente e 164,383 km/h quello discendente, ad una media delle medie di km/h 161,486: nuovo record mondiale. Il pilota romano si avvale per questa impresa del suo plurivittorioso racer tre punti del cantiere A.Molinari e del motore Alfa Romeo Guilietta Sprint Veloce 4 cilindri di 1290 cc


Stagioni agosistiche entrobordo
Stagione agonistica 1966