Stagione agonistica 1961
Nel 1961 la KD 800 Kg, da anni massima espressione dell'entrobordismo da corsa, continua a vedere solo la nostra Federazione interessata ad ottenere l'organizzazione dei relativi campionati internazionali e sono quindi ancora i nostri specchi d'acqua che ospitano, a Portoferraio e a Campione d'Italia, rispettivamente il campionato europeo e mondiale nello scenario incantevole della rada di Portoferraio senza concorrenti stranieri. Anche se gli organizzatori Elabani sperano fino all'ultimo nella loro partecipazione, la lotta per il titolo rimane concentrata tra i nostri grandi noti.
Ad infiammare la sfida ci pensano il clan dei Guidotti, presenti con papà Liborio e i figli Giorgio e Flavio, Ermanno Marchisio, Carlo Casalini, Lino Spagnoli e Nando Dell'Orto. La maggioranza dei piloti impiega sui propri racer i Maserati 8 cilindri a V di 5600 cc, tranne Liborio Guidotti che si avvale di un autentico tipo di propulsore, ma con cilindrata superiore intorno ai 6200 c.c e Nando Dell'Orto, unico a non disporre dei Maserati che utilizza il suo classico Ferrari 12 cilindri a V 4500 cc sovralimentato da un compressore volumetrico. Novità anche tra gli scafi in gara che vedono aggiungersi ai Timossi dei Guidotti, di Casalini e di Dell'Orto, una nuova realizzazione dello stesso cantiere per Spagnoli che la preferisce al suo abituale Celli. Marchisio, invece, scende con il suo Celli completamente revisionato per l'occasione.
A causa di un fastidioso maestrale il campo di gara ufficiale chiamato "Delle ghiaie" più esposto verso il mare aperto, viene all'ultimo momento sostituito da quello di riserva, meno ospitale sulle rive ma più sicuro in acqua, denominato "S.Giovanni"; questo crea certamente un po' di perplessità tra il pubblico costretto a muoversi su terreni più impervi, ma lo stesso è almeno ricambiato dal regolare svolgimento della manifestazione. Nella manche iniziale che si rivela anche una delle più entusiasmanti del campionato, al comando si insediano Marchisio seguito vicinissimo da Giorgio Guidotti e ben presto si crea, dietro le scie di questi due piloti, il vuoto. Più staccati troviamo, infatti, Carlo Casalini e Dell'Orto, quest'ultimo viene superato da Liborio Guidotti che però, dopo pochi giri, è costretto al ritiro per la rottura di una tubazione. Qualche difficoltà pure per Lino Spagnoli che lamenta alcuni problemi nel mantenere stabile il suo nuovo Timossi, ma che riesce comunque a scavalcare Dell'Orto portandosi in quarta posizione per poi però subire il ritorno di Dell'Orto stesso che lo risupera.
Nel frattempo il Maserati di Spagnoli accusa un evidente calo di giri che obbliga al ritiro il pilota. La gara si avvia alla conclusione con la decisa e grintosa prova di Marchisio che rimane in testa in tutti i 12 giri e si difende dall'eccellente Giorgio Guidotti terminato in scia.
In successione si classificano Casalini (3°), Dell'Orto (4°) e solo 5° Flavio Guidotti vittima di problemi di accensione che lo ritardano non poco.
Marchisio a gara vinta mentre effettua giro in più vede uscire un fumo biancastro dallo scarico e mentre rientra lentamente agli alaggi si ha l'impressione che qualcosa di piuttosto serio sia capitato al giallo bolide n° 11 del campione della Ezio Selva. La circostanza è confermata e la foratura ad un pistone nega a Marchisio ogni speranza di ritorno in acqua per le rimanenti prove. Eliminato l'avversario più pericoloso e approfittando degli innumerevoli problemi che affliggono gli altri avversari, Giorgio Guidotti fiuta la chance di far suo il titolo. Con una partenza indovinata Giorgio Guidotti assume la testa della corsa inizialmente seguita dal fratello Flavio e dal padre Liborio che possono avvantaggiare la sua posizione con un gioco di squadra più che lecito.
Ma per Flavio Guidotti nel corso del 2° giro si apre improvvisamente una falla nello scafo che lo vede uscire definitivamente dal campionato con un tempestivo rientro a riva per evitare di affondare. Guidotti riesce ad adagiare il suo racer su un basso fondo, peccato però che il recupero del mezzo avvenga solamente al termine di tutta la manifestazione, così che con il sopraggiungere dell'alta marea, anche i danni risultano maggiori per le inevitabili infiltrazioni d'acqua salata nel propulsore. Una trasferta, quella Elbana che Flavio Guidotti difficilmente dimenticherà.
Con l'abbandono definitivo di Flavio Guidotti, la seconda posizione passa a Liborio che rimane nella scia del figlio Giorgio per tutta la durata della manche. Dietro i due Guidotti si classificano nell'ordine Dell'Orto, Casalini e Spagnoli.
La terza manche ha dell'incredibile: per il ritardo di alcuni piloti la partenza viene continuamente rinviata, ma ad un certo punto il commissario generale da comunque il via anche in mancanza di Carlo Casalini, Giorgio Guidotti, Nando Dell'Orto, Liborio Guidotti e Lino Spagnoli (quest'ultimo non si farà proprio vivo sul campo di gara). Quando i primi tre arrivano, rendendosi conto che la competizione è in atto, entrano in gara: Casalini velocemente, Giorgio Guidotti e Dell'Orto con più calma tanto che risulteranno comunque fuori tempo massimo. Liborio Guidotti arriva, ma resta in attesa, convinto che il via non sia ancora stato dato ufficialmente; quando si rende invece conto del contrario si mette in corsa ma è bloccato dopo solo qualche giro da problemi meccanici. La vittoria spetta a Casalini.
L'ultima manche è quella decisiva per l'assegnazione del titolo ma stavolta, con una partenza peraltro perfettamente regolare dei 4 concorrenti rimasti, è proprio Giorgio Guidotti a condurre tallonato da Casalini, da papà Liborio (che ritorna inaspettatamente in gara dopo una riparazione lampo) e da Dell'Orto. Il forcing operato da Casalini giro dopo giro induce Giorgio Guidotti a commettere un errore nell'affrontare una boa di virata che permette a Casalini di passare in testa alla corsa. Purtroppo quest'ultimo trovandosi coinvolto nel pieno dell'alta scia alzata dall'avversario, nel tentativo di recuperare la boa si ritrova in panne per problemi con l'accensione: nonostante l'andamento a sprazzi del suo giallo Timossi-Maserati riesce nell'impresa di terminare comunque la manche anche se in ultima posizione. Giorgio Guidotti si ritrova al comando e trionfa vincendo manche e il suo primo alloro europeo. Brillante la prova di Nando Dell'Orto che riesce ad un giro dal termine a scavalcare Liborio Guidotti di nuovo in difficoltà per la rottura della condotta dell'olio. La classifica del campionato europeo racers da 800 Kg è la seguente: 1° Giorgio Guidotti P 1100, 2° Carlo Casalini P 804, 3° Nando Dell'Orto P 694, 4° Liborio Guidotti P 525, 5° Ermanno Marchisio P 400.
A Campione d'Italia per il titolo mondiale scendono in lizza gli stessi concorrenti Marchisio, i tre Guidotti, Dell'Orto, Spagnoli, Casalini con l'aggiunta dell'italiano Oscar Scarpa con un mezzo costruito dal suo cantiere San Marco, ancora a corto di messa a punto ma portato ugualmente in gara più per verificarne le qualità in vista dei tentativi di record da lui stesso programmati per fine stagione; tranne Giorgio Guidotti che continuava a utilizzare il Maserati 5600 c.c, gli altri fedeli sostenitori del propulsore modenese adottano il più potente e aggiornato 6300 c.c l'unico sempre in gara con il Ferrari è Nando Dell'Orto.
Per gli scafi "novità", si fa per dire, è il ritorno al Celli di Lino Spagnoli. Davanti ad un pubblico meno rumoroso rispetto alle precedenti edizioni del mondiale KD prende la partenza la prima delle tre manche programmate.
All'inizio di questa manche, nell'affrontare la prima virata, gli scafi di Giorgio Guidotti e Lino Spagnoli vengono a contatto e la peggio tocca a Spagnoli, il cui racer "Luciana" subisce una falla sul lato destro e, pur riuscendo a completare i giri previsti, una volta rientrando agli alaggi affonda nonostante i tentativi di salvarlo operati non solo dai suoi meccanici ma anche dal costruttore Dino Celli.
Per Spagnoli resta l'amarezza di vender finita anche l'avventura del campionato mondiale, ma anche per Liborio Guidotti non è giornata: l'irreparabile rottura di un condotto dell'olio con l'uscita di fumo mettono fine alla prosecuzione del suo mondiale.
Non va meglio in questa manche anche per Oscar Scarpa che si ritira per un problema alla presa d'acqua. Ermanno Marchisio si aggiudica nettamente la prova di apertura, precedendo Flavio Guidotti, Dell'Orto, Giorgio Guidotti, Spagnoli e Casalini.
Rimangono per le manche successive a darsi battaglia solo cinque concorrenti vista la defezione di Casalini, ma nella seconda prova si assiste ad un'ennesima serie di avarie da precludere sia a Marchisio che a Flavio Guidotti la possibilità di vincere il titolo. Marchisio è rallentato, infatti, da problemi alla pompa della benzina, nonostante fosse stata cambiata dopo la prima manche, mentre per Flavio Guidotti le noie derivano da perdite di carburante, questo però non preclude ad entrambi di terminare la manche in seconda e terza posizione davanti a Scarpa il cui scafo rivela una certa precarietà di assetto. La vittoria va quindi a Giorgio Guidotti che riesce ad approfittare della situazione potendosi avvantaggiare su Marchisio, nel computo totale dei tempi delle due prove, di 8 secondi. Da segnalare l'uscita della competizione di Dell'Orto, da un po' di tempo sempre in difficoltà, malgrado il suo potente Ferrari-Timossi che si rivela spesso piuttosto fragile. Nella terza manche è Flavio Guidotti a imporsi precedendo il fratello Giorgio, Marchisio e Scarpa. Per Flavio una vittoria che ripaga in parte la delusione della seconda manche, dove però aveva registrato il giro più veloce della giornata a circa 130 Km/h. Ma la gioia del clan Guidotti era comunque ben evidente perché Giorgio in questo memorabile 1961 conquista anche il suo primo titolo mondiale ed è bello vedere, durante il giro d'onore, lo scafo pilotato con a bordo in piedi verso poppa il fratello Flavio, entrambi felicissimi salutare il pubblico entusiasta. Una stagione stregata per il grintoso Marchisio che comunque avrà modo prossimamente di recitare un ruolo da protagonista per la KD. La classifica finale vede Giorgio Guidotti campione mondiale in 36'37"4, 2° Ermanno Marchisio in 36'53"2, 3° Flavio Guidotti 37'41" seguono Scarpa (4°), Dell'Orto (5°), Spagnoli (6°), Casalini (7°) e Guidotti Liborio (8°).
Sempre per la 800 Kg nel campionato italiano ritorna al successo Liborio Guidotti che sancisce la netta supremazia del suo team che da tre anni (due volte con Liborio 1959-1961 e una volta con Flavio 1960), si aggiudica il titolo tricolore. Se Giorgio e il padre Liborio hanno di che gioire per le importanti affermazioni, anche l'altro esponente della famiglia Flavio riesce comunque a riscattare un'annata piuttosto avara di vittorie, aggiudicandosi la Coppa dell'Oltranza. Flavio succede a Spagnoli portando a Km/h 142,971 il nuovo limite della corsa gardonese.
Ma il 1961 non passa inosservato anche per il tentativo di record, purtroppo fallito, di Oscar Scarpa. Il 9 dicembre infatti il pilota milanese attacca il primato di velocità per gli entrobordo corsa classe 800 kg stabilito nel 1953 (con Km/h 241,708) da Achille Castoldi con il Timossi-Ferrari. Il tre punti San Marco-Maserati di Scarpa, lanciatissimo sulla base misurata di Sarnico, viene però colpito da un'improvvisa raffica di vento che proietta verso l'alto lo scafo in un terribile triplo looping che catapulta fuori dall'abitacolo il pilota che cade in acqua a distanza di alcune decine di metri dallo scafo.
Dopo gli opportuni e tempestivi accertamenti medici l'incidente, ripreso pure dalla troupe della RAI, comporta per Oscar Scarpa "solo" qualche costola rotta, meno grave di quanto appariva nella sua dinamica e rispetto ad altri incidenti (con la stessa tipologia di imbarcazione) che hanno provocato la morte di Ezio Selva a Miami e di Marino Verga durante un tentativo di record sempre a Sarnico. Purtroppo, però, il verdetto cronometrico continua ad essere favorevole al primato di Castoldi che assume sempre più il valore di un'impresa leggendaria in quanto Scarpa con la sua performance ottiene come media delle medie un 240,809 Km/h ovviamente insufficiente per battere il precedente primato.
Sempre a Sarnico, nei due giorni precedenti il fallito tentativo di Scarpa, migliore fortuna è toccata a Franco Gilberti che il 7 dicembre con uno scafo San Marco spinto da due motori B.P.M. con 85,85 Km/h col tempo di 31'03"07/10 batte il record mondiale di fondo per la classe entrobordo corsa illimitata fermo al lontano 1934, anno in cui il francese J. Schoeller stabiliva il risultato di Km/h 80,20.
Sempre Gilberti l'8 dicembre col suo racer 1300 cc S. Marco-Alfa Romeo Giulietta attacca e migliora il suo precedente record con la nuova media di Km/h 150,33. Questo risultato consacra la categoria in acqua già dal 1959 che quest'anno rafforza la propria credibilità in termini velocistici confermando gli ottimi propositi "caldeggiati" sulla sua validità futura tanto che risultano visibilmente in aumento anche i piloti.
Con questa premessa viene indetta e organizzata la prima edizione del campionato italiano per la V 1300 cc, attraverso una serie di gare avvincenti dove non mancano anche alcuni risvolti polemici, come la verifica tecnica imposta a tutti gli scafi dopo la gara di Sesto Calende; il titolo italiano è vinto meritatamente da Giulio De Angelis sul suo scafo (A. Molinari-Alfa Romeo Giulietta); lo stesso è insidiato da avversari del calibro di Scarpa, Caimi F., Bernocchi, Morelli, Capecchio, Toselli, Crespi, Vallini e Arietti.
Nel 1961 accresce sempre più l'interesse anche per i racers della 2500 cc che migliora i propri contenuti tecnici con la presenza in gara, tra il monopolio dei B.P.M., del nuovo motore C.R.
In sostanza si tratta di un Alfa Romeo 2000 cc che Coppier e Rainer hanno trasformato per questa categoria, portato in corsa sul Celli dello stesso Coppier e sul S.Marco di Fortunato Libanori.
Questo motore per ora lascia intravedere buone possibilità di successo anche se paga in termini di competitività sul collaudato B.P.M. Nuovo campione italiano è Gianfranco Castiglioni (Celli-B.P.M.) che ottiene il successo respingendo gli attacchi degli irruenti Bordoni, Maderna, Ceruti, Petrobelli e quelli dei non meno pericolosi Casalini, Coppier, Crivelli e Libanori.
Nel 21° Raid Pavia-Venezia sorprendente affermazione di Dino Celli: questi primo assoluto con il racer costruito nel suo cantiere con motore Custom iscritto nella classe KD 800 Kg, totalizza nel tempo di 3h29'40" alla media di 116,470 Km/h, sufficiente per la vittoria anche se in effetti non molto elevata se confrontata ai risultati delle ultime edizioni. Dino Celli si aggiudica anche la Coppa d'Oro Theo Rossi di Montelera nel tratto cronometrato Ostiglia-Pontelagoscuro con Km/h 120,646.
Da rilevare la mancata partecipazione alla competizione di Augusto Cometti che per l'occasione lascia il proprio Timossi "Pelaochi" all'amico Tarcisio Marega il quale, però, è costretto al ritiro nei pressi di Pontelagiscuro.
In un'edizione che vede la partecipazione di solo 7 veri racers negli entrobordo corsa segnalo il quarto posto assoluto e 1° di classe nella KC 500 Kg del mantovano Roberto Paganini su di un tre punti San Marco-B.P.M.
Un Raid da dimenticare invece per le difficoltà causate da problemi meccanici, Liborio Guidotti (Timossi-Maserati) e per la coppia Gilberti-Scarpa (San Marco-B.P.M.), comunque al traguardo, notevolmente distaccati nella classifica finale.
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Stagione agonistica 1962
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